Il palazzo fu costruito nel 1500 per il generale d’Alarçon, divenne poi regale dimora del principe Leopoldo di Borbone, infine restaurato e riportato a nuova vita dai Sirignano, ha ad intervalli svolto un ruolo di rilievo nella produzione artistica e culturale della città di Napoli. Con lungimiranza e consapevolezza, la Tirrenia espone nella storica dimora la propria raccolta di dipinti, sculture, arazzi, opere di diversa provenienza delle quali sarebbe difficile rintracciare un denominatore comune se non il lavoro sul e per il mare.
Ad accogliere i visitatori è l’imponente scalone, opera dei fratelli Francesco e Vincenzo Jerace, le cui decorazioni mostrano un orientamento affine a quello dei cultori dell’Art Nouveau.
Dagli ambienti del piano nobile alle grandi sale conclusive del percorso storico, culminante con la spettacolare sala da pranzo e le sue stupende decorazioni lignee è aperta ai visitatori non solo una dimora vibrante di memorie storiche ma un vero e proprio documento del gusto e della cultura artistica e architettonica dell’Ottocento. Leopoldo di Borbone rese il palazzo centro delle intense relazioni culturali e mondane e sede del suo laboratorio. Nel 1889 Giuseppe Caravita, principe di Sirignano, lo trasformò e creò il Rione Sirignano. Grazie all’apporto di artisti come Cangiullo, Morelli, Palazzi, Delbono, la dimora fu da traino nello sviluppo delle arti figurative nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento ospitando, nel 1891, la prima Esposizione Permanente della Società Napoletana degli Artisti. Alla morte del principe e dopo un complicato giro di compravendite nel 1937 passò in proprietà alla Tirrenia Navigazione.
L’apertura al pubblico del palazzo e la presentazione della collezione d’arte della Società non è che il completamento di un lungo percorso intrapreso nel 1984 e portato avanti dall’azienda con costanza, nella convinzione che uno dei palazzi più belli di Napoli potesse e dovesse essere restituito alla città, ha sottolineato l’amministratore delegato della Tirrenia, il toscano Francesco Pecorini.
La collezione, che comprende anche quattro pregevoli tele del XVII secolo, è formata da quadri e sculture del tardo Ottocento e Novecento. La pittura di mare è ovviamente un tema dominante nelle opere di Grimani, Colucci, Ricci, Coccorante, Tommasi e Sacheri. Nucleo dell’esposizione è il gruppo di nove tempere su carta di Mario Sironi, un unicum nella sua opera del dopoguerra, e la grande Composizione (figurazioni allusive alla vita sul mare) del 1948, proveniente dalla sala da pranzo della motonave Esperia. Un’opera nella quale, abbandonata ogni rigidità, il colore circola come linfa vitale depositandosi con maggiore intensità nella zona centrale, fino quasi a farla brillare. Lo stesso gioco di colori che si ritrova anche nel suo grande arazzo realizzato nel 1959 per la turbonave Leonardo da Vinci, dove la tavolozza, però, assai più scarna, si concentra sulle tonalità di beige, rosso, rosso scuro e grigio-nero a suggerire, nonostante il titolo di Astratto, certe tapisserie medievali, sia per i colori ridotti sia per la disarticolazione parziale delle scene. Esposti, anche, gli arazzi di Sadun, Perilli, Scordia, Sanfilippo realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta per le grandi navi da crociera destinate alla rotta Genova-New York: la Leonardo Da Vinci, le gemelle Michelangelo e Raffaello e la motonave Esperia. Notevole anche il gruppo di opere di Savinio nelle quali è riproposta una molteplice riflessione sui temi del mare, delle rocce, della terra, del cielo. Non è possibile però non menzionare le opere di: Maccari,Monachesi, Tassinari, Fiume, Gentilini, Santomaso, Corpora, Lippi. Spira la stessa suggestiva aria marina anche nelle sculture di Cascellae Pomodoro; il capolavoro è senz’altro, però, il Ritorno di Ulisse, bassorilievo di Greco del 1965.
Uno dei simboli più prestigiosi dell’arte e della cultura che la città di Napoli possa vantare sarà fruibile, e a noi non resta che riconoscere alla Tirrenia questo merito.
Francesca Fortunato
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Quanti palazzi a Napoli, ma anche in altre città nascondono tesori immensi! una operazione davvero intelligente quella della Tirrenia, grazie!