Un gruppo di uova in bilico accoglie il visitatore di questa singolare mostra. Ci si chiede se siano piene, vuote, riprodotte o reali. Oppure la soluzione all’ardito dilemma dell’uovo di Colombo. Con sublime umorismo la coppia Moio&Sivelli (Luigi Moio; Napoli, 1975 e Luca Sivelli; Napoli, 1974), notoriamente avvezza alle provocazioni, restituisce, non solo metaforicamente, il titolo Still Life al suo senso letterale. Ma gli artisti, si sa, sono autorizzati a giocare col senso, a dimostrare che c’è poesia anche nei gesti piattamente quotidiani. La loro è una riflessione sulla morte, sull’impossibilità della vita, sul sentimento raggelato della solitudine. L’uovo, il vero uovo, racchiuso in un involucro di silicone che lo blocca, è uno Still Life, un frammento di vita impossibilitato ad esprimersi e per analogia, non solo visiva, il reale rischio di mummificarsi che corre l’arte quando si espone in situazioni ufficiali (vedi il museo). È forte la tendenza allo “svuotamento del senso”, sembra ammonirci l’esuberante duo di artisti, di gran parte dell’arte contemporanea che disgusta, disturba ma sembra non affondare realmente il coltello nella piaga. Si sa che è il contesto che fa la differenza, ma ormai il sensazionale non strappa più la stessa partecipazione. Moio e Sivelli hanno scelto un’altra strada, ribadita fin dalla loro precedente personale tenutasi in questo stesso spazio. Il loro era un intervento paradossale: si esponeva, completamente nuda, una delicata entraineuse che invitava il pubblico in maniera ammiccante e maliziosa ma allo stesso tempo candida. La loro è un’ironia leggera e indiretta che segue il ritmo sommesso del tempo, che coinvolge senza dare pugni nello stomaco.
In un ritratto fotografico a grandezza naturale viene enfatizzata una donna in avanzato stato di gravidanza, anche lei completamente ricoperta da uno strato di silicone. Il silicone racchiude e congela anche le migliaia di uova di pesce che rivestono due tele rettangolari poste all’ingresso, dando alle superfici una lucentezza inquietante. Questa materia organica spalmata, come sulle tartine delle tavole imbandite delle feste, diventa sulla tela un elemento che dà una consistenza fisica al colore, al rosso e al nero delle uova, trasformando il quadro in un diaframma provvisorio sul quale tutto si posa e si rende visibile.
Il video A night in Costiera Amalfitana, girato in una notte d’estate ad Amalfi, rappresenta l’esplorazione di un cielo notturno in cui la luna compie il suo ciclo. Aiutato dall’animazione al computer l’effetto del moto lunare cancella realmente il buio del cielo, dando un senso di sospensione del tempo, di attesa per un evento che deve ancora accadere. Allusione intelligente ad una distanza, nel momento stesso in cui rigorosamente la si vanifica.
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