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18
luglio 2008
fino all’11.IX.2008 Glen Rubsamen Napoli, Alfonso Artiaco
napoli
Paesaggi come ritratti, dipinti come fotografie. Palme e lampioni gli assoluti protagonisti. Un’atmosfera californiana che si colora delle luci di alba e tramonto. Glen Rubsamen alla seconda personale napoletana...
Dai Red Hot Chili Peppers ai Phantom Planet, lo scenario californiano può vantarsi protagonista di una ricca selezione musicale. Un’ipotetica compilation che diventa ideale colonna sonora per immaginare cieli tersi e viali alberati, paesaggi assolati dove l’estate non finisce mai.
È un po’ la sensazione suscitata dai dipinti di Glen Rubsamen (Los Angeles, 1957; vive a Düsseldorf), alla seconda prova nella galleria partenopea. Nonostante le figure stilizzate non aiutino a definire precisamente un contesto geografico né temporale, le palme che svettano su sfondi cromatici intensi parlano abbastanza chiaro. E dicono California. Un ritorno in patria per l’artista, sì statunitense, ma tedesco d’adozione.
Rubsamen, in particolar modo in quest’occasione, sembra ridurre al minimo la propria rosa di soggetti, per concentrare tutta l’attenzione -e lo sguardo- su soli due elementi: palme e lampioni. Un accostamento di “pilastri” naturali e artificiali che privilegia il formato verticale, rinnegando così la veduta orizzontale, tipica delle rappresentazioni propriamente paesaggistiche. È emblematico quindi che anche il video in mostra venga presentato su un monitor ruotato di 90 gradi, in sostanza una cornice capovolta.
Nell’allestimento concepito per lo spazio napoletano, tutti i dipinti trovano un proprio compagno, costituendosi come dittici e trittici. Allineati per base o per centro -in alcuni casi, non allineati affatto- i lavori in mostra vengono accoppiati secondo un principio geometrico e cromatico, che li rende indissolubilmente legati tra loro.
Il taglio adoperato è quasi sempre quello fotografico: l’artista sembra giocare con lo zoom, dipingendo lo stesso soggetto prima in modo ravvicinato, poi allontanandosi con lo sguardo. Non mancano le riprese dal basso, con palme e lampioni dipinti a testa in giù. Le figure nere, nettissime, si stagliano su sfondi le cui tonalità variano dal viola al grigio, dall’azzurro al verde. Un piano cromatico ottenuto per sovrapposizione, procedimento che si scopre al lato, osservando le tracce dei diversi colori utilizzati. Proprio la scelta delle tinte aiuta orientativamente ad assegnare delle coordinate temporali: rosa per l’alba, grigiastro per il tramonto, i due momenti della giornata preferiti dall’artista.
Verrebbe da commentare sulla ripetitività dei soggetti, praticamente invariati nel corso degli anni. Ma il lavoro di Rubsamen rivela proprio in questa serialità la sua componente concettuale, forse eredità dell’opera di un personaggio d’eccezione sulla scena californiana quale Ed Ruscha. Non si tratta però di semplice schedatura; le riprese di Rubsamen non perdono d’intensità, conservando un certo lirismo che rende partecipe anche la sfera emotiva.
La sensazione di un’atmosfera sospesa, anch’essa raccolta da una certa metafisica americana, è disturbata solo dal rumore del passaggio delle automobili nel video, che riporta alla realtà movimentata, abitata, vissuta. Una nota di “normalità” che intacca l’atmosfera da Dream of California.
È un po’ la sensazione suscitata dai dipinti di Glen Rubsamen (Los Angeles, 1957; vive a Düsseldorf), alla seconda prova nella galleria partenopea. Nonostante le figure stilizzate non aiutino a definire precisamente un contesto geografico né temporale, le palme che svettano su sfondi cromatici intensi parlano abbastanza chiaro. E dicono California. Un ritorno in patria per l’artista, sì statunitense, ma tedesco d’adozione.
Rubsamen, in particolar modo in quest’occasione, sembra ridurre al minimo la propria rosa di soggetti, per concentrare tutta l’attenzione -e lo sguardo- su soli due elementi: palme e lampioni. Un accostamento di “pilastri” naturali e artificiali che privilegia il formato verticale, rinnegando così la veduta orizzontale, tipica delle rappresentazioni propriamente paesaggistiche. È emblematico quindi che anche il video in mostra venga presentato su un monitor ruotato di 90 gradi, in sostanza una cornice capovolta.
Nell’allestimento concepito per lo spazio napoletano, tutti i dipinti trovano un proprio compagno, costituendosi come dittici e trittici. Allineati per base o per centro -in alcuni casi, non allineati affatto- i lavori in mostra vengono accoppiati secondo un principio geometrico e cromatico, che li rende indissolubilmente legati tra loro.
Il taglio adoperato è quasi sempre quello fotografico: l’artista sembra giocare con lo zoom, dipingendo lo stesso soggetto prima in modo ravvicinato, poi allontanandosi con lo sguardo. Non mancano le riprese dal basso, con palme e lampioni dipinti a testa in giù. Le figure nere, nettissime, si stagliano su sfondi le cui tonalità variano dal viola al grigio, dall’azzurro al verde. Un piano cromatico ottenuto per sovrapposizione, procedimento che si scopre al lato, osservando le tracce dei diversi colori utilizzati. Proprio la scelta delle tinte aiuta orientativamente ad assegnare delle coordinate temporali: rosa per l’alba, grigiastro per il tramonto, i due momenti della giornata preferiti dall’artista.
Verrebbe da commentare sulla ripetitività dei soggetti, praticamente invariati nel corso degli anni. Ma il lavoro di Rubsamen rivela proprio in questa serialità la sua componente concettuale, forse eredità dell’opera di un personaggio d’eccezione sulla scena californiana quale Ed Ruscha. Non si tratta però di semplice schedatura; le riprese di Rubsamen non perdono d’intensità, conservando un certo lirismo che rende partecipe anche la sfera emotiva.
La sensazione di un’atmosfera sospesa, anch’essa raccolta da una certa metafisica americana, è disturbata solo dal rumore del passaggio delle automobili nel video, che riporta alla realtà movimentata, abitata, vissuta. Una nota di “normalità” che intacca l’atmosfera da Dream of California.
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dal 26 giugno all’undici settembre 2008
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Galleria Alfonso Artiaco
Piazza dei Martiri, 58 (zona Chiaia) – 80121 Napoli
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-13.30 e 16-20; chiuso in agosto
Ingresso libero
Info: tel. + 39 0814976072; fax +39 08119360164; info@alfonsoartiaco.com; www.alfonsoartiaco.com
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