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30
luglio 2009
fino al 2.VIII.2009 Il cielo in una stanza Monfalcone (go), Gc.Ac.
friuli v. g.
“Quando sei qui con me / Questa stanza non ha più pareti ma alberi”. Una canzone, ma anche un modo di vedere e leggere il mondo. Eccone una lettura suggestiva e inevitabilmente trasversale...
di Del Grande
La mostra presenta una ventina di artisti impegnati nella fotografia contemporanea di paesaggio. Diversi approcci all’idea stessa di paesaggio, che introducono la riflessione su alcuni dei modi possibili di intendere l’ambiente che ci circonda: da analisi introspettiva a visione all’insegna dell’oggettività, da studio descrittivo fino alla deriva concettuale. Risulta così difficile poter parlare di ogni autore e descriverne il lavoro. Possiamo però intravedere, in questa rassegna, alcuni temi comuni e soprattutto un forte desiderio di fare fotografia.
Ci pare, ad esempio, si possa evincere una viva attenzione alla fotografia analogica, che ancora sembra essere elemento peculiare nell’approccio al paesaggio e fonte di analisi del mezzo fotografico. Lo si può notare nella serie Paesaggi Strappati di Antonio Rovaldi, negli Oros di Claudia Pozzoli o nelle diapositive How sweet di Michael Fliri.
Alcuni approcci più descrittivi come Within di Claudio Gobbi, Magredi di Marco Citron o Palmo a Palmo del duo Richard Sympson si soffermano maggiormente sulla percezione del paesaggio e le funzioni a esso attribuite. Analisi della fotografia come linguaggio si trovano in Ettore Favini, nel lavoro di Stefano Graziani e Giulia Nomis (più che ampiamente rappresentati in confronto agli altri autori) o nell’opera di Marco Campanini.
Ma sono aspetti e temi (altri ce ne sarebbero) che scorrono tra le opere e in esse si confondono. Non è possibile, infatti, circoscrivere questi lavori a un unico genere o definire l’intento creativo degli autori all’insegna di una tematica esclusiva. Ciò che emerge è la complessità del soggetto – il paesaggio – e la molteplicità dei suoi possibili svolgimenti. Questi fotografi hanno usato il tema infatti come pretesto per esplorare la loro spinta creativa e le specificità del medium, e con forte energia, come si percepisce dai lavori esposti.
Nonostante la buona scelta delle opere, spiace dover segnalare una certa sufficienza allestitiva, che rende a volte difficile la fruizione della mostra. Le fotografie sono presentate senza introduzione e descrizione del percorso, e ci si trova in difficoltà a guardare alcune opere a causa della loro collocazione o delle carenze in fatto di illuminotecnica.
Segnaliamo inoltre che il bel poster-dépliant, prodotto per descrivere le opere attraverso la voce degli autori, riporta alcune volte immagini che non sono esposte.
Ci pare, ad esempio, si possa evincere una viva attenzione alla fotografia analogica, che ancora sembra essere elemento peculiare nell’approccio al paesaggio e fonte di analisi del mezzo fotografico. Lo si può notare nella serie Paesaggi Strappati di Antonio Rovaldi, negli Oros di Claudia Pozzoli o nelle diapositive How sweet di Michael Fliri.
Alcuni approcci più descrittivi come Within di Claudio Gobbi, Magredi di Marco Citron o Palmo a Palmo del duo Richard Sympson si soffermano maggiormente sulla percezione del paesaggio e le funzioni a esso attribuite. Analisi della fotografia come linguaggio si trovano in Ettore Favini, nel lavoro di Stefano Graziani e Giulia Nomis (più che ampiamente rappresentati in confronto agli altri autori) o nell’opera di Marco Campanini.
Ma sono aspetti e temi (altri ce ne sarebbero) che scorrono tra le opere e in esse si confondono. Non è possibile, infatti, circoscrivere questi lavori a un unico genere o definire l’intento creativo degli autori all’insegna di una tematica esclusiva. Ciò che emerge è la complessità del soggetto – il paesaggio – e la molteplicità dei suoi possibili svolgimenti. Questi fotografi hanno usato il tema infatti come pretesto per esplorare la loro spinta creativa e le specificità del medium, e con forte energia, come si percepisce dai lavori esposti.
Nonostante la buona scelta delle opere, spiace dover segnalare una certa sufficienza allestitiva, che rende a volte difficile la fruizione della mostra. Le fotografie sono presentate senza introduzione e descrizione del percorso, e ci si trova in difficoltà a guardare alcune opere a causa della loro collocazione o delle carenze in fatto di illuminotecnica.
Segnaliamo inoltre che il bel poster-dépliant, prodotto per descrivere le opere attraverso la voce degli autori, riporta alcune volte immagini che non sono esposte.
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Il cielo in una stanza. Per una osservazione eccentrica del paesaggio
a cura di Andrea Bruciati
GC.AC – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Piazza Cavour, 44 – 34074 Monfalcone (GO)
Orario: da mercoledì a domenica ore 17-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0481494360; fax +39 0481494352; galleria@comune.monfalcone.go.it; www.galleriamonfalcone.it
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