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in permanenza Creátor Vesevo Napoli, Parco del Vesuvio
napoli
Creátor Vesevo è un progetto di valorizzazione del territorio che passa anche per l’arte. Dieci sculture di pietra lavica al capezzale del vulcano. Per offrire un percorso vivo verso la bocca del cratere. Epilogo incruento di una gigantomachia o pietrificazione del mitico golem che alita nel corpo fluido del Vesuvio? Succede sopra a Napoli...
di Carmen Metta
Si incontrano risalendo la panoramica che da Ercolano porta al cratere, lungo la via dell’Osservatorio. L’idea di un percorso “animato” che accompagni la visita al vulcano -indicando una via alternativa al rispetto della sua fisicità- segue ad un preesistente progetto di valorizzazione del Parco e di promozione di iniziative ecocompatibili sul suo territorio. In accordo con i Piani Integrati previsti per l’area della Provincia di Napoli, Creátor Vesevo si aggiunge ai programmi Pit Vesevo e Urban Herculaneum, già indirizzati al recupero ambientale del paesaggio vesuviano e alla sua riqualificazione mediante attività produttive, turistiche e di servizi. Il progetto, da un’idea dell’architetto Massimo Iovino, ha trovato realizzazione a partire dal maggio 2005, quando i bozzetti degli artisti prescelti dal curatore designato Jean Noël Schifano sono pervenuti al Consorzio per la Tutela della Pietra Lavica per la messa in opera delle sculture.
Creature consacrate da parentele totemiche al mostro sacro Vesuvio, generate e non create dalla morsa della sua coltre infernale. Hanno in comune con le pietre delle antiche città vesuviane il fatto di essere state a lungo sepolte, e di aver conservato intatto lo spirito che le informava. Mark Brusse attribuisce alla pietra una sensibilità sinestetica perché testimonia, silenziosa, delle terribili catastrofi vesuviane, ma la plasma appena, animandola di grandi occhi marmorei che spiano gli echi convulsi dell’originario magma interiore. Il Totem di Dimas Macedo leva le braccia al cielo offrendo alla pietas del Vulcano la sua nudità essenziale di idolo ermafrodito, mentre Vladimir Velickovic evoca l’ecatombe del 79 d.C., che un cranio scalfito riecheggia, liberando un urlo sgraziato dalla carcassa imprigionata nel dolore.
Johannes Grütze fa il verso al cuore tenero dei vulcani, che implacabilmente offrono il ventre rigonfio, metafora di ambigue sorprese; più su la maschera di Pulcinella di Lello Esposito ammicca nascondendo gli occhi e mandando innanzi il naso, personificazione di un genius loci birichino.
L’islandese Rúrí scolpisce un levigato solido dal doppio profilo arrotondato e appuntito e lo intitola Terra vivax, per riferirlo ad una condizione di millenaria instabilità, ribadita dal vacillante assetto su cui poggia la struttura. Il Torso del Vesuvio di Miguel Berrocal sfrutta la classica ambiguità del tema, tra elogio dell’umana bellezza e tirannia del Gigante ribelle, ma il petto minaccioso è opera di un macchinoso incastro, che allude a una frammentaria perfezione. Face au Vésuve di Deni Monfleur è un ritratto di famiglia, nell’istante in cui le pose degli astanti divergono tra loro, attratte in disparate direzioni da misteriosi richiami.
Forse l’ Icaro di Antoni Seguì è finito a testa in giù perché le sue ali di cera hanno sfiorato troppo da vicino il respiro bollente del vulcano? Certo L’angelo del fuoco di Alexandros Fassianos, stele votiva o pietra miliare, segna da presso l’entrata dell’Ade…
link correlati
Creátor Vesevo
Parco Nazionale del Vesuvio
carmen metta
mostra visitata il 30 ottobre 2005
Creátor Vesevo – mostra permanente
Come raggiungere il Museo:
in auto: lungo l’autostrada A3 Napoli-Salerno, uscita Ercolano;
seguire le indicazioni per il Vesuvio.
in treno: Circumvesuviana linea Napoli-Sorrento, stazione Ercolano Scavi.
Nel piazzale della stazione è attivo un servizio di taxi collettivi ed una linea su gomma della Circumvesuviana per il Vesuvio.
per info e contatti sulla visita – ufficio turistico comune di ercolano: +39 081 7881243
[exibart]
l’iniziativa è interessante peccato che il pulcinella compaia da pertutto come il prezzemolo.prossimamente solo mandolini,pizza e sculture di sofia loren.tanto per infarcire il tutto del giusto provincialismo furbetto.un saluto