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Impronte sovrapposte di una vita vissuta tra Iran, Svezia e Italia, le 30 fotografie di Majid Modir, presentate da Donatella Saccani presso Spazio Kromia e in esposizione fino al 9 maggio, sono immagini sedimentarie di una memoria diatopica, disgregazione e ibrido spazio-temporale che convergono in un hic et nunc utopistico.
Paradiso doppioesposto è un progetto fotografico che nasce, nel 1973, dal difetto tecnologico: la camera instamatic regalata all’artista per i suoi 12 anni non permetteva lo scorrimento del rullino, sovrapponendo gli scatti. Racconta lo stesso Modir che «Nonostante il dissenso di tutti, trovai che quelle foto scadenti, strane e scure, avessero qualcosa di interessante. Gli esperimenti che derivarono da quell’episodio involontario sono continuati fino a oggi, per il fascino segreto dell’assemblamento di strati di informazioni in grado di generare composizioni straordinariamente complesse».
L’accostamento di colori complementari, la ricerca di quelli primari e la solida organicità della sovrapposizione di linee, sono le modalità attraverso le quali si attua l’enigma della trasfigurazione dell’esistente. In Union e Waiting Room 1, le sculture totemiche del Parco Vigeland di Oslo si trasformano in reperti sommersi di una Atlantide ritrovata, in Lost in Tuscany le colline del paesaggio si sommano alle dune di un pube femminile, un lampione acceso diventa cuore pulsante di uno scheletro nudo in U in my chest.
Majid Modir, Paradiso Doppioesposto. Courtesy Kromìa e l’artista
Fotografie figlie di fotografie, la strutturazione di una nuova immagine si genera dal caso o dalla ragione, come accade in I gave my colors, in cui il torso nudo di Modir è un tappeto di fiori offerto al mondo e svelato nel gesto di aprire la giacca. Oppure in The pioneer e in I saw a train carrying daylight, in cui le onde del mare sono, rispettivamente, petali di un fiore sbocciato e piume di pavone.
Diana Gianquitto, curatrice della mostra, chiarisce la poetica del fotografo iraniano: «L’arte di Modir è over-reality: una realtà al di sopra dell’altra. Due immagini entrambe reali però sovrapposte danno vita a una terza visione, sintesi d’incanto e di autonomia, accostando contesti apparentemente lontani, ma che per qualche assonanza intima o formale rivelano un sotterranea malia e complicità rivelatrice».
Rintracciare i fotogrammi originari è testardo cimento per chi non desidera arrendersi alla nuova visionaria di unitarietà proposta da Majid Madir, sterile esercizio di resistenza, fallimentare opposizione a un inedito ordine figlio del caos creativo.
Giovanna Bile
Mostra visitata il 23 marzo
Dal 23 marzo al 9 maggio 2018
Majid Modir, Paradiso doppioesposto
Spazio Kromia
Via Diodato Lioy, 11 – 80134, Napoli
Orari: Lun/Merc/Ven, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Mar/Gio/Sab, dalle 10.30 alle 13.30
Info: info@kromia.net