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16
giugno 2010
fino al 16.VII.2010 Jake & Dinos Chapman Milano, Project B
milano
Un esercito di pinguini carnefici fa a pezzi qualunque altro essere vivente. I due fratelli più irriverenti degli YBA sbarcano a Milano. Con la loro estetica irresistibilmente spietata...
In uno scenario apocalittico che costringe
animali di Artide e Antardide alla convivenza, un gruppo di pinguini impone la
conquista del proprio “territorio vitale”, massacrando ogni altra specie, in
un’ecatombe di orsi polari, elefanti marini, balene, il cui sangue macchia i
candidi ghiacciai tra i resti dei loro corpi divorati. Unhappy Feet è il nuovo lavoro che
Jack
& Dinos Chapman (Cheltenham, 1966; Londra, 1962. Vivono a
Londra) presentano alla Project B, segnando un passaggio importante per la
galleria, la cui programmazione sembra aver fatto passi da gigante nell’ultimo
biennio.
In una teca di vetro, il macabro e violento spettacolo
rappresentato da accurate miniature ritraduce gli scenari apocalittici di Hell e Fucking Hell nel regno animale. Era già
accaduto con i dinosauri di Hell Sixty-Five
Million Years BC, o con gli sfortunati protagonisti dell’opera-macello Arbeit Mc
Fries (If you eat meat, digest this).
Unhappy Feet, titolo che fa la macabra parodia della recente pellicola per ragazzi,
mostra un orrore che non è estraneo alla natura, ma ne è piuttosto un’iperbole,
e che per questo perde mordente rispetto agli abissi batailliani di altri
lavori, in grado di minare le fondamenta dell’estetica kantiana e del suo
piacere disinteressato. Nelle loro precedenti apocalissi, “troppo umane”, non
si trattava soltanto di raffigurare l’orrore con dovizia di particolari, ma
anche di imporre
allo spettatore
il confronto
con la lusinga che accetta il proprio sguardo, lasciandosi sedurre dal fascino
ambiguo della consunzione e della sofferenza. Tanto che, in questo modo, anche
il mancato reagire a immagini intollerabili poteva confermare il precipizio
nascosto nella contemplazione.
Nella nuova opera, tale ambiguità si percepisce soltanto
in parte: l’esercito di pinguini carnefici non fa infatti che amplificare uno
scenario di morte che è assolutamente onnipresente in natura, tra eserciti di
prede che soccombono ai rispettivi predatori.
L’installazione è accompagnata da un’accurata
retrospettiva che permette di spaziare tra alcuni esempi della produzione dei
due fratelli, come I felt insecure, una delle loro Little Death Machine che ritraducono alla lettera
l’espressione francese “petit mort”, spogliando per l’ennesima volta il sesso
di ogni aspetto edonista o romantico, facendone un meccanismo intriso di morte.
Oppure The Return of the Repressed, inquietante manichino mutante dalle sembianze di
un’adolescente, con le gambe immerse in un liquido denso color sangue.
Interessante la serie Exquisite Corpse, che riprende la pratica
surrealista omonima della combinazione di disegni parziali per realizzare
deformi corpi compositi, riconducendoli, grazie alle suggestioni della tecnica
dell’incisione, all’immaginario nero delle stampe di Goya, Kubin o Bosch, autori dei quali i due fratelli
possono considerarsi per certi versi debitori.
animali di Artide e Antardide alla convivenza, un gruppo di pinguini impone la
conquista del proprio “territorio vitale”, massacrando ogni altra specie, in
un’ecatombe di orsi polari, elefanti marini, balene, il cui sangue macchia i
candidi ghiacciai tra i resti dei loro corpi divorati. Unhappy Feet è il nuovo lavoro che
Jack
& Dinos Chapman (Cheltenham, 1966; Londra, 1962. Vivono a
Londra) presentano alla Project B, segnando un passaggio importante per la
galleria, la cui programmazione sembra aver fatto passi da gigante nell’ultimo
biennio.
In una teca di vetro, il macabro e violento spettacolo
rappresentato da accurate miniature ritraduce gli scenari apocalittici di Hell e Fucking Hell nel regno animale. Era già
accaduto con i dinosauri di Hell Sixty-Five
Million Years BC, o con gli sfortunati protagonisti dell’opera-macello Arbeit Mc
Fries (If you eat meat, digest this).
Unhappy Feet, titolo che fa la macabra parodia della recente pellicola per ragazzi,
mostra un orrore che non è estraneo alla natura, ma ne è piuttosto un’iperbole,
e che per questo perde mordente rispetto agli abissi batailliani di altri
lavori, in grado di minare le fondamenta dell’estetica kantiana e del suo
piacere disinteressato. Nelle loro precedenti apocalissi, “troppo umane”, non
si trattava soltanto di raffigurare l’orrore con dovizia di particolari, ma
anche di imporre
allo spettatore
il confronto
con la lusinga che accetta il proprio sguardo, lasciandosi sedurre dal fascino
ambiguo della consunzione e della sofferenza. Tanto che, in questo modo, anche
il mancato reagire a immagini intollerabili poteva confermare il precipizio
nascosto nella contemplazione.
Nella nuova opera, tale ambiguità si percepisce soltanto
in parte: l’esercito di pinguini carnefici non fa infatti che amplificare uno
scenario di morte che è assolutamente onnipresente in natura, tra eserciti di
prede che soccombono ai rispettivi predatori.
L’installazione è accompagnata da un’accurata
retrospettiva che permette di spaziare tra alcuni esempi della produzione dei
due fratelli, come I felt insecure, una delle loro Little Death Machine che ritraducono alla lettera
l’espressione francese “petit mort”, spogliando per l’ennesima volta il sesso
di ogni aspetto edonista o romantico, facendone un meccanismo intriso di morte.
Oppure The Return of the Repressed, inquietante manichino mutante dalle sembianze di
un’adolescente, con le gambe immerse in un liquido denso color sangue.
Interessante la serie Exquisite Corpse, che riprende la pratica
surrealista omonima della combinazione di disegni parziali per realizzare
deformi corpi compositi, riconducendoli, grazie alle suggestioni della tecnica
dell’incisione, all’immaginario nero delle stampe di Goya, Kubin o Bosch, autori dei quali i due fratelli
possono considerarsi per certi versi debitori.
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Jake
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Project B Contemporay Art
Via
Borgonuovo, 3 (zona Montenapoleone) – 20121 Milano
Orario: da
lunedì a venerdì ore 11-13 e 14-19.30
Ingresso
libero
Info: tel. +39
0286998751; fax +39 0280581467; info@projectb.eu; www.projectb.eu
[exibart]