Fino all’Unità di Italia, il Regno delle due Sicilie era il regno più esteso e popoloso della Penisola, con una capitale, Napoli, che poteva vantarsi di essere la terza città d’Europa. Con la costituzione del Regno di Italia, perso il ruolo egemone, la città fu attraversata da una forte crisi economica e sociale.
All’interno di questo contesto storico, l’arte partenopea della seconda metà dell’Ottocento, nonostante tutto, ha sempre mantenuto fermento e vivacità, senza subire incrinature e riuscendo a costruire un importante sodalizio con Parigi che, nel frattempo, si imponeva come grande capitale internazionale della cultura moderna. I pittori e gli scultori di Napoli presenti nella città francese, a quel tempo, sono stati i più numerosi di quelli provenienti da qualsiasi altra parte di Italia.
“Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo”, mostra a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca, è il racconto di questo legame, a cui fa da cornice l’elegante Palazzo Zevallos Stigliano, sede delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo. Una Napoli che parla francese, dunque, ma allo stesso tempo una Parigi che conosce e apprende con entusiasmo il linguaggio napoletano.
L’attenta esposizione ricostruisce i rapporti con l’arte e la cultura parigine e sottolinea lo sviluppo che la pittura napoletana attraversa negli anni della rivoluzione Impressionista e delle grandi Esposizioni Universali, per quei generi pittorici che, al tempo, rappresentavano i più amati da collezionismo, critica e pubblico.
Giuseppe De Nittis, Alle corse di Auteil (Sulla seggiola), 1883, olio su tela, 107,5 x 57 cm. Barletta, Pinacoteca Comunale Giuseppe de Nittis
La mostra prende forma seguendo un excursus cronologico, fin da Giuseppe Palizzi, primo napoletano trasferitosi in Francia, che grazie alla sperimentazione di nuovi mezzi tecnici riuscì a rinnovare la sua pittura di paesaggio e a partecipare con successo ai Salons. L’esposizione continua considerando la pittura storica di Domenico Morelli e Gioacchino Toma, dalla quale arriva a delineare la svolta verso un nuovo genere emergente, la pittura della vita moderna, di cui, tra i principali protagonisti, vediamo Francesco Netti e Giuseppe De Nittis. Proprio la figura di De Nittis diventa cardine della mostra, con più di trenta opere esposte, a testimonianza di come sia stato colui che più di tutti ha avuto la capacità di confrontarsi appieno con i contemporanei impressionisti, senza venirne totalmente assorbito. Tra le opere presentate, maggiore rilievo viene dato a L’eruzione del Vesuvio, opera mai esposta prima. Particolare attenzione, all’interno del tipo di pittura della vita moderna, viene riservato anche ad Antonio Mancini, che regalò originali e alternative visioni all’interno del genere.
A chiusura del percorso, un’intera sezione dedicata esclusivamente al genio di Vincenzo Gemito, tra i protagonisti della rivoluzione della scultura moderna, di cui vengono esposti numerosi ritratti in terracotta e bronzo che racchiudono quella sua capacità di sintesi tra gli insegnamenti della grande statuaria classica e l’osservazione della natura, studiata dal vero.
Una mostra ricca e interessante, un lungo viaggio nel tempo indagato con puntualità che mette in risalto uno spaccato dell’arte napoletana tra le più importanti per la cultura moderna.
Annachiara De Maio
Mostra visitata il 5 dicembre 2017
Dal 6 dicembre 2017 all’8 aprile 2018
Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo
Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo 185, Napoli
Orari: da martedì a venerdì, dalle 10 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 20
Info: info@palazzozevallos.com