20 aprile 2007

fino al 10.VI.2007 Chiara Dynys Milano, Rotonda di via Besana

 
Un percorso che attraversa sedici stanze. Un cammino di luci e colori che modifica il punto di vista, le angolazioni e ogni stato d’animo. Uno scenario desertico, lunare, geometrico, lenticolare, umbratile e iridescente...

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Ci sono storie che non usano parole, ma variazioni. Ci sono racconti che non si scrivono, perché potrebbero essere letti e non ricevere, per questo, un senso. Ci sono stati emotivi fervidi, raggelanti e gravidi che però non differenziano dalla loro sterile, banale, corrispondenza reale. Ci sono immagini che ogni spettatore cambia al momento del passaggio, trasformando soltanto, infondo, sé stesso. E ancora: stelle cadute in diamanti, giochi da tavolo luminescenti, lotte tra sessi, parole urlate dalla luce e corpi che galleggiano tra il sacro e il cangiante. Un tenue vaso di Pandora pronto a sollevare il coperchio e a colorare il cielo a ciondoloni. Questa calotta pseudo-primaverile che, da giorni, se ne sta adagiata con noia sui tetti di Milano.
Nella storica ansa della Rotonda di Via Besana è stato lasciato a Chiara Dynys (Mantova, 1958) l’onore di prendere e restituire una nuova interpretazione degli spazi. Luce negli occhi ricorda, già dal titolo, un raggiro dolce, un flash che fa perdere bussola e Trebisonda, un piccolo trucco che scardina veri capisaldi. In verità, all’interno delle mura, è racchiusa e sigillata una rassegna antologica di opere interamente dedicate alle sperimentazioni dell’artista mantovana. Un percorso retrospettivo lungo più di dieci anni di ricerca. Sedici stanze, corrispondenti a sedici installazioni luminose, prodotte dagli inizi degli anni Novanta. Sedici cambiamenti di stato che mettono a dura prova l’occhio tempestato e il corpo assopito dello spettatore di città.
Non si può parlare direttamente di innovazione estetico artistica quando si parla delle opere di Chiara Dynys. Perché verrebbero in mente esempi troppo significativi come Morellet e Flavin. È preferibile mettere in gioco l’abilità emotivo-geografica che l’artista condensa in una sorta di percorso cifrato, favorendo in chi lo attraversa, almeno in questo caso, un vero e proprio loop di formazione. I sedici micro-ambienti sono stati allestiti per ottenere un impatto sensoriale elevato e per fare presa immediata sulla reazione del pubblico, risultando, solo in apparenza, opere slegate, non compenetranti tra loro.
Chiara Dynys, Born to be confused, 2004, serie di 52+52 immagini variabili a tecnica lenticolare, plexiglass, luce, ciascuna 11x28x10cm
Sin dall’esterno delle mura riluce come un monito Ti guardo, una serie di otto light box fatti di ferro, resine colorate e proiettori programmabili che fanno da segnaletica d’ingresso alla mostra. Mentre poi, verso l’interno, si accende Shanghai. L’installazione bandiera di questa mostra sulla luce. Un’enorme Shanghai da tavolo riprodotto in dimensioni scalari 1:100, un insieme che comprende venti pali luminosi che cambiano disposizione al cambiare del punto prospettico privilegiato da chi osserva. Nel seguire il percorso è meglio tenere cara la propria immagine. Altrimenti si rischia di venire letteralmente molati, anzi meglio geometrizzati, passando attraverso i riflessi scomposti degli specchi di Tutto-Niente. Poi, come terzo anello, c’è da superare l’installazione a più alto grado di meraviglia di tutta Luce negli occhi. Alla vista di chi cammina, quasi inattesa, appare Pesi lievi. Una vasca in cristallo, inondata di acqua e luce blu, che fa comparire, in maniera sindonica, si licet, una proiezione sbiadita del corpo nudo dell’artista. Una rappresentazione che a tratti risulta pittorica, per l’alto impatto estetico e narrativo della composizione luminosa.
Nel resto del percorso non sempre risulta chiaro il passaggio tra stanza e stanza, tra stato luminoso e stato di quiete. Il sentiero iniziatico prosegue infatti incamerando via via temi sempre precisi e già sviluppati all’inizio. Tematiche dedicate alla tecnica lenticolare su pannello luminoso o ai rimandi geometrici della luce proiettata su diverse superfici iper-riflettenti. Da notare, verso la fine, il cortometraggio Made in China, nove minuti di dialoghi intensi e di regia funambolica, un piccolo video girato dalla stessa Dynys, con ospite d’eccezione Milena Vukotic, come saggia comparsa in chiusura.

ginevra bria
mostra visitata il 30 marzo 2007


dal 30 marzo al 10 giugno 2007 – Chiara Dynys – Luce negli occhi Rotonda di via Besana, Via E. Befana 12, 20122 Milano
Zona Piazza Cinque Giornate – Orari d’apertura: chiuso Lunedì, tutti i giorni 9.30 – 19.00, Giovedì fino ore 21.00, apertura straordinaria Lunedì 9 Aprile e Lunedì 1 Maggio. Prezzo del biglietto: ingresso libero
Ufficio Stampa Irma Bianchi Comunicazione, tel.02.89400732, 02.89404694, fax 02.8356467 – www.comune.milano.it/palazzoreale – info@irmabianchi.it


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