Esposti in questi giorni nel Museo napoletano tre capolavori giovanili di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), preludio di quella che sarà la grande mostra sull’ultima produzione dell’artista che si terrà, sempre a Capodimonte, alla fine del 2004.
Dopo il confronto tra la Danae del Correggio della Galleria Borghese e quella di Tiziano, nell’autunno del 2001, fu esposto il San Gerolamo nello Studio di Antonello da Messina nella sala di Colantonio. Eventi possibili per la politica di scambi fra grandi istituzioni museali internazionali perseguita coraggiosamente dalla Soprintendenza per il Polo Museale Napoletano.
La mostra in corso è la testimonianza di quanto i prestiti di opere d’arte possano trasformarsi in occasioni uniche di dialogo. Il Bacchino malato (1592-1593 ca.) della Galleria Borghese, Il Bacco (1593 ca.) della Galleria degli Uffizi, il Ragazzo morso da un ramarro (1594 ca.) della Fondazione Roberto Longhi, esposti a Napoli, sono opere della prima produzione dell’artista del ”linguaggio naturale” che, con la sua esperienza, ha segnato indubbiamente la storia della cultura visiva in occidente. Realizzate a Roma durante il periodo in cui Caravaggio lavorò nella bottega di Giuseppe Cesari, noto come il Cavalier D’Arpino, queste opere ricalcano il repertorio di soggetti elaborati dall’artista: giovani modelli dipinti a mezza figura, accompagnati da inserti naturalistici di fiori, frutta, calici e caraffe di vetro trasparente. A queste tre opere, nelle sale di Capodimonte, è stata affiancata una terza redazione del Suonatore di Liuto, acquistata a Roma nel 1726 dal terzo duca di Beaufort e rimasta fino al 1969 nel castello di Badminton. Considerata da sir Denis Mahon e Mina Gregori opera autografa di Caravaggio, è stata esposta presso la Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung di Monaco in occasione della recente mostra Natura morta italiana fra cinquecento e settecento. Il dipinto è
Le mostre temporanee e le iniziative ad esse parallele hanno lo scopo di avvicinare il pubblico al museo nell’auspicio a che attraverso esse i visitatori si “accorgano” delle collezioni permanenti. Diverse, infatti, sono le iniziative collaterali alla mostra di Capodimonte che coinvolgono anche altre istituzioni museali della città. Ad Aprile sarà presentata a Castel Sant’Elmo la mostra, Tutta l’opera del Caravaggio. Una mostra impossibile, realizzata dalla Rai nell’ambito del progetto “idea” che attraverso l’uso di tecnologie d’avanguardia promuove la conoscenza del patrimonio artistico italiano. Sempre ad aprile, il 10,
Un progetto, questo incentrato sulla figura di Caravaggio, che dimostra quanto sia l’impegno profuso con i pochi mezzi a disposizione e soprattutto con le grandi difficoltà di gestione che implica lo status di Soprintendenza speciale. Nel caso napoletano, oltre alla mancata affezione da parte dei visitatori ai musei, il decentramento e l’insufficiente rete di collegamento dei musei al centro cittadino non favoriscono il lavoro. Tuttavia le sorprese non sono finite.
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manuela esposito
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