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Immagine, memoria e identità, sono le parole chiave che la Galleria Dino Morra propone per le tre personali simultanee di George A. Bidmead, Afterall e Aniello Barone. Vista da una prospettiva d’insieme, questa modalità espositiva – piuttosto inusuale ma adatta agli ampi e diversificati spazi della Galleria, sita nel complesso d’archeologia industriale dell’Ex Lanificio Militare – dà la possibilità di moltiplicare i punti di vista, rinnovando il dialogo tra il pubblico e la complessità del contemporaneo. Una propensione che non si limita a mostrare ma invita lo spettatore ad auto-orientarsi tra i linguaggi, cercando possibili soluzioni di convergenza.
La prima mostra, nel Floor Space è “Wild Feats” dell’inglese George A. Bidmead (Somerset 1982). Una natura dai toni scuri, che acidulano talvolta verso gradazioni fluorescenti, sembra essere conflittuale con l’uomo. Una natura intesa come luogo del silenzio, in cui gli uomini sono soli e gli alberi, come grattaceli, si stagliano solitari in una radura, mentre branchi di cani vagano alla deriva di una landa senza destino. L’artista compie una rielaborazione dei suoi luoghi d’origine, le campagne del Somerset, a sud di Londra, da spazio esterno diventano luogo di meditazione interna, il rurale è occasione di permanenza del proprio sé.
Proseguendo nell’Underground Space, vediamo un’enorme struttura in legno che si distende nello spazio. Qui, nel cuore della Galleria, il duo artistico Afterall, formato da Silvia (Napoli, 1975) ed Enzo Esposito (Napoli, 1977), ha lavorato sulla storia del Monumento ai Caduti del Mare, conosciuto dai napoletani come la “Colonna Spezzata”. La curatrice Chiara Pirozzi sottolinea: «Il progetto “Just one damn thing after the others” rientra nella ricerca che il duo porta avanti dal SOMA Summer 2014, a città del Messico, quando espose l’opera de-monumento, cercando di indagare la costruzione storica e sociale del documento/monumento». Su questa dicotomia, Silvia Esposito aggiunge: «Un monumento è sempre celebrazione del potere, anche nel caso in cui il personaggio o la motivazione di partenza è all’origine un pensiero d’opposizione. Spesso epurata dai tratti conflittuali, la storia viene tramandata attraverso i suoi monumenti, tralasciando i dettagli capaci di trasparire l’intima umanità. Ciò, diminuendo la capacità di empatizzare con la storia, ci limita a una fascinazione passiva, a limite della celebrazione o peggio della noncuranza». Singolare il fatto che il duo abbia lavorato sulla Colonna Spezzata, che è un monumento ignoto, privo dell’intervento che spesso il potere attua sulla storia ma – continua Esposito – «È questa mancanza a fecondare processi d’immaginazione continua, la forma stessa che ne abbiamo ricavato è una griglia che ingabbia il vuoto. In questo spazio, l’azione della creazione diventa una costante senza fine. Un monumento ignoto è una frattura all’interno di una strategia del controllo sulla tradizione, sfuggendo di per sé qualsiasi pre-significato e ponendosi come spazio aperto».
Sulle mura dello Studio Space, ultimo spazio della Galleria, va in scena il progetto “Apocrifo” del fotografo Aniello Barone (Napoli, 1965). Una serie di scatti eseguiti nell’Archivio della Real Casa dell’Annunziata di Napoli, dove si praticava l’assistenza ai minori abbandonati. Un repertorio fotografico intenso, che riconsegna al visitatore la dolcezza di quelle piccole vite, destinate a essere in bilico tra passato, presente e futuro. “Apocrifo”, inteso come ciò che è tenuto nascosto, è l’azione di riconquista di un’identità dell’accoglienza del popolo napoletano che, oggi, è quanto mai necessario recuperare, tornare a sentire come vivo sentimento.
Marcello Francolini
mostra visitata il 27 aprile
Dal 27 aprile al 9 giugno 2016
George A. Bidmead, Afterall, Aniello Barone
Dino Morra Arte Contemporanea
Piazza Enrico De Nicola 46 | Interno Ex Lanificio, 59 – 80139, Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00, il sabato dalle 10.00 alle 13.00, e su appuntamento
Info: 081 0332263, morra.dino@gmail.com