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17
gennaio 2008
fino al 19.I.2008 Antonio Biasiucci Milano, Fotografia Italiana
milano
Frammenti di un’eterologia degli ex voto. Una trentina di immagini votive, pregne di storia umana complessa, sono il punto di partenza. Per una riflessione sul sacro e sui significati fondanti la nostra cultura...
A muovere la ricerca artistica di Antonio Biasiucci (Dragoni, 1961; vive a Napoli) è da tempo l’interesse antropologico nei confronti del mondo contadino campano e dell’immaginario popolare mediterraneo, evocato attraverso comportamenti, oggetti, gesti, ritualità e icone.
L’indagine sugli Ex voto non si attua solo da un punto di vista formale, mediante una costante attenzione verso il dato luministico, ma anche a partire da una dimensione più spiccatamente filologica, che indaga il significato profondo dei concetti di vita-morte e delle iconografie più diffuse di doni votivi. Così l’artista ferma nel tempo immagini di madonne, bambini, statuette lignee, ripercorrendone la storia a ritroso, cercando le somiglianze che rendono ognuna di esse immortale. I particolari sono quasi sempre decontestualizzati, come la mano di un bambino fotografata al contrario, con esplicito intento plastico, per ottenere l’effetto a rilievo, ma al tempo stesso continuano a rimanere legate al rispettivo contesto e all’evento infausto che li giustifica. Gli ex voto, infatti, fin dall’antichità, rimandano a un evento concreto sempre negativo e la loro iconografia aiuta a comprendere le ragioni che stanno dietro all’esplicita richiesta di aiuto.
Le suggestioni suscitate da queste storie e immagini lontane, pazienti, si accompagnano a quelle del passato artistico di Biasiucci, con le quali, da un punto di vista tematico, continuano a rimanere in forte continuità. Troviamo così teschi fotografati come se fossero pani o genitali di vacche, che alludono a una profonda riflessione sulla morte. La giustificazione antropologica va dunque di pari passo con l’analisi meramente tecnica sui materiali e i contrasti di luce e ombra, ricerca simboli e verità profonde da sempre sedimentati nella nostra cultura. Il forte contrasto di bianchi e neri scelto per gli scatti acquista in questa luce una duplice valenza e lo stesso può dirsi per la rilettura che l’artista compie sull’ambiguo significato di sacro: cogliendone le diverse manifestazioni nella ritualità contemporanea, ne mostra l’ambivalenza primigenia, che intende sacer come sacro e insieme il suo contrario.
In un’epoca che predilige l’immagine veloce e fluida, Biasiucci sembra scegliere quella apparentemente statica e lontana nel tempo, che sa essere virtuale nel suo rimando ad altre realtà ab originis, forse più autentiche, ma non del tutto polverizzate nel nostro contemporaneo.
L’indagine sugli Ex voto non si attua solo da un punto di vista formale, mediante una costante attenzione verso il dato luministico, ma anche a partire da una dimensione più spiccatamente filologica, che indaga il significato profondo dei concetti di vita-morte e delle iconografie più diffuse di doni votivi. Così l’artista ferma nel tempo immagini di madonne, bambini, statuette lignee, ripercorrendone la storia a ritroso, cercando le somiglianze che rendono ognuna di esse immortale. I particolari sono quasi sempre decontestualizzati, come la mano di un bambino fotografata al contrario, con esplicito intento plastico, per ottenere l’effetto a rilievo, ma al tempo stesso continuano a rimanere legate al rispettivo contesto e all’evento infausto che li giustifica. Gli ex voto, infatti, fin dall’antichità, rimandano a un evento concreto sempre negativo e la loro iconografia aiuta a comprendere le ragioni che stanno dietro all’esplicita richiesta di aiuto.
Le suggestioni suscitate da queste storie e immagini lontane, pazienti, si accompagnano a quelle del passato artistico di Biasiucci, con le quali, da un punto di vista tematico, continuano a rimanere in forte continuità. Troviamo così teschi fotografati come se fossero pani o genitali di vacche, che alludono a una profonda riflessione sulla morte. La giustificazione antropologica va dunque di pari passo con l’analisi meramente tecnica sui materiali e i contrasti di luce e ombra, ricerca simboli e verità profonde da sempre sedimentati nella nostra cultura. Il forte contrasto di bianchi e neri scelto per gli scatti acquista in questa luce una duplice valenza e lo stesso può dirsi per la rilettura che l’artista compie sull’ambiguo significato di sacro: cogliendone le diverse manifestazioni nella ritualità contemporanea, ne mostra l’ambivalenza primigenia, che intende sacer come sacro e insieme il suo contrario.
In un’epoca che predilige l’immagine veloce e fluida, Biasiucci sembra scegliere quella apparentemente statica e lontana nel tempo, che sa essere virtuale nel suo rimando ad altre realtà ab originis, forse più autentiche, ma non del tutto polverizzate nel nostro contemporaneo.
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Antonio Biasiucci – Ex Voto
Galleria Fotografia Italiana Arte Contemporanea
Corso Venezia, 22 (zona Palestro–San Babila) – 20121 Milano
Orario: da martedì a venerdì ore 15-19 ; sabato su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo con testo di Giorgio Verzotti
Info: tel. +39 02784100; fax +39 0277809369; info@fotografiaitaliana.com; www.fotografiaitaliana.com
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