Appena conclusa la sua personale “The Brotherhood”, presso la Postmaster Gallery di New York, Federico Solmi (Bologna, 1973) torna a Napoli dopo sei anni di assenza, nell’incantevole e malinconica cornice dell’Ex Lanificio militare, nei pressi di Porta Capuana, ospite della Galleria Dino Morra Arte Contemporanea. In questa occasione, l’artista bolognese, che vive e lavora a New York da quindici anni, espone una trilogia video dal titolo impavido Chinese Democracy and the Last Day on Earth, un’opera ricca e multiforme, realizzata attraverso un lavoro di ricerca durato tre anni. L’opera si serve di tecnologie innovative, talvolta trascurate nell’arte contemporanea, proponendo una vera e propria narrazione, una storia raccontata attraverso un’accesa passione per il disegno e la pittura, mescolati a immagini estrapolate dal mondo dei videogiochi e della cultura pop.
L’opera è composta da tre parti, ciascuna di nove minuti – A Song of Tyranny, Chinese Democracy e The Last Day on Earth – in cui Solmi mostra la sua continua e quasi ossessiva attrazione per la società contemporanea, dandone tuttavia una visione distopica e coscientemente critica.
L’arte di Solmi è attraente e mobile, quasi in via di formazione e richiede uno sforzo di attenzione maggiore nel tenere l’occhio vigile su quel mondo, cui fa continuamente riferimento, che è esso stesso mobilità ed estensione, colore e non senso. Il legame con gli Stati Uniti e le sue influenze è evidente soprattutto nella resa plateale e satirica dell’immagine di una tirannide paurosa e altissima. Tuttavia, le figure dei potenti risultano come enormi fantocci grotteschi e manovrati, dall’andatura quasi infantile, che lasciano un’umanità – ormai brandizzata, incanalata in uno stampo, riprodotta e messa sul mercato in un crudele automatismo – nelle mani di aziende senza scrupoli.
Se da un lato Solmi guarda alla cruda fattività del mondo moderno, dall’altro conserva una certa fiducia nella letteratura, dalla quale dipendono molte delle sue opere. Questa trilogia parte dalle suggestioni della lettura di un testo, del biologo e fisiologo americano Jared Diamond, sul crollo delle civiltà, un tema che avrebbe consolidato nell’artista l’idea di una fine del mondo causata dall’errore di un leader politico.
L’interesse esercitato sul pubblico da questo tipo di satira, che si serve di mezzi e modi audacemente correnti, è altissimo, verosimilmente adeguato a una visione ampia e generale del mondo e delle sue vicende, che Solmi riesce a descrivere con un andamento dal dentro al sopra. L’artista è dentro le cose che descrive e le rielabora con procedure seducenti, utilizzando la propria voce e la motion captures device. Dunque, non sorprende che un metodo del genere possa aver incontrato le critiche di alcuni, come è avvenuto nel 2009, quando Solmi presentò a Napoli, presso la NOTgallery, il video The Evil Empire, ferocemente politico anche questo e costato a Solmi due processi per vilipendio alla religione e un sequestro. Esattamente nello stesso periodo, Solmi riceveva, negli Stati Uniti, il premio John Simon Guggenheim Fellowship per la video arte, un riconoscimento artistico tra i più ambiti in America.
Elvira Buonocore
mostra visitata il 28 ottobre
Dal 16 ottobre 2015 all’8 gennaio 2016
Federico Solmi, The Great Dictator
Dino Morra Arte Contemporanea
Piazza Enrico De Nicola 46 | Interno Ex Lanificio, 59 – 80139, Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00, il sabato dalle 10.00 alle 13.00, e su appuntamento
Info: morra.dino@gmail.com – 081 0332263