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Piccola patria è una perifrasi che tenta di rendere il termine tedesco Heimat, una di quelle parole sfumate, impossibili da tradurre senza perdere parte del senso. Un problema non solo per l’italiano, perché anche le altre lingue neolatine non hanno condensato il concetto in un sostantivo. Invece, nel greco antico, patrìs aveva un’accezione simile, considerando la terra d’origine non solo come caratteristica geografica ma anche come matrice immateriale della tradizione culturale, dei legami sociali e famigliari. Una superficie di relazioni complesse, dilatata tra i diversi aspetti e valori che l’ambiente può assumere nella percezione individuale.
La Piccola Patria di Renato Leotta (1982) si estende come frammento ambientale ricavato dal ricordo, una frazione fluida dello sguardo interiore, scandita da geometrie pure. Così, per la mostra alla galleria Fonti, l’artista torinese – che già ha fatto dell’interazione tra i luoghi e le sensazioni un ambito di ricerca – propone una serie di opere visivamente nette e composte da materia legata all’esperienza personale.
Circonferenze e cerchi tracciati con sabbia chiara e vulcanica sono reiterati sulle pareti, in un dialogo essenziale tra vuoti e pieni. Su questi supporti naturali, schegge di legno e frantumi di conchiglie imprimono la ritualità del mare, quel ritmo che disegna, consumando le cose e creando architetture elementali. Alla protezione dolce della figura rotonda e porosa, si alterna la spigolosità uniforme delle tele che, in raccordo visivo con i cerchi, sono increspate per il contatto con l’acqua marina e mosse da un sistema meccanico a filo, come monocromi salati e fluttuanti nello spazio. La materia diventa un luogo da attraversare, il paesaggio litoraneo del mare è emblema dell’osservazione solitaria, allegoria del punto di vista isolato, intimo, che costituisce la prospettiva affettiva della memoria. I richiami alla narrativa romantica e al romanzo di formazione – con le prese dialettiche tra gli ambienti dell’apertura e della chiusura, tra mondo interiore ed esperienza esteriore, immagine del ricordo e processo di analisi – sono evidenti. La piccola patria è una scelta di protezione, un sussurrato invito al ritorno a se stessi.
Mario Francesco Simeone
mostra visitata il 17 marzo 2015
Dal 14 marzo al 8 maggio 2015
Renato Leotta. Piccola Patria
Galleria Fonti
Via Chiaia, 229 – 80132, Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì, 11.00-14.00 / 16.00-20.00
Info: info@galleriafonti.it