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“Ho voluto giocare con i triangoli costituiti dalla struttura che sostiene il lucernario, proiettati e riflessi dagli specchi delle pareti, in un dialogo con losanghe e triangoli e varie bande verticali”. Non è molto, ma questo per ora è quel che scrive Daniel Buren della sua Danza tra triangoli e losanghe per tre colori.
Un’installazione che testimonia i primi segnali del “nuovo” Macro, un’opera fortemente voluta dal direttore Luca Massimo Barbero “che dialogherà con il contesto e si aprirà alla nuova ala”. I due “dioscuri” museali romani, che occuperanno le cronache primaverili con l’inaugurazione congiunta del prossimo 30 maggio, cominciano quindi a muovere qualche passo in sincronia: più determinato il Maxxi, più sornione il Macro, pronto tuttavia a mettere sul piatto un nome “pesante” come quello di Buren.
Il cui “lavoro in situ” sarà possibile anche grazie alla collaborazione di Graziella Lonardi Buontempo ed il decisivo supporto di Unicredit. Presentazione ufficiale nella sala conferenze del museo, il prossimo 10 marzo.
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www.macro.roma.museum
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