Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
09
luglio 2010
fino al 5.IX.2010 Christiane Löhr Varese, Villa Panza
milano
Semi e crini di cavallo dividono il vuoto. La metà di nulla forse è un nulla più piccolo. L'artista rimette ogni risposta alle forme di natura. Laddove l'occhio, se non è fermato, guarda di nuovo...
di Ginevra Bria
“Before He comes We weigh the Time, /
‘Tis Heavy and ‘tis Light. / When He depart, an Emptiness / Is the superior
Freight (Emily Dickinson, 1865).
A ogni personale di Christiane Löhr (Wiesbaden, 1965; vive a
Colonia e Prato) ci si rende conto in maniera potente di quanto ogni suo lavoro
rappresenti un argine, una struttura dello spazio eretta per il tempo. “Nel
lavoro di Christiane Löhr”, riferì il conte Panza poco prima di
mancare, “troviamo la poesia delle piccole cose della natura. L’artista ci
mostra la bellezza di un mondo delicato, che continua anche quando è privato
della vita. È piccolo il materiale che l’artista usa e quindi anche le opere
che crea. Si riscopre così la nostra vera natura. Siamo viventi come le erbe
dei prati. Torniamo a conoscere le nostre origini lontane, ma che anche oggi ci
danno nutrimento”.
A onorare queste parole di presentazione, in tre aree di
Villa Panza sono state installate oltre 50 opere dell’artista tedesca. Esposte
al pubblico resteranno visitabili alcune serie di disegni, sculture e
installazioni composte prevalentemente da materiali deperibili; monadi lievi
che hanno richiesto una accurata preparazione completamente site related e site
specific.
I lavori di Löhr sono osservatori strutturali della natura
che permettono la piena rivelazione delle sue combinazioni e dei suoi spazi.
L’artista mette in equilibrio, intrecciandoli, materiali come spore, crini di
cavallo, graminacee essiccate, rami d’edera e ciuffi di cardo selvatico per
architettare nuvole lievi e fragilissime. Vere e proprie antinomie, che
risolvono tanto l’ambiguità del tempo quanto la solidità delle sue evoluzioni
terrene.
Undici sculture sono state poste nella Scuderia Grande e
installate su parallelepipedi bianchi, oasi rialzate da terra. La piccola torre, Il piccolo tempio e La piccola piramide riprendono
stilemi architettonici insiti in elementi naturali per mettere a prova tanto le
nostre distanze di fruitori delle opere quanto le nostre capacità di
intravedere edifici totali, seppure in miniatura.
Alle pareti della Limonaia (spazio decisamente più intimo)
sono appese, in maniera complanare, sia soffici sculture sia disegni a pastello
ad olio, a grafite e a inchiostro. Nella Scuderia, infine, Löhr ha disposto una fontana
tubolare fatta di crini di cavallo e aghi per cucire. Questo tipo di telaio
organico, attraverso la presenza di innumerevoli nodi, ricorda uno strumento
ancestrale utile a misurare durata e lunghezza attraverso l’emersione di punti
fissi. Incroci di trama e di ordito, simboli della forza meditativa di chi,
contrapponendosi al vuoto che interpreta, separa il nulla dal tempo.
“I cling
to nowhere till I fall / The Crash of nothing, and of all / How similar appears” (Emily Dickinson,
1880).
‘Tis Heavy and ‘tis Light. / When He depart, an Emptiness / Is the superior
Freight (Emily Dickinson, 1865).
A ogni personale di Christiane Löhr (Wiesbaden, 1965; vive a
Colonia e Prato) ci si rende conto in maniera potente di quanto ogni suo lavoro
rappresenti un argine, una struttura dello spazio eretta per il tempo. “Nel
lavoro di Christiane Löhr”, riferì il conte Panza poco prima di
mancare, “troviamo la poesia delle piccole cose della natura. L’artista ci
mostra la bellezza di un mondo delicato, che continua anche quando è privato
della vita. È piccolo il materiale che l’artista usa e quindi anche le opere
che crea. Si riscopre così la nostra vera natura. Siamo viventi come le erbe
dei prati. Torniamo a conoscere le nostre origini lontane, ma che anche oggi ci
danno nutrimento”.
A onorare queste parole di presentazione, in tre aree di
Villa Panza sono state installate oltre 50 opere dell’artista tedesca. Esposte
al pubblico resteranno visitabili alcune serie di disegni, sculture e
installazioni composte prevalentemente da materiali deperibili; monadi lievi
che hanno richiesto una accurata preparazione completamente site related e site
specific.
I lavori di Löhr sono osservatori strutturali della natura
che permettono la piena rivelazione delle sue combinazioni e dei suoi spazi.
L’artista mette in equilibrio, intrecciandoli, materiali come spore, crini di
cavallo, graminacee essiccate, rami d’edera e ciuffi di cardo selvatico per
architettare nuvole lievi e fragilissime. Vere e proprie antinomie, che
risolvono tanto l’ambiguità del tempo quanto la solidità delle sue evoluzioni
terrene.
Undici sculture sono state poste nella Scuderia Grande e
installate su parallelepipedi bianchi, oasi rialzate da terra. La piccola torre, Il piccolo tempio e La piccola piramide riprendono
stilemi architettonici insiti in elementi naturali per mettere a prova tanto le
nostre distanze di fruitori delle opere quanto le nostre capacità di
intravedere edifici totali, seppure in miniatura.
Alle pareti della Limonaia (spazio decisamente più intimo)
sono appese, in maniera complanare, sia soffici sculture sia disegni a pastello
ad olio, a grafite e a inchiostro. Nella Scuderia, infine, Löhr ha disposto una fontana
tubolare fatta di crini di cavallo e aghi per cucire. Questo tipo di telaio
organico, attraverso la presenza di innumerevoli nodi, ricorda uno strumento
ancestrale utile a misurare durata e lunghezza attraverso l’emersione di punti
fissi. Incroci di trama e di ordito, simboli della forza meditativa di chi,
contrapponendosi al vuoto che interpreta, separa il nulla dal tempo.
“I cling
to nowhere till I fall / The Crash of nothing, and of all / How similar appears” (Emily Dickinson,
1880).
articoli correlati
Il
modello Panza
L’artista
a Lucca
Personale
da Ala a Milano
ginevra bria
mostra visitata il 20 maggio 2010
dal 20 maggio al 5 settembre 2010
Christiane
Löhr – Dividere il vuotoVilla Menafoglio Litta Panza
Piazza Litta,
1 (loc. Biumo Superiore) – 21100 Varese
Orario: da
martedì a domenica ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17.30)
Ingresso:
intero € 8; ridotti € 3
Catalogo
disponibile
Info: tel. +39
0332283960; fax +39 0332239669; faibiumo@fondoambiente.it
[exibart]
E’ UNA MOSTRA MOLTO AFFASCINANTE OLTRE CHE MOLTO BELLA