Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
01
ottobre 2008
infumo_cartoon Kung Fu Panda, in attesa di Wall-E
in fumo
Un panda col grembiule da cuoco e un papero come padre. Un panda goffo e goloso. Con un sogno: eccellere nel kung-fu. Con questa nuova pellicola, la DreamWorks fa il salto di qualità. Seppur con qualche riserva e un confronto ancora da consumare: quello con Wall-E...
Finalmente ci siamo. Anche la DreamWorks è riuscita nell’impresa di realizzare un film d’animazione capace di sbancare il botteghino, proponendo una storia gradevole che si fa forte di una computer-grafica più che dignitosa. Po è un panda di dimensioni colossali che serve spaghetti al ristorante del padre papero, in Cina. La notte sogna di diventare un maestro di arti marziali, proprio come i suoi idoli Gru, Tigre, Scimmia, Vipera e Mantide. E, un po’ per caso, alla fine riesce nell’impresa. “Ma il caso non esiste”, ricorda la saggia Tartaruga al Maestro Shifu, allenatore delle Furie. Lui, Po, panda pasticcione e in sovrappeso, diventa l’eletto. Colui ch’è destinato a sconfiggere il cattivo di turno.
Campione d’incassi nel primo week-end con 4 milioni e mezzo di euro, Kung Fu Panda si è confermato anche nelle settimane successive, facendo registrate in Italia una cifra che supera di gran lunga i 16 milioni di euro. Il successo non è una conseguenza del caso. Stavolta, infatti, la DreamWorks ha raccontato, in soli 90 minuti, una storia divertente. La trama regge bene, non ci sono flessioni né rallentamenti né buchi di sceneggiatura, e l’animazione è sicuramente la migliore fra tutte le sue produzioni. I limiti di una serie popolare come Shrek sono il linguaggio maturo e le troppe citazioni, che fanno del film un prodotto destinato a un pubblico adulto. Con Shark Tale e Madagascar la DreamWorks sembrava rivolgersi più ai bambini, ma non è mai riuscita a conquistarli del tutto. Stavolta è diverso. Perché Kung Fu Panda supera le altre pellicole per l’ottimo equilibrio complessivo. Anche stavolta, però, l’antagonista di Po, il perfido leopardo delle nevi Tai Lung, è un cattivo fin troppo cattivo per i più piccoli. Nonostante questo, alla fine si divertono sia i genitori sia i bambini. E anche la morale non è poi così scontata. Il messaggio è chiaro: non importa quanto si è grossi e goffi, l’importante è credere in se stessi.
Detto questo, i combattimenti alla Matrix e le scene d’azione, oltre alle battute degne d’un cabaret, sono un vero piacere per lo sguardo e per la mente. Resta da capire se aver fatto uscire un film ambientato in Cina e con un panda per protagonista nell’anno delle Olimpiadi a Pechino sia solo un caso. Una doverosa citazione, inoltre, la merita Fabio Volo, voce di Po. Rimane un po’ di rammarico per aver mancato la versione originale con le vibrazioni delle corde vocali di Jack Black (Po), Dustin Hoffman (Shifu) e Angelina Jolie (Tigress).
Se Kung Fu Panda ha ottenuto, seppur meritatamente, il successo di pubblico e, in modo più contenuto, della critica, è perché non ha avuto avversari con cui confrontarsi al momento dell’uscita in sala. Esempio d’eccellenza dell’animazione 3d in computer-grafica è infatti la Pixar. Che, grazie soprattutto alla collaborazione con Disney, destinata a chiudersi con Cars ma inevitabilmente rinnovata per le innegabili capacità della Pixar Animation Studios, nel settore ha potuto assumere il ruolo di regina.
Il prossimo 17 ottobre sarà proiettato nelle sale italiane Wall-E, un robottino che somiglia terribilmente a E.T. La regia e la sceneggiatura sono di Andrew Stanton. Lo stesso regista di Finding Nemo (2003) e A Bug’s Life (1998). Nonché lo stesso sceneggiatore di Monsters, Inc. (2001) e Toy Story (1 e 2). È con la sua genesi, nel 1995, che la Pixar ha segnato un’epoca, proponendosi sul mercato con pellicole d’avanguardia. A partire dalla storia di Andy e del suo giocattolo preferito Woody. Una tendenza confermata negli anni e che ha toccato altissime vette con The Incredibles (2004) e Cars (2006). Ratatouille (2007) è stata una naturale conseguenza degli eventi. Ora non resta che confrontarci col nuovo Wall-E, in attesa del terzo episodio di Toy Story, la cui uscita è in programma nel 2010.
Ma perché l’Italia non si è ancora proposta come alternativa alle major dell’animazione americana? Eppure Bruno Bozzetto, prossimo ospite a Lucca Comics & Games 2008, ha già dato anni fa un’anticipazione – ironica e sarcastica – di quelli che sono i talenti nostrani lanciando nel web il corto Looo. Buona visione.
Campione d’incassi nel primo week-end con 4 milioni e mezzo di euro, Kung Fu Panda si è confermato anche nelle settimane successive, facendo registrate in Italia una cifra che supera di gran lunga i 16 milioni di euro. Il successo non è una conseguenza del caso. Stavolta, infatti, la DreamWorks ha raccontato, in soli 90 minuti, una storia divertente. La trama regge bene, non ci sono flessioni né rallentamenti né buchi di sceneggiatura, e l’animazione è sicuramente la migliore fra tutte le sue produzioni. I limiti di una serie popolare come Shrek sono il linguaggio maturo e le troppe citazioni, che fanno del film un prodotto destinato a un pubblico adulto. Con Shark Tale e Madagascar la DreamWorks sembrava rivolgersi più ai bambini, ma non è mai riuscita a conquistarli del tutto. Stavolta è diverso. Perché Kung Fu Panda supera le altre pellicole per l’ottimo equilibrio complessivo. Anche stavolta, però, l’antagonista di Po, il perfido leopardo delle nevi Tai Lung, è un cattivo fin troppo cattivo per i più piccoli. Nonostante questo, alla fine si divertono sia i genitori sia i bambini. E anche la morale non è poi così scontata. Il messaggio è chiaro: non importa quanto si è grossi e goffi, l’importante è credere in se stessi.
Detto questo, i combattimenti alla Matrix e le scene d’azione, oltre alle battute degne d’un cabaret, sono un vero piacere per lo sguardo e per la mente. Resta da capire se aver fatto uscire un film ambientato in Cina e con un panda per protagonista nell’anno delle Olimpiadi a Pechino sia solo un caso. Una doverosa citazione, inoltre, la merita Fabio Volo, voce di Po. Rimane un po’ di rammarico per aver mancato la versione originale con le vibrazioni delle corde vocali di Jack Black (Po), Dustin Hoffman (Shifu) e Angelina Jolie (Tigress).
Se Kung Fu Panda ha ottenuto, seppur meritatamente, il successo di pubblico e, in modo più contenuto, della critica, è perché non ha avuto avversari con cui confrontarsi al momento dell’uscita in sala. Esempio d’eccellenza dell’animazione 3d in computer-grafica è infatti la Pixar. Che, grazie soprattutto alla collaborazione con Disney, destinata a chiudersi con Cars ma inevitabilmente rinnovata per le innegabili capacità della Pixar Animation Studios, nel settore ha potuto assumere il ruolo di regina.
Il prossimo 17 ottobre sarà proiettato nelle sale italiane Wall-E, un robottino che somiglia terribilmente a E.T. La regia e la sceneggiatura sono di Andrew Stanton. Lo stesso regista di Finding Nemo (2003) e A Bug’s Life (1998). Nonché lo stesso sceneggiatore di Monsters, Inc. (2001) e Toy Story (1 e 2). È con la sua genesi, nel 1995, che la Pixar ha segnato un’epoca, proponendosi sul mercato con pellicole d’avanguardia. A partire dalla storia di Andy e del suo giocattolo preferito Woody. Una tendenza confermata negli anni e che ha toccato altissime vette con The Incredibles (2004) e Cars (2006). Ratatouille (2007) è stata una naturale conseguenza degli eventi. Ora non resta che confrontarci col nuovo Wall-E, in attesa del terzo episodio di Toy Story, la cui uscita è in programma nel 2010.
Ma perché l’Italia non si è ancora proposta come alternativa alle major dell’animazione americana? Eppure Bruno Bozzetto, prossimo ospite a Lucca Comics & Games 2008, ha già dato anni fa un’anticipazione – ironica e sarcastica – di quelli che sono i talenti nostrani lanciando nel web il corto Looo. Buona visione.
articoli correlati
Gli Incredibili
FlashToons.org e la nuova vita dell’animazione
link correlati
Il video “Looo” di Bruno Bozzetto
[exibart]