L’obelisco rosso in vetroresina di Steven Gontarski (Philadelphia, 1972), esposto alla sua prima personale italiana, si pone come anello di congiunzione stilistica tra l’eclettismo personale e il lavoro del collega Michael Anderson (New York, 1968) che esordisce in un evento espositivo europeo con il progetto Fracture, un corpus di collage realizzato in situ nella Home Gallery di Guido Cabib, nel cuore del centro storico napoletano.
Ridotto per via delle dimensioni a mero orpello da salotto, l’oggetto rassicura lo spettatore con la sua retorica anti-monumentale, sancita definitivamente dalla tag Zero che ricopre il basamento. Ma quello che sembra presentarsi come un piccolo atto di vandalismo metropolitano, oltre che sterile suggello autoriale, rivela allo spettatore attento la matrice principale del lavoro del collega e compatriota, immerso con nostalgia nel clima 70’s dei graffiti old school.
Pragmatico filologo del vintage e allo stesso modo instancabile flaneur metropolitano, Anderson deambula per un mese e mezzo nelle strade napoletane asportando con dedizione chirurgica materiale pubblicitario, cataloghi turistici che aggiornano il suo inventario materico raccolto negli ultimi mesi negli States. Il risultato dei collage, dove Pulcinella convive con il white trash, trasmette la valenza universale di un umanesimo metropolitano che cerca nel metissage segnico la propria legittimazione.
Sull’altro versante, l’avventura plastica di Steven Gontarski (in cui la vetroresina si pone come materiale privilegiato di produzione) app
Scultura ma anche pittura sulle pareti della More Over Gallery: due ritratti olio su tavola stagliati su uno sfondo scuro rielaborano suggestioni dureriane. Con i loro volti ovali e quel naturalismo germanico rievocato dalla presenza di un pappagallino rosso davanti al braccio dell’effigiata Lucetta Dorothea Johnson, che rimanda alla ricerca in ambito grafico del grande maestro tedesco. Nel contesto della politica degli esordi perseguita dalla Changing Role, corrispondenze sottili legano due artisti d’oltreoceano che capitalizzano con successo il dialogo con il patrimonio visivo della cultura figurativa europea.
giuseppe sedia
mostra visitata il 5 settembre 2006
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Grazie Bluraven ....apprezzo il tuo commento...percheè sò che è veritiero e sincero.
Guido
davvero una bella mostra !