Sangue. Dappertutto. Cola, schizza, esplode. Eppure la mostra di Christian Leperino (1979) non è una semplice emorragia pittorica, perché il ragazzo ha talento e idee e, a dispetto del titolo, indaga ben oltre la “sur-face”.
Con la testa, scava nel corpo. Anzi, nei corpi. Innanzitutto nel proprio, concedendosi un lacerato autoritratto alla Francis Bacon, prima di incamminarsi su più tortuosi sentieri, cercando di coagulare gli apporti più vari avidamente assorbiti in un percorso d’indagine ad alto impatto. Tutto comincia, anzi continua, a Berlino, dove Leperino arriva l’anno scorso: in tasca, una borsa di studio al Kunst Werke, vinta a Bologna quale migliore under 30 ad ArteFiera. Germania uguale espressionismo. Ma pure Shoah, underground e, soprattutto, cosmopolitismo. Quanto basta per instillare nel ricettivo giovanotto napoletano una nuova Welthanschauung, da contaminare alla bisogna con il graffitismo metropolitano, l’arte tribale e –senza dimenticare il patrio suolo– il Caravaggio pasoliniano “di strada” e il filone più truculento e tenebroso del Seicento.
Così (ben) nutrito, il puledro di razza torna alla scuderia di Franco Riccardo per sbattere in faccia allo spettatore il proprio grido di ribellione di fronte all’ipocrita pruderie di una società mortificata da strati di belletto. Guardate: questo è il corpo. La natura lo ha voluto fatto di carne e di sangue: perché scandalizzarsene? Questa è la verità naturale. Ma l’uomo d’oggi ha ripudiato con tracotanza la Madre e ha fatto del corpo teatro di strazi efferati, arma letale per i fanatici, spoglia scucita e fusa al metallo per nuovi mutanti. In fuga dal proprio aguzzino, non può che scoppiare in cruenti zampilli. E, non pago delle sensazioni forti dipinte addosso ai propri simili, Leperino torna al video per calarsi nell’ipogeo del mondo civile, fino ad imbattersi nel “corpus circumvolutus” della periferia, degradata e amorfa come un feto abortito.
Estetica dell’orrido, mistica del sangue, pessimismo sociale: niente di tutto questo, anche se non si può non riconoscere all’artista un’inclinazione decisamente pulp, da barocchismo postatomico. La domanda, a pensarci bene, è un’altra: siamo sicuri che l’oggetto della mostra sia il corpo? E se questo fosse solo un epifenomeno? Forse, più che soffermarci sulle cicatrici e gli squarci della pelle, dovremmo addentrarci piuttosto nei cunicoli della mente, prestando attenzione a non calpestarne le macerie. Andare, fino in fondo, oltre le Sur-faces…
anita pepe
mostra visitata l’8 aprile 2004
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complimenti Leperino, contendi a Betty Bee la palma d'oro per la mostra più massacrata dai commentatori di exibart. ottimo risultato. a napoli pare si divertano a confezionare flops in continuazione. meno male che c'e' Kiefer...
questa è la dimostrazione che non è importante quello che si rappresenta ma come lo si rappresenta...
meglio il qui sotto Charlot..guardare per credere:
http://www.arbre-de-lune.fr/Charlot/p01.htm
Già tirare in ballo il nome di Bacon la dice lunga sulla mancanza di argomenti in fase di recensione da parte del "giornalaio" di turno. Forse l'unica somiglianza che trovo con Bacon e' tra le tele di questo Leperino, che e' letteralmente un "imbrattatore", e lo studio del genio inglese, le sue tavolozze, un gran casino che scompare completamente nelle composizioni del grande Francis, fatte di una pulizia e di un'eleganza che suggerirei ad alcuni "critici d'arte" di adottare per la propria scrittura...
Ho sempre pensato che l'artista fosse una specie di catalizzatore climatico-CULTURALE che raccontasse e a volte anticipasse il proprio tempo. In leperino vedo un accozzaglie di esperienze artistiche del passato trite e ritrite da più di 80 anni e non vedo sicuramente il un qualcosa di nuovo che un giove come lui dovrebbe darci.BASTA CON QUESTI CORPI DEFORMATI DALLA SOFFERENZA.
Ma perchè quando queste porcate le fa mendoza state tutti zitti e ve lo zucate, e quando invece le fa leperino avete tutti da ridire?
La critica dovrebbe essere uguale per tutti, no?
Caro chiosisa (anche se mi puzza di Leperino stesso), già da come parli si capisce il tuo grado di conoscenza in merito di arte. Basta vedere la causa che difendi per capire tante cose! Citi Mendoza senza sapere cosa ha fatto e cosa continua a fare nel campo della nuova figurazione ...bisagna contestualizzare quando un artista fa certe cose mentre la massa fa altro, poi il vento cambia e ci si ritrova ad essere un caposcuola o un punto di riferimento importante per molti. Leperino è un misero gregario che non ha idee e tecnica ed è convinto che mischiando qualche spuzzatina di colore qui o qualche pennellata sgangherata là si possa rappresenta lo strazio, la sofferenza o la disgregazione del mondo conteporaneo. Ci vuole ben altro! La prossima volta prima di pronunciare il nome di un artista, vai a studiare ...rischi di mischiare la merda con la nutella!
Non ho problemi, se ti piace tanto mendoza, continua a zucartelo.
Sarà pure un caposcuola, ma per me ha fatto e continua a fare cacate paragonabili in tutto e per tutto a quelle di leperino.
Della storia dell'arte me ne fotto, a me interessa provare qualcosa quando mi avvicino ad un'opera. Se devo leggere dei libri per capire cosa provare, significa che quel lavoro è inutile.
Mendoza un caposcuola, mi sembra esagerato,Tilmans,Salle e mille altri meno noti e non under age..comunque ha i suoi meriti e non si paragona a Leperino..please
chiosisa fa basta!
paragonare MENDOZA a Leperino NO!
nn so se credere a quello che scrivono e che hanno scritto i critici, e i commenti di voi poveri ragazzi (forse artisti?).
credo che il critico fa il suo lavoro molto bene e che il mercato dell'arte regna sull'artista... voi credete poveri ragazzi ("forse artisti?") che il vostro operato e il vostro senso critico vi giovi?
purtroppo mi sono imbattuto in questo stupido e ridicolo fuori orario, crepando però, di grasse risate... e dico grazie a voi poveri ragazzi (forse artisti?) di avermi tenuto compagnia per qualche attimo della mia vita... siete molto divertenti...
e grazie christian perchè almeno tu hai la sensibilità di un artista.