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Negli ultimi mesi da queste parti non si parla d’altro. Da un lato uno dei siti archeologici più famosi del mondo che tenta un timido rilancio, ma che resta schiacciato dalla gestione pompeicentrica della sovrintendenza, dall’altro un ricco magnate americano che sogna di risollevare le sorti della città antica a suon di miliardi(10 miliardi all’anno per 10 anni).
Non è la trama di un romanzo però vi assomiglia; ciò che è certo è che la Fondazione Packard Humanities Institute sostenuta da Dave Woodley Packard della Hewlett&Packard sembra seriamente interessata a sponsorizzare un programma di crescita del sito sia per quanto concerne nuovi scavi, sia per il mantenimento dei reperti attuali.
Della notizia non si fa segreto in Comune e nei giorni scorsi dovevano a stento trattenere la soddisfazione quando si vedevano visitati dal console americano con tanto di macchinone e bandierine. Le uniche perplessità americane sembrano legate alla concreta attuazione del piano.
In altre parole, ci si interroga su chi debba realmente definire e realizzare il progetto e su chi veglierà visto che l’intera vicenda si svolge in un territorio ad altissima pericolosità camorristica.
Ma in attesa del rilancio, l’antica Hercolaneum è lì, pronta a farsi ammirare e a lasciare stupefatti i visitatori. Gli scavi cominciarono nel 1709 con la scoperta del Teatro e proseguiti con la Villa dei Papiri detta così perché al momento dell’eruzione del 79 d.c. conservava un’enorme biblioteca papiracea della quale sono stati rinvenuti 2000 rotoli in stato di carbonizzazione. La città antica, di origini greche, come evidenzia la struttura urbana divisa in cardini e decumani disposti ortogonalmente; fu trasformata nel 89 a.c in municipium romano, ed è particolarmente famosa per le dimore patrizie, destinate perlopiù alla villeggiatura, tra cui vanno ricordate la Casa Sannitica risalente al II ec.a.c., l’elegante Casa dei Cervi che custodisce il gruppo scultoreo dei “Cervi assaliti dai cani”, o la raffinata Casa del Bicentenario caratterizzata da un suggestivo atrio con pavimento a mosaico e pareti ricche di raffigurazioni mitologiche.
Va menzionata, infine, la grande area rettangolare che forma la Palestra, circondata da uno splendido colonnato corinzio e le ben conservate Terme risalenti all’epoca di Augusto.
Dunque, già oggi vale la pena immergersi nella suggestione del luogo passeggiando tra le rovine in attesa che l’intervento privato e le istituzioni preposte valorizzino nella giusta misura l’immenso patrimonio storico
e artistico della città fondata da Ercole.
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Ciro Di Nardo
Area archeologica degli Scavi di Ercolano
Dove:Ercolano, via 4 novembre, tutti i giorni, Orari di entrata: dalle 9 ad un’ora prima del tramonto, festivi aperto., Ingresso £.15.000, tel.081.7881243, Accesso ai
disabili: Si; Servizi igienici:Si; Lingue Straniere:Si; Bookshop: SI, Audioguide: NO, Bar/ Ristorazione: No,ma nelle adiacenze ; tempo di visita: 90 minuti
[exibart]
La scorsa estate sono stata a Pompei ed Ercolano. Facendo un confronto, Ercolano è stata una vera delusione! Scarse o assenti le informazioni per i visitatori, molti ambienti chiusi, transennati o impraticabili a causa di crolli !?!? Speriamo riescano presto a fare qualcosa di “buono”, valorizzando questi scavi così importanti!! è un vero peccato tenerli in quello stato!
Tiziana non sai in quanti siamo a pensarla come te. Purtroppo grazie ad una seppur limitata conoscenza del “mondo” dell’archeologia sono molto pessimista.I siti vesuviani sono la punta di un iceberg fatto di molte cose che hanno poco a che fare con l’amore per la cultura. Se ti interessa leggi un mio “sfogo” che commentava un’altro articolo presente su exibart. http://www.exibart.com/IDNotizia1657.htm
ciao.
Ciro, mi dispiace criticare, ma credo che il problema non sia una gestione “pompeicentrica” della soprintendenza.Purtroppo credo che il problema sia molto più generale. D’altra parte le operazioni “monstre” come sembra essere quella di Packard di solito non sono all’insegna del buon senso , privilegiano restauri fantasmagorici ma parziali. Manutenzione, quella ci vorrebbe, continua e poco costosa. bisogna consolidare le strutture già scoperte, altro che nuovi scavi. Tra le altre cose, non so se sia vero, io sapevo che packard in origine era interessato a pompei.Non è un rimprovero a te , anzi mi fa sempre piacere leggere qlc sulle magiche città all’ombra del vesuvio, ma volkevo solo esprimere il mio punto di vista.
Il problema degli scavi di Ercolano è antico forse quanto gli scavi stessi. Come al solito la pietà/interesse di un magnate prevale sulla lungimiranza degli amministratori locali. C’è da dire che nel mondo, ovunque io sia andato, mi hanno chiesto di Pompei e quasi mai di Ercolano. Di conseguenza ecco la predilizione per Pompei. Bisogna dire che, come conferma un articolo sul National Geographic di qualche mese fa, Ercolano potrebbe vantare una delle più interessanti biblioteche antiche dell’umanità. L’unico particolare è che per riscoprire questa biblioteca sono necessari degli scavi.
Secondo voi un turista sarebbe interessato a visitare Ercolano se all’interno degli scavi fossero esposti libri di 2000 anni fa?
Un saluto a Ciro Di Nardo e a tutte le persone sensibili a questo problema.
Marco
Articolo di grande interesse!
Grazie Cia’
Vorrei ricambiare i saluti all’amico Marco: non sapevo che fossi, oltre che raffinato musicofilo, anche attento ai temi dell’arte; vuol dire che siamo proprio una “classe” di ferro.Ciao e a presto(forza napster).
Ringrazierei anche Nerone, tuttavia non lo nominerei mai sovrintendente agli scavi di Ercolano…con quel nome…..