Un tributo all’arte del nostro tempo, come consuetudine della famiglia Trisorio che lavora in modo encomiabile, ed è testimoniato dalle numerose presenze in sala, segno del gradimento e dell’interesse che riscuote la manifestazione nella città di Napoli.
Da Venerdì 26 a domenica 28 Ottobre ogni giorno dalle 17.00 alle 24.00 sono stati proiettati circa otto documentari, in versione originale, con traduzione simultanea in cuffia, suddivisi in tre sezioni principali: arte e dintorni, architettura e fotografia.
Il concetto di film sull’arte si avvale di una varietà di generi di narrazione: dal profilo biografico alle indagini su opere, a città e luoghi d’arte, a mostre o installazioni.
Può avere le caratteristiche di un classico documentario, o la documentazione di happening, oppure consistere in un vero e proprio videoarte.
I filmati non hanno distribuzione nel grande circuito, ma sono frutto di una ricerca nelle videoteche di grandi
Un film sull’opera di Frank Gehry: An Architecture of joy, di M. Blackwood, ha dato il via alla manifestazione, facendoci fare un vero e proprio viaggio nei progetti e nelle opere di Bilbao, Minneapolis e Berlino dell’artista californiano.
La Cornovaglia è lo scenario diArthouse: the Cowboy and the Eclipse, la cronaca del Progetto Spyspace dell’artista americano James Turrell realizzato in occasione dell’eclissi solare nell’agosto 1999.
Introdotti dalla padrona di casa, per alcuni film sono presenti i registi in sala. Ed è proprio Heinz Peter Schwerfel in persona, a spiegarci il messaggio del suo documento su Kounellis in Mexico, una silenziosa visione della mostra dell’artista greco presentata in una cattedrale nel cuore di Città del Messico nel gennaio del 2000. Il regista afferma di non fare nessuna critica d’arte con la cinepresa, nessun atto creativo, ma un film sulla creazione dell’artista.
Tita Jankala, anche lei presente in sala, dalla Finlandia, ci presenta il suo Immagine at Work: uno spaccato sul lavoro creativo di un’artista sua connazionale Melena Hietanen che utilizza materiali inconsueti per le proprie opere come capelli, silicone e fibre ottiche.
Anche per la sezione fotografia il regista Claudio Adorni era in sala per introdurreil bianco che annulla , un filmato che ha come protagonista il fotografo Mario Giacomelli che ci accompagna nei luoghi della sua quotidianità, della sua storia di fotografo e di uomo tra i suoi libri, i suoi oggetti più cari.
Si è proseguito nei giorni successivi con gli altri film in programma su artisti quali: Rebecca Horn, Daniel Buren, Not Vital, un’intervista ad Ettore Spalletti in occasione della personale allestita al
Gli storici sono accontentati con un film del 1905, la danza caleidoscopica diLoie Fuller.
Per l’architettura si sono susseguiti dei reportage sulle opere di: Santiago Calatrava, Frank Gehry, Oscar Niemeyer, Shigeru Ban, e sui fotografiWalker Evans, (sequenze d’archivio girate con lo stesso Evans nel 1968), e Jeff Wall uno dei primi ad esplorare la connessione tra fotografia e cinema. E’ la possibilità nata con l’invenzione tecnologica dei Lumiere, nel lontano 1895, di avere una testimonianza viva della realtà, che in questi casi è una finestra sull’anima dell’artista, sulla loro creatività. Niente più ipotesi o tesi, la chiarificazione è data da questi documenti che ci permettono di vedere il volto, sentire la voce dell’artista che in genere parla attraverso la sua arte.
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Carolina Guadagni
[exibart]
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Una grande rassegna per la Grande Napoli di questo periodo!
Mi farebbe piacere sapere se è disponibile il catalogo e come si può fare per averlo; potrebbe essere utilissimo anche in Università.
Ciao, grazie... hai aperto spiragli preziosissimi.
Fammi sapere, se puoi.
La rassegna è stata molto interessante, anche perchè non capita tutti i giorni di vedere, attraverso lo sguardo del cinema, l'oggetto d'arte, normalmente sezionato, goduto, partecipato, a partire solo e soltanto dalla nostra particolarissima capacità empatica. Poi uno spunto di riflessione: circa lo sguardo di secondo livello che è il cinema, rispetto al nostro, immediato, (sulle mediazioni percettive e, dunque, i differenti gradi di realtà, mi si lasci passare questa concezione
realista) sarebbe interessante evidenziare il percorso che nel suo interno si snoda, ovvero come il cinema ha variato i caratteri del suo punto di osservazione, come ha imparato a vedere diversamente non il "puro oggetto" ma già la sua rappresentazione, l'arte, appunto. E forse ciò, con questo materiale a disposizione, è possibile.
Il catalogo era in distribuzione gratuita alla rassegna, potresti richiederne una copia direttamente all'associazione culturale Trisorio, Riviera di Chiaia 215 Napoli tel/fax 081414306.Ciao