Concepita come la più grande retrospettiva organizzata fin ora dell’artista Adrian Tranquilli (Melbourne, 1966), “Giorni di un futuro passato” si presenta al pubblico con lo stesso approccio ossimorico che contraddistingue il suo titolo. Sottile e maestoso allo stesso tempo, il percorso espositivo allestito al Museo Archeologico si rivela al visitatore poco per volta, generando un raffinato cortocircuito tra i linguaggi, che attesta l’importanza di creare un dialogo tra arte classica e contemporanea. Non a caso il nome della mostra omaggia l’omonimo fumetto Marvel del 1981, sceneggiato da Chris Claremont e disegnato da John Byrne, nel quale il viaggio nel tempo rappresenta una chiave di volta per l’evoluzione della famosa serie X-Men.
La mostra, curata da Eugenio Viola e con il coordinamento di Marco De Gemmis, ripercorre gli ultimi vent’anni di lavoro dell’artista, proponendo numerose opere appartenenti alle serie più significative prodotte dal 1998 a oggi, in un allestimento site specific, pensato per permettere alle istallazioni di dialogare con gli spazi del museo, in perfetta armonia con la prestigiosa collezione permanente. Lavori come Alien – The Artist (1998) e Extasy – The Golden Dream (2000) accostate a opere classiche, restituiscono l’idea di un futuro tornato al presente sotto forma di passato, come se le opere fossero testimonianza di una storia che ancora deve avvenire. Lo spazio diventa parte integrante delle installazioni, conferendo alle stesse un’aura di antichità. Allo stesso modo i lavori della serie This is not a love song (2005-2010) penetrano nell’architettura del museo fino a diventarne parte e, sfuggendo alla funzione espositiva dell’edificio, trasformano il contenitore in contenuto.
Adrian Tranquilli usa il potenziale estetico del contrasto come mezzo per affermare le contraddizioni etiche del contemporaneo, lavorando quasi esclusivamente su protagonisti tratti da celebri fumetti e film fantascientifici. Assistente di Toti Scialoja per oltre dieci anni, Tranquilli eredita dal pittore la poetica del nonsense, trasponendo nei supereroi tutta la debolezza umana, la sofferenza fallimentare e l’impotenza di fronte alla sconfitta, come avviene nella serie Heroes (2000-2005). Le molteplici citazioni che rimandano a simbologie religiose e ideologiche accompagnano spesso la sua ricerca, fino a mostrare quest’aspetto come un elemento evocativo irrisolto, che punta a spiazzare l’osservatore nelle sue possibili e diversificate interpretazioni. Le serie All is violent all is bright (2009-2011) e In Excelsis (2011-2013) manifestano la crisi e la decadenza dei modelli culturali occidentali diventando metafora amara del rapporto tra individuo e collettività.
Chiudono la retrospettiva, le recenti opere della serie After the West (2014-2016), tratte dal romanzo V for Vendetta, di Alan Moore, che vedono protagonista la maschera diventata simbolo di Anonymous, il movimento hacker che fa del sabotaggio informatico il suo principale strumento di rivoluzione. Supereroi in antitesi con la propria essenza, modelli pragmatici atemporali e metafore simboliche restituiscono una narrazione coinvolgente e destabilizzante, capace anche di proiettare l’idea di arte classica oltre la visione canonica.
Tiziano Manna
mostra visitata il 2 aprile 2016
Dal 2 aprile al 6 giugno 2016
Adrian Tranquilli, Giorni di un futuro passato
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo Nazionale, 19 – 80135, Napoli
Orari: dal mercoledì al lunedì, dalle ore 10 alle ore 18
Info: 081440166