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Paolo Puddu (Napoli, 1986) indaga da tempo le diverse declinazioni di “confine”, analizzando quella linea che separa e allo stesso tempo unisce, una traccia ambigua, relativa e spesso astratta, che serve a razionare e razionalizzare uno spazio, includere o escludere una popolazione da un luogo o da un contesto, proteggersi entro un margine, affermare la propria autonomia e individuare tutto ciò che è altro. In Doppia coppia (2014-2015) l’altro è parte del sé, Puddu presenta il concetto di dicotomia, dove l’immagine dell’orizzonte insieme a una doppia scultura suggerisce la separazione di un’entità in due parti che non necessariamente si escludono a vicenda ma, al contrario, possono essere complementari. Dunque, l’orizzonte è punto di frattura e di congiunzione, un limite evanescente che segna un equilibrio instabile. In a theory of justice (2016) analizza, invece, il margine d’azione dell’individuo rispetto a un equilibrio globale e, seguendo la linea di confine tra l’estetico e l’artistico, tra l’ideale e il reale, mentre in smerghetto time (behind his back) (2016/2017) esplora le barriere culturali e sociali della laguna veneziana, muri intangibili che celano le identità dei luoghi spesso nascoste dietro paesaggi sterili e occultate da “ingannevoli vetrine”.
In Follow the shape (2017) l’opera con cui Puddu ha vinto la V edizione del concorso “Un’Opera per il Castello”, progetto a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli, il confine è la linea di contorno di un’immagine, di un castello, di Napoli. L’opera permanente, accolta negli spazi di Castel Sant’Elmo, è inoltre accompagnata da un video di Antonio Longobardi che sintetizza le fasi di elaborazione del progetto, e dalle fotografie di Neal Peruffo e Assunta D’Urzo.
Follow the shape è un lavoro di frontiera, si pone in limine tra il visibile e l’invisibile, tra il materiale e l’immateriale, segnando concretamente il punto di contatto tra Castel Sant’Elmo, il paesaggio in cui si inserisce e il pubblico a cui si rivolge. Il titolo dell’opera è un monito a esplorare il luogo in un’esperienza plurisensoriale, seguendo quella linea contigua che segna il perimetro della piazza d’Armi del Castello ed evidenzia lo spazio al di là da questo, puntando a comunicare l’altro da sé, l’altrove, ciò che resta tra le pieghe del tempo e dello spazio. Il corrimano, progettato e realizzato da Puddu, sintetizza lo scarto tra la visione e l’immaginazione, è un lavoro di traduzione dal visivo al plastico per rendere scultoreo l’immaginario. Lungo il belvedere, impressi sul corrimano, corrono alcuni brani tratti da La terra e l’uomo (1947) di Giuseppe De Lorenzo, parole che descrivono Napoli in un alfabeto braille “fuori forma”, i caratteri sono infatti più grandi degli standard utilizzati, per conferire all’opera un aspetto particolarmente icastico, materiale e incisivo, per dare modo a chi legge di soffermarsi sulle parole. Rallentare e riflettere sembra essere il suggerimento dell’artista, poiché, in un mondo “touch” in cui toccare è diventato sinonimo di velocità e molto spesso di dispersione di concentrazione e di conoscenza, è necessario tornare a sfiorare per sentire. Il lavoro è un punto di incontro tra le diverse modalità di interpretazione visiva, pone tutto il pubblico sullo stesso piano giacché “la percezione richiede impegno” sempre, a prescindere dalla condizione di chi legge. L’opera supera le barriere del visibile per inoltrarsi nei percorsi del senso e seguendone la forma, passeggiando con essa, toccando la trama metallica che segna le mura del Castello, il pubblico entra materialmente in contatto con l’immagine di Napoli, «il corrimano diviene la voce narrante di ciò che è dinanzi, ma anche luogo di incontro, spazio di coesistenza tra l’immagine e ciò che sfugge al campo del visibile», scrive l’artista nel catalogo dedicato al premio ed edito da Arte’m.
Ilaria Tamburro
Mostra visitata sabato 21 gennaio
Opera permanente
Paolo Puddu, Follow The Shape
Castel Sant’Elmo
Via Tito Angelini, 22 – Napoli
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 18. Chiuso il martedì.
Info: pm-cam.santelmo@beniculturali.it