È un’ex giovane promessa dello star system dell’arte, oramai affermatissimo interprete della scena internazionale, che ha scelto questo sulfureo luogo per mescolare il prodotto spontaneo delle fumarole a quello di fumanti motociclette portate fin qui.
Aaron Young (San Francisco, 1972; vive e lavora a New York) è un’artista che, sin dai suoi esordi al San Francisco Art Institute prima e alla Yale University poi, ha sempre fatto parlare di sé per le sue opere di rottura e innovazione.
I suoi lavori spaziano dalla scultura (calchi di pietre in bronzo smaltato che rivendicano, mediante scritte a spray, la loro appartenenza ad altri luoghi) alla pittura (serigrafie bicolore che, fissate per qualche minuto, lasciano impressa sulla retina l’immagine di Cristo) fino a opere eseguite con altri mezzi tecnologici non usualmente associati all’arte, come nel caso dei lavori su vetro prodotti con schizzi di sgommate di
biker, sui quali si delinea la sagoma di un uomo, protetta durante l’azione da una pellicola di plastica.
È questo tipo di opere che apre la via alla triade delle
Aaron’s motorcycle performances, svoltesi a New York, a Mosca e infine a Napoli. In
Smoke Flows in all Directions, questo il titolo della performance puteolana, cinque folcloristici motociclisti partenopei, più un sesto abilissimo newyorkese, hanno fatto stridere le ruote delle loro moto su di una serie modulare di pannelli in alluminio, montati su una pedana e ricoperti di vernice nera. L’attrito delle ruote e gli “sfrizionanti” movimenti circolari dei motociclisti hanno rimosso lo strato superficiale della vernice, lasciando a vista i colori sottostanti.
Creando, in tal modo, una serie di pannelli con striature che l’artista siglerà come opere.
Alla vigilia della performance, le dichiarazioni d’intenti sono state tutte legate all’
Action painting di
Jackson Pollock. Ma, laddove con Pollock era l’artista a eseguire personalmente le proprie opere, legate alla sua gestualità, a sessant’anni di distanza l’artista Young esercita la cernita su un materiale gestuale – anche se il gesto è compiuto tramite una motocicletta – di cui ha la paternità ideativa ma non realizzativa.
Che l’artista non esegua personalmente l’opera l’ha teorizzato l’Arte concettuale sin dai suoi esordi, alla metà degli anni ‘60, nei
Paragraphs on Conceptual Art, ma le opere realizzate da terzi e formulate nei
Paragraphs da
Sol LeWitt non erano mai azioni espressionistiche o gestuali, bensì seguivano un preciso progetto esecutivo. Aaron Young compie una sintesi – che quarant’anni fa sembrava impossibile – di due movimenti artistici americani almeno teoricamente agli antipodi: quello dell’Espressionismo astratto e quello del Concettuale.
Calcolo o caso? Bisognerebbe chiederlo all’artista che, durante la performance, si aggirava sul bordo della pedana dando sporadiche indicazioni ai motociclisti.
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praticamente, una stronzata. e hanno il coraggio di farla. e hanno il coraggio di scriverne
Madonna che fesseria!!!