24 marzo 2009

fino al 28.III.2009 Marcus Harvey London, White Cube

 
L’invito alla ribellione che proviene dai Clash. Per orchestrare una personale graffiante. Al centro di tutto, la temuta Tatcher. In un ritratto composto da teschi e gingilli erotici...

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Scendendo giù per la tube londinese e osservando la gente smistarsi ordinatamente in due file per accedere alla scala mobile, ogni eventuale dubbio sul perché il movimento punk sia nato in questa nazione si scioglie. Appare subito chiaro che la certezza dell’ordine è la vera regina qui. E dove c’è una regina, da qualche parte c’è sempre qualcuno che prepara patibolo e ghigliottina.
La mostra di Marcus Harvey (Leeds, 1963; vive a Londra) da White Cube sembra celebrare esattamente questa doppia corrente che percorre lo spirito inglese. Il conflitto tra due volontà precise: l’ordine e la ribellione.
Nella sala troneggia Maggie, un enorme ritratto di Margaret Thatcher, riconosciuta dall’artista come uno dei personaggi che hanno influenzato di più la sua vita, oltre a quella nazionale. L’immagine scelta è quella ampiamente nota per esser stata il simbolo della campagna elettorale dei conservatori nel 1987.
Il volto composto e deciso del Primo Ministro, con la sua messa in piega perfetta, gli orecchini di perla e neanche un accenno di morbidezza femminile, è però provocatoriamente raffigurato su un calco in altorilievo, composto da oltre 15mila oggetti, Marcus Harvey - Maggie - 2009 - gesso e acrilico su alluminio - cm 440x366 - courtesy Jay Jopling/White Cube, Londra - photo Stephen Whitetra cui abbondano giocattoli erotici e riferimenti fallici d’ogni tipo, teschi, cervelli e pistole, maschere satiriche che ritraggono Blair e lei stessa. Una trama dissacrante e anarchica di oggetti carichi di valenze sovversive, sottesi al volto contegnoso della Lady di ferro.
Accanto a Maggie, pezzo chiave di White Riot, si trovano tre sculture bronzee di grandi dimensioni: Victoria, un pallone sgonfio che riporta alla mente le perdute glorie calcistiche del Regno Unito; Nike, un elmetto alato in grande scala, sorretto da tre fucili, che intende parodiare, in perfetto stile Monthy Python, le intenzioni militari nazionali; infine The Lord High Admiral, che celebra l’acquisizione al movimento punk dello statista Churchill, trasformato in icona tramite la vandalizzazione della statua di Parliament Square nel 2000. Il politico è ritratto dall’artista con chiodo e cresta, senza volontà di ridicolizzarlo, ma per esaltarne gli aspetti di pensatore indipendente.
L’ultimo pezzo in mostra è Albus, un dipinto in bianco e nero che, con la sua quasi romantica potenza devastatrice, sprigionata attraverso un paesaggio di scogliere bianche e violente onde nere, sembra quasi un contemporaneo Turner. La Gran Bretagna come fosse vista prima di arrivare, immaginata, desiderata, con le coste battute dai venti e dal mare in tempesta.
Marcus Harvey - White Riot - veduta della mostra presso White Cube, Londra 2009
L’artista è noto per la sua riottosa trattazione di temi e soggetti, fin dall’esposizione del ritratto di Miranda Hindley, Myra, alla Royal Academy of Arts nel 1997. Il quadro ritraeva la serial killer che terrorizzò l’Inghilterra negli anni ’60, colpendo solo bambini; ed era interamente composto da impronte digitali infantili. L’immagine risultò talmente inquietante che fu rimossa dalla mostra.

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dal 27 febbraio al 28 marzo 2009
Marcus Harvey – White Riot
White Cube
48, Hoxton Square – N1 6PB London
Orario: da martedì a sabato ore 10-18
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +44 02079305373; enquiries@whitecube.com; www.whitecube.com

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