I lati nascosti e cavernosi dei pianeti roteanti, mentre danzano in armonia con l’universo percorso da astronavi. Suggestioni dal notissimo -e inflazionato di citazioni- 2001: Odissea nello spazio, film di Stanley Kubrick del ‘68, hanno indirizzato David Casini (Montevarchi, Arezzo, 1973) nelle linee guida di Espax, progetto in due location realizzato per questa terza personale partenopea.
Protagonista della prima tappa è la sede glamour (per via del quartiere dove è collocata) della galleria, in cui si sviluppa un percorso continuativo tra il varco spaziale (essenziale in tutti i particolari) ossia Espax, un’installazione ancorata al soffitto della saletta e ideata in rapporto a questo ambiente, bianco e stereometrico, e le opere su carta. Un fascio di luce bianca e forte viene gettata dai neon attraverso una fenditura cilindrica aperta nel soffitto ed incorniciata da un telaio a raggi in stucco. L’ambiente risulta così manipolato ed Espax diventa “una via d’accesso –spiega Casini- tra lo spazio inteso come universo e lo spazio reale in cui ci troviamo”. Sono le grandi metamorfosi insite nel divenire stesso della natura a cogliere la sua attenzione, dando origine alle sculture in ceramica collocate sui minerali, in cui gli oggetti -che avevano a loro volta subito una mutazione- venivano elaborati artigianalmente inserendoli nel cristallo di quarzo. “Il mio intento –continua l’artista, aretino sedotto dalla Svizzera- era di rendere i miei disegni in 3d, portare nel concreto la loro tridimensionalità”. La geometria dei minerali e il mondo lunare hanno attivat
Dieci studi Untitled a matita ed aerografo, segnano il passaggio dalla bidimensionalità delle prime tele in similpelle ai segni sottili della mina; allo sfondo verde, lucido e compatto della carta regalo usata. Fino ai lacerti di un universo serigrafato sorto dall’immaginazione, che suggerisce visioni futuribili.
Vaporosi spruzzi di vernice creano una consistenza materica anche in quella porzione di universo che dal fondo giallo sembra voler venire fuori, quasi fosse un meteorite; mentre negli altri disegni è la finestra aperta sull’universo a generare un’idea di profondità, che al pari della forza di gravità, spinge verso l’interno del foglio.
A chiudere il tutto è un confetto: About, roseo cartaceo, numero zero del trimestrale ideato dai galleristi Paola Guadagnino e Marco Altavilla, per approfondire le ricerche della galleria con gli artisti.
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Tanti complimenti
Mi sembra molto bella !
Vorrei vederla dal vivo