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“parquetizzazione” selvaggia dei musei, imposta a prescindere dalla loro storia
e dalla loro vocazione. Brera, nonostante i restauri, conserva un quid di
romanticamente decadente. Eppure, nel percorso della pinacoteca si segue, e ci
si fa seguire, dall’arte contemporanea senza il fastidio della contaminazione.
Gli ospiti, per l’occasione, si chiamano Alberto Burri (Città di Castello, Perugia, 1915
– Nizza, 1995) e Lucio Fontana (Rosario,
1899 – Comabbio, Varese, 1968). E, tra sacchi, combustioni e tagli, sono
proprio quelli che ci si aspetta, in una mostra che ragiona secondo criteri
analogici e senza voli pindarici, con accostamenti chiari, stabiliti
prevalentemente secondo cromie e affinità geometriche. A volte basta poco – un
colore, un dettaglio, un andamento, il senso atmosferico – a creare il
collegamento, ad annodare un filo. Ad esempio, il fresco accento impresso su un
Nero (1951) di
Burri, spartiacque e raccordo tra i luminosi Cima, Bellini e Mantegna e la galleria di ritratti
cinquecenteschi in gramaglie, non invita forse a riconoscere l’identico tocco
di verde sul Ritratto di Laura da Pola di Lorenzo Lotto?
Si direbbe altresì che, vincolati a una selezione
rappresentativa, i curatori abbiano fatto leva sulle emozioni: il collage di
Fontana che fiorisce tra le rutilanti tavole gotiche; la sciabolata d’oro di
Burri che balugina in mezzo agli imponenti “teleri” veneti. Nella Sala IX, poi,
si viene letteralmente accerchiati dal dialogo tra i capolavori del
Rinascimento veneziano e quelli moderni, raggruppati a formare un’ideale
tribunetta nel cuore del cuore del museo, in un tessuto di corrispondenze
radiali.
In alcuni casi, addirittura, sono i moderni a supportare
gli antichi, offrendo spunti per letture inedite, ponendone in risalto alcune
caratteristiche, attirando l’attenzione su nomi ingiustamente trascurati.
Fontana, più poliedrico, fa da sponda a Luini nella cappella di San Giuseppe;
ravviva la staticità post-tridentina dei bolognesi con lo spettacolare neon per
la IX Triennale di Milano (qui riprodotto dall’originale); piomba con l’impatto
di un meteorite sull’elefantiasi barocca.
Tra gli altri brani felici, la consentaneità estetica e
spirituale di entrambi gli artisti novecenteschi con Piero della Francesca, sospesa tra calda rusticità e
astrazione intellettualistica; e, quasi commovente, l’affinità tra la Cena
in Emmaus del Caravaggio
(la più “rozza”
delle due versioni conosciute, intima, toccante, borromaica) e il grezzo Nero
SC3 di Burri.
Quando si tratta fra pari, un modo di comunicare si trova
sempre.
Tagli
d’artista alla Gnam
Fontana
alla Fondazione Pomodoro
anita pepe
mostra visitata il 23 luglio 2010
dal 16 giugno al 3 ottobre 2010
Burri e
Fontana a Brera
a cura di Sandrina Bandera e Bruno Corà
Pinacoteca di Brera
Via Brera, 28
– 20121 Milano
Orario: da martedì a domenica ore
8.30-19.15
Ingresso:
intero € 10; ridotto € 7,50
Catalogo Skira
Info: tel. +39 02722631; fax +39 0272001140; brera.artimi@arti.beniculturali.it; www.pinacotecabrera.net
[exibart]