E già perché la mostra su Luca Giordano, presentata con tanto anticipo a Roma ed in programma per la primavera napoletana (3 marzo – 4 giugno, Castel Sant’Elmo e Museo di Capodimonte), ha davvero il sapore di un evento internazionale. Basti pensare ai suoi organizzatori: la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, il Kunsthistoriisches Museum di Vienna, il Los Angeles County Museum of Art, in collaborazione con l’Associazione Civita e l’Electa di Napoli. Nonché al coinvolgimento in prima linea dello stesso Ministero dei Beni Culturali che, come ha spiegato la Ministra, “tende a limitare il numero di mostre che promuove direttamente, ma punta sulla qualità”. Della serie “poche ma eccellenti” insomma, e la Melandri ha promesso che l’evento-Luca-Giordano non avrà nulla di che invidiare a quelli “Bellori” (Roma), “Giotto” (Firenze) e “Bellini” (Venezia), parola di Ministra! Ma veniamo ai contenuti della mostra: “è un inno alla fantasia di questo paese”, ha dichiarato euforico Nicola Spinosa, Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Napoli, “poiché della libertà fantastica seicentesca Luca Giordano è il massimo esponente”. La fantasia coloristica, l’eclettismo, e le sperimentazioni del grande pittore napoletano saranno dunque illustrate da 120 dipinti e 60 disegni, provenienti da raccolte private e dai maggiori musei europei ed americani. La mostra documenterà l’intero percorso artistico di “Luca fa presto” (soprannome attribuitogli per la sua velocità d’esecuzione): dagli anni Cinquanta della formazione giovanile e della prima maturità, quando il pittore sviluppò, sull’esempio del Ribera, una serie di originali esperienze in chiave naturilastica, alla successiva adesione agli esempi luminosi di Rubens, Pietro da Cortona e Poussin, per arrivare alla produzione della definitiva maturità (dagli anni ’70 agli inizi del secolo successivo), quella cioè delle grandi composizioni di respiro barocco realizzate per illustri committenti d’Italia e d’Europa (come i Medici a Firenze, il Vicerè di Napoli, nonchè gli Asburgo di Spagna). Le sedi principali della mostra saranno Castel Sant’Elmo (dove l’allestimento di Lucio Turchetta mirerà a rendere ancor più suggestivo il contrasto tra la sobrietà delle mura tufacee del castello e la potenza coloristica di Giordano) ed il Museo di Capodimonte; ma sarà l’intera città di Napoli, con le chiese ed i conventi che ospitano gli affreschi di Giordano, il vero palcoscenico dell’evento, a testimonianza di quella connessione strettissima tra arte e vita reale che è poi il succo del Barocco napoletano. Oltre agli itinerari guidati nel centro storico di Napoli, accompagneranno la mostra una serie di attività: dal teatro ai concerti, dalle iniziative didattiche ai laboratori per bambini. “L’evento Giordano” s’inserisce infatti nell’ambito della più vasta politica di valorizzazione dei beni artistici campani messa in atto dal Ministero Melandri, in stretta collaborazione col “sindaco a vita” Bassolino. Un’armonia d’intenti che, secondo le anticipazioni fornite dal Presidente della Regione, culminerà, entro gennaio, in un accordo di programma tra Ministero e Regione sulla valorizzazione culturale del territorio. Un accenno merita infine il prestigioso catalogo edito da Electa, con i saggi di Oreste Ferrari (curatore della mostra e massimo studioso di Luca Giordano), Giuseppe Scavizzi, Nicola Spinosa e di altri critici europei, il repertorio biografico e documentario dell’artista, nonchè le schede di tutte le opere esposte, accompagnate da illustrazioni a colori. E’ prevista infine la realizzazione da parte di Selfin (Gruppo IBM) di un CD ROM di un sito internet sulla mostra (www.capodimonte.selfin.net).
[exibart]
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Luca fà presto,speriamo che presto napoletani e non salgano a castel sant ' elmo e ammirino il grande luca.Eclettico,poliedrico,europeo...
"NApoletano",l'ultimo del 600 ma continua con SOlimena.E che il resto d'italia si accorga di cosa voglia dire pittura del 600 napoletana ,che tanto ha dato alla pittura.Ringraziamo il soggiorno del caravaggio nel 1606 e il secondo del 1609 10...(Luca Giordano ha molteplici matrici culturali)La mostra deve ancora avere inizio ,mi auguro che abbia successo e promuova una consocenza del grande seicento napoletano a tutti.E speriamo che Napoli non sia un freno..Beh almeno non si vedranno le luccicanti signore e i brillanti signori di "certe mostre"...Che bello!ALtro sapranno dire???Forza Luca
Per Alessandro: non credo che l'Italia abbia bisogno di accorgersi del '600 napoletano, mi sembra che questa scuola sia ben rinomata e riconosciuta, anche a livello internazionale.
Stiamo parlando di Luca Giordano, mica di un pinco pallino qualunque. Semmai sarebbe gradita un'indagine proprio su certi aspetti del '600 sconosciuto, su artisti che, pur meritandolo, non hanno la fortuna di godere di ribalte come questa; sui pinchi pallini insomma. Siamo alle solite: ci attestiamo sempre intorno a quei pochi nomi e, perdendo di vista le figure meno note, perdiamo di vista il tutto e le vere coordinate della nostra evoluzione figurativa.
Caro Studioso,
facci sapere sulla tua ricerca. Anche noi potremmo essere interessati!
Sono veramente contento di questa iniziativa della mostra di Luca Giordano, perché questo grande pittore ha lavorato a Montecassino e anche se i suoi meravigliosi affrescchi sono andati perduti per la sciagurata guerra, si conservano ancora i suoi bozzetti e in questi giorni li sto studiando per la pubblicazione di un CD. Perciò sono interessato anche a vedere la mostra. Grazie Giovanni D'Orefice
la mostra è comiciata...andateci,accorrete numerosi!Finalmente anche a Napoli una mosta grandiosa.E che anche in futuro gli spazi di Castel Sant'Elmo siano utilizzati,era dai tempi della mostra sul Ribera che non ospitava rassegne così importanti. E potrete incontrare anche "grandi" come Dulbecco,stamattina l'ho visitata e ho incontrato tale illustre persona.Che dire di Luca Giordano,non spetta certo a me elogiarlo... la sua versatilità, l'intarsio della sua cultura , dei suoi riferimenti...dal terroso e brumoso Ribera , il luminismo sfavillante di un Rubens , la preziosità cromatica di Pietro da Cortona , il neovenetismo...le scenografie , la pittura abbreviata alla Velazquez , fino alla levità pittorica degli ultimi anni oramai già roccocò.Come risalta bene la sua ora calda , ora sfavillante , ora lucente materia pittorica , sui muri tufacei del bel castello.
Salite anche sul piazzale d'armi e vedrete una stupenda visione d'insieme avolo d'uccello della mia città . E accanto la certosa di San MArtino con il trionfo di giuditta , spazialità irraggiungibile , pienamente settecentesca . SOno sicuro del successo della mostra , "le favole e le historie di Luca fa presto " colpiranno...