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08
luglio 2010
Un lavoro appositamente creato per gli ambienti della
galleria, dal titolo Ricostruttivi Progetto Invernizzi 2009.2010, l’ultima e più recente parte di
quella che potremmo chiamare “Trilogia del metallo”. La produzione scultorea di Nicola
Carrino (Taranto,
1932) si sviluppa sempre partendo dalla scelta della materia prima, il metallo
appunto, e si evolve e modifica, pur mantenendo un’evidente linea di sviluppo
formale comune, come sottolineato dalle denominazioni dei tre cicli.
Nel 1969 Carrino realizza i Costruttivi Trasformabili, sculture modulari in acciaio
distribuite nello spazio in rapporto installativo, capaci di partecipare alla
visione urbanistica e alla complessa costruzione dell’urbano, diventando a loro
volta sculture abitabili. I Decostruttivi del 2005-2006 sono invece sculture dalle grandi
dimensioni e dal grande impatto visivo, che ridisegnano la configurazione del
luogo attivando una nuova dialettica dello sguardo, della percezione
dell’ambiente.
Partendo dalla premessa che “per ricostruire è
necessario tornare al semplice”, come scrive lo stesso Nicola Carrino, “i
‘Ricostruttivi’, come i precedenti ‘Costruttivi’ e ‘Decostruttivi’, sono
sistemi plastici aperti, componibili e trasformabili nel tempo e nello spazio e
per loro natura formale si aggregano volumetricamente e distributivamente su
reticoli spaziali modulari di ordine ortogonale o diagonale muovendosi su linee
di raccordo attivanti il campo di azione”.
I Ricostruttivi realizzati per questa mostra – prodotti in officina, 6 in
acciaio inox e 3 in acciaio corten – sono costituiti da elementi modulari
parallelepipedi di 75x75x300 cm ciascuno, ricavati da un blocco originario di
225x225x300 cm, che vanno a costituire complessi formali, risultanti
dall’avvicendamento di tre moduli.
Al piano rialzato
viene presentato un elemento in modo estensivo e planimetrico secondo un
semplice schema di due T, mentre al piano inferiore, lungo la diagonale di
attraversamento dello spazio-luogo, si raccordano due blocchi che trovano
sviluppo secondo masse in elevazione in rapporto all’altezza dell’uomo che le
vive in percorribilità. Negli altri ambienti espositivi, al piano rialzato
della galleria, sono presentati tre Ricostruttivi a muro, rilievi in acciaio inox e
ferro grecato.
In questa pregevole personale emerge ancora una volta
quello che è da sempre l’obiettivo principale della ricerca artistica di
Carrino, ossia l’idea di una scultura progettuale, trasformabile nel tempo, di
ordine ambientale e partecipativo, in grado di interagire con lo spazio urbano e,
in questo caso, con il pubblico presente; una progettualità fattiva e concreta,
che porta a una modificazione del dato reale secondo aree e presenze cromatiche
che definiscono l’opera e la pongono in relazione con lo spazio espositivo come
esemplificazione distributiva di un possibile spazio urbano.
galleria, dal titolo Ricostruttivi Progetto Invernizzi 2009.2010, l’ultima e più recente parte di
quella che potremmo chiamare “Trilogia del metallo”. La produzione scultorea di Nicola
Carrino (Taranto,
1932) si sviluppa sempre partendo dalla scelta della materia prima, il metallo
appunto, e si evolve e modifica, pur mantenendo un’evidente linea di sviluppo
formale comune, come sottolineato dalle denominazioni dei tre cicli.
Nel 1969 Carrino realizza i Costruttivi Trasformabili, sculture modulari in acciaio
distribuite nello spazio in rapporto installativo, capaci di partecipare alla
visione urbanistica e alla complessa costruzione dell’urbano, diventando a loro
volta sculture abitabili. I Decostruttivi del 2005-2006 sono invece sculture dalle grandi
dimensioni e dal grande impatto visivo, che ridisegnano la configurazione del
luogo attivando una nuova dialettica dello sguardo, della percezione
dell’ambiente.
Partendo dalla premessa che “per ricostruire è
necessario tornare al semplice”, come scrive lo stesso Nicola Carrino, “i
‘Ricostruttivi’, come i precedenti ‘Costruttivi’ e ‘Decostruttivi’, sono
sistemi plastici aperti, componibili e trasformabili nel tempo e nello spazio e
per loro natura formale si aggregano volumetricamente e distributivamente su
reticoli spaziali modulari di ordine ortogonale o diagonale muovendosi su linee
di raccordo attivanti il campo di azione”.
I Ricostruttivi realizzati per questa mostra – prodotti in officina, 6 in
acciaio inox e 3 in acciaio corten – sono costituiti da elementi modulari
parallelepipedi di 75x75x300 cm ciascuno, ricavati da un blocco originario di
225x225x300 cm, che vanno a costituire complessi formali, risultanti
dall’avvicendamento di tre moduli.
Al piano rialzato
viene presentato un elemento in modo estensivo e planimetrico secondo un
semplice schema di due T, mentre al piano inferiore, lungo la diagonale di
attraversamento dello spazio-luogo, si raccordano due blocchi che trovano
sviluppo secondo masse in elevazione in rapporto all’altezza dell’uomo che le
vive in percorribilità. Negli altri ambienti espositivi, al piano rialzato
della galleria, sono presentati tre Ricostruttivi a muro, rilievi in acciaio inox e
ferro grecato.
In questa pregevole personale emerge ancora una volta
quello che è da sempre l’obiettivo principale della ricerca artistica di
Carrino, ossia l’idea di una scultura progettuale, trasformabile nel tempo, di
ordine ambientale e partecipativo, in grado di interagire con lo spazio urbano e,
in questo caso, con il pubblico presente; una progettualità fattiva e concreta,
che porta a una modificazione del dato reale secondo aree e presenze cromatiche
che definiscono l’opera e la pongono in relazione con lo spazio espositivo come
esemplificazione distributiva di un possibile spazio urbano.
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Nicola
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Ambiente
A arte Studio Invernizzi
Via
Scarlatti, 12 (zona Piazza Lima) – 20121 Milano
Orario:
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato su appuntamento
Ingresso
libero
Catalogo
disponibile
Info:
tel./fax +39 0229402855; info@aarteinvernizzi.it; www.aarteinvernizzi.it
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