Attratto da Warhol e dall’uso meccanico della
riproduzione dell’immagine, a partire dal 1999 Barbieri indaga la realtà urbana
utilizzando la tecnica del fuoco selettivo, “per trasformare il mondo in un
modello” e
ritornare sulle verità storiche guardandole da un nuovo punto di vista. Così,
dopo Roma e Torino, con le quali ha inizio il progetto, e dopo Milano, Catania,
Firenze e Genova, è la volta di Napoli.
Le immagini presentate dal
travagliato museo partenopeo non sono tante e non sono neanche originali, ma
bastano a restituire il respiro pullulante e profondo di una delle città più
controverse e raccontate del mondo. Con la sinteticità di un occhio rinnovato,
Olivo Barbieri prova a saltare l’ostacolo della banalità, riuscendo a
emozionare ancora con tratti e profili già visti.
Frequentatore dell’Oriente, ha
imparato a guardare le città in un altro modo, oltre la comune modalità
d’osservazione, svelando che c’è sempre qualcosa che era sfuggito, qualche idea
che non si era colta, nel tentativo desiderato di reinventare se stessi
immaginando nuove realtà.
Il suo sguardo super partes dà risalto ai contorni, quasi
ritagliandoli con i sapienti giochi delle sovrapposizioni e degli artifici
chiaroscurali, non perdendo occasione per delineare la netta demarcazione
onnipresente tra la bellezza svettante di una natura matrigna e la forza della
debolezza umana.
Lo sterminator Vesevo è sempre lì, da secoli, a
dominare la città e il mare, decidendo i destini e le avventure di un popolo.
Vista dalle nuvole, Napoli sembra immersa nel silenzio, in un’atmosfera di
armonia e ordine che si può cogliere solo dall’alto. E le case, i palazzi, i
castelli, gli uomini sono quel poco di finito che unisce il mistero senza fine
di cielo e terra.
Sorseggiando Ron Zacapa, tutto
pare immobile, ma si muove sotto i nostri occhi, bucando la pragmaticità
oggettiva della fotografia e aprendo la porta al sogno e all’immaginazione. “Qual
è, insomma, la differenza tra una fotografia d’arte e una fotografia e basta?”: è la domanda che Barbieri
confessa di aver sentito troppe volte. Un interrogativo frequente e complicato,
che l’artista prova a risolvere con una citazione di Man Ray: “Dipingo quello che non posso
fotografare. Fotografo quello che non riesco a dipingere”.
Barbieri
a Oderzo
ivana porcini
mostra visitata il 22 settembre
2010
dall’otto al 27
settembre 2010
Olivo
Barbieri – Site specific_Napoli 09
MADRe – Museo d’Arte Donna
Regina
Via
Settembrini, 79 (zona San Lorenzo) – 80139 Napoli
Orario: da
lunedì a venerdì ore 10-21; sabato e domenica ore 10-24; martedì chiuso
Ingresso:
intero € 7; ridotto € 3,50; lunedì ingresso libero
Catalogo
Silvana Editoriale
Info: tel. +39
08119313016; www.museomadre.it
[exibart]
Memorie personali e storia collettiva si intrecciano in un drammatico racconto visivo: alla Galleria Fonti di Napoli, la prima mostra…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra vecchi maestri e artisti emergenti in giro per…
Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Sei consigli (+1) di letture manga da recuperare prima della fine dell'anno, tra storie d'azione, d'amore, intimità e crescita personale.…