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dell’impero sovietico, le fondamenta di quella distruzione sono polacche. A
distanza di trent’anni dall’inizio della rivoluzione di Solidarnosc,
un’esposizione riporta alla luce quella generazione di artisti indipendenti che
hanno “solidarizzato” con il
movimento.
Dopo averne celebrato la videoarte a febbraio, ora è la pittura la
grande protagonista in mostra. Sia pur senza evidenti contatti diretti, anche
in Polonia come in Germania e in Italia ritornò prepotentemente la pittura
figurativa, segnando una rottura con il recente passato che negli anni ‘70
aveva privilegiato linguaggi più concettuali e informi. Tanto che, in quegli
anni, pittura, grafica e disegno si fecero vera e propria arma di propaganda,
contribuendo alla diffusione del movimento di protesta, come sottolineato in
catalogo.
Sorprende come, nonostante l’isolamento d’oltrecortina, vi fosse
un consapevole sviluppo di nuovi linguaggi e sensibilità spesso al passo con
quel che si stava muovendo nell’Occidente capitalista. Ad esempio, si notano
affinità tra i Nuovi Selvaggi e l’acida e aggressiva pittura neoespressionista
di Pawel Kowalewski e Jacek Sroka. Anche se non mancano
percorsi del tutto autonomi, come le amare silhouette di Jaroslaw Modzelewski, che
svuotano dall’interno l’immaginario social-realista.
Non era affatto facile, negli anni della legge marziale, la vita
per un artista indipendente. Lo ricorda il curatore Tadeusz Boruta, attivo come
pittore a Cracovia in quegli anni. Ci si muoveva tra clandestine “mostre da
valigia”, con opere di ridotte dimensioni da portare negli scantinati e
sottoscala di un tessuto letteralmente underground,
fatto di microgallerie, studi d’artista e spazi messi a disposizione e gestiti
dalle chiese. Probabilmente per questo era importante la collaborazione tra gli
artisti, che si organizzavano in gruppi con affinità poetiche, ma che potevano
rappresentare veri e propri movimenti culturali e politici, come nel caso
dell’Alternatywa Pomaranczowe, che organizzava manifestazioni-happening e
occupava con i graffiti dei suoi gnomi rivoluzionari le pareti di Wroclaw.
La mostra si suddivide per gruppi di appartenenza, dal più
aggressivo GruppAdzika dei diplomati dell’Accademia di Varsavia ai lavori
collettivi di Grupa Nao, nel quale si inserì il giovane Zbiniew Libera, alla malinconica e rassegnata Figuracja Krakowska,
che predilige stanze vuote, come nel dittico Tron di Gregorz Bednarski
o negli interni distorti e disperati di Zbigniew
Salaj.
Chiude la mostra il gruppo di artisti di Wroclaw che si radunava
attorno alla rivista Luxus, che fin
dal titolo privilegiava l’esaltazione dell’opulenza occidentale in
coloratissime tele pop curiosamente dedicate alle star del cinema americano e
ai movimenti di estrema sinistra italiani.
Il
decennio nascosto a Cracovia
stefano mazzoni
mostra visitata il 15 dicembre 2010
dal primo
dicembre 2010 al 16 gennaio 2011
Pokolenie ’80 / Generation ’80. The Creative Work of
the Indipendent Youth 1980-1989
a cura di Tadeusz Boruta
Muzeum Narodowe w Krakowie
Avenida 3 Maja, 1
– 37062 Kraków
Orario: da martedì a sabato ore 10-18;
domenica ore 10-16
Ingresso: 10 PLN
Info: tel. +48 0122955600; www.pokolenie80.com
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