Nello stesso momento in cui Masuji Ono, che aveva consacrato la sua arte al regime e, dopo la caduta dell’ultimo imperatore, si scopre a disagio con i propri alibi e col proprio passato, inciampando nelle parole che raccontano un Giappone sconfitto e parimenti incuriosito dall’ovest, Shimamoto, invece, aderisce con entusiasmo alle esperienze del gruppo Gutai, diventando successivamente esponente di punta della mail art e partecipando, l’anno che Ishiguro dava alle stampe il suo romanzo (1986), alla Peace Run attraverso l’Europa, organizzata dall’American Indian Group.
Internazionale Shimamoto; voce di un Giappone non galvanizzato dal nuovo, né irretito da esso. Lo mostra bene la sua particolare procedura creativa, nata da una rilettura della shodō, la millenaria arte
Nel segno che diventa prolungamento, all’esterno, dell’interiorità d’artista, l’arte di Shimamoto mostra affinità con l’ action painting americana, in particolare con l’esperienza di Tobey –come non scorgere nella sensibilissima calligrafia delle Scritture Bianche del ’55 un legame con l’arte dell’estremo Oriente!–, ma diverso è l’intento che guida il gesto: non più espressione di dolori che
Questi i tratti salienti delle “scudisciate cromatiche” del maestro di Okusai, palesati dalla retrospettiva ospitata negli eleganti spazi della Fondazione Morra – e progettata in collaborazione con l’associazione Shozo Shimamoto e l’archivio Pari&Dispari – dopo aver abitato, in gennaio, i suggestivi ambienti della basilica di S. Stefano a Bologna. Un allestimento pensato come un’anamnesi, riservando all’ultima sala gli Ana (=Buchi), sperimentazioni targate anni ’40-’50, dove la lacerazione di memoria ‘burriana’, viene ottenuta per sfregamento. Le lacerazioni ottenute vincendo le resistenze della materia con la cocciutaggine di un gesto che s’interrompe solo una volta raggiunto lo scopo, sono vicine alla pratica gestuale dell’informale, e tuttavia la svuotano di tutto il suo angoscioso esistenzialismo per celebrare, ancora una volta, l’energia. Che sia questo l’ elisir di lunga vita?
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a cura di Achielle Bonito Oliva
Fondazione Morra
Palazzo Ruffo di Bagnara,
piazza Dante 89
80135 Napoli
Tel. +39 081 5641655
Tel. & Fax +39 081 5641494
Tel. & Fax +39 081 454064
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