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30
giugno 2010
fino al 10.VII.2010 Broken Fall Bologna, Enrico Astuni
bologna
Un'indagine sul cadere geometrico, concettuale e psicologico attraverso l’arte contemporanea. Per riflettere sul fragile equilibrio dell’esistenza e restare fra cielo e terra...
Come
dimenticarsi dell’iconica immagine della modella Lisa Fonssagrives in bilico su
una travatura della torre Eiffel mentre fa svolazzare la gonna del proprio
abito? Il magistrale scatto di Erwin Blumenfeld fotografava l’Europa all’alba
della Seconda Guerra Mondiale. Dopo quegli anni tutto sarebbe cambiato, ma la
moda rimase aggrappata ai propri sogni.
Allo
stesso modo oggi, in un momento storico in cui il sistema economico è più che
mai fragile, in disfacimento, sempre più avvelenato dalla speculazione, dai
profitti e dalla finanza, la Galleria Astuni rimane ancorata ai contenuti e
alla ricerca. Mentre si aggira lo spauracchio che l’arte stia per fare la
medesima fine dell’opera di Cristiano Mangione: una tela frantumata, sminuzzata,
sezionata e pronta per esser digerita dal vil denaro.
Levitazione
sociale e sospensione morale. Queste le connotazioni dell’uomo contemporaneo
assetato di potere e successo, rappresentato dai due potenziali oratori di
un’adunanza cittadina assente proposti da Simone Berti. Due uomini borghesi
impeccabilmente incravattati, fieri e statuari, che – posti su un piedistallo –
sembrano vittime di un virulento egotismo collettivo. Anche per il gruppo Superflex l’arte è il cavallo di Troia per
la critica e la crescita sociale, con un ironico gioco interattivo da luna park
che diventa metafora della lotta alla contraffazione delle merci.
Dalle
problematiche mondane al cielo. Parenti forse della piuma del famoso Forrest
Gump, due foglie,
casualmente cadute nella vita dell’altra, si rincorrono e volteggiano nella
romantica e coinvolgente installazione di Mario Airò, la cui perfetta parabola
emozionale è l’opera di Gino De Dominicis, collocata nelle immediate vicinanze. E lo sguardo
e la mente per un istante volano davvero alto.
Ancora
con il vuoto sotto i piedi con la videoinstallazione di João Penalva, inserita in una stanza al centro
della sala, dove una fischiettante versione della Sagra della Primavera di Stravinsky e il filmato
dell’ultima fatale performance del funambolo Wallenda diventano espressione
della caduta intesa nella sua accezione fallimentare, un reiterarsi di
tentativi con esiti tragicamente diversi, narrazione di “una sfida
illustrata in azione”.
Citazionista
l’approccio di Susan Hiller, che omaggia il visionario Yves Klein. Invece Rainer Ganahl ci accompagna in bici in un
percorso nel traffico romano, con una telecamera su un’alta struttura metallica
che lo riprende dall’alto. Una visione a prova di mal d’auto.
Il
librarsi di sfere e il cadere geometrico diventano il trait d’union di John
Baldessari, Bruce
Nauman e Tim Lee. Il primo cerca di formare una linea retta con sfere lanciate
in aria, Bruce Nauman le fa rimbalzare dal soffitto al pavimento, mentre Tim Lee sembra che, con la forza della
mente, riesca a sovrastare la forza di gravità. Espressioni del velleitario
desiderio dell’uomo di controllare le leggi fisiche e il caso.
dimenticarsi dell’iconica immagine della modella Lisa Fonssagrives in bilico su
una travatura della torre Eiffel mentre fa svolazzare la gonna del proprio
abito? Il magistrale scatto di Erwin Blumenfeld fotografava l’Europa all’alba
della Seconda Guerra Mondiale. Dopo quegli anni tutto sarebbe cambiato, ma la
moda rimase aggrappata ai propri sogni.
Allo
stesso modo oggi, in un momento storico in cui il sistema economico è più che
mai fragile, in disfacimento, sempre più avvelenato dalla speculazione, dai
profitti e dalla finanza, la Galleria Astuni rimane ancorata ai contenuti e
alla ricerca. Mentre si aggira lo spauracchio che l’arte stia per fare la
medesima fine dell’opera di Cristiano Mangione: una tela frantumata, sminuzzata,
sezionata e pronta per esser digerita dal vil denaro.
Levitazione
sociale e sospensione morale. Queste le connotazioni dell’uomo contemporaneo
assetato di potere e successo, rappresentato dai due potenziali oratori di
un’adunanza cittadina assente proposti da Simone Berti. Due uomini borghesi
impeccabilmente incravattati, fieri e statuari, che – posti su un piedistallo –
sembrano vittime di un virulento egotismo collettivo. Anche per il gruppo Superflex l’arte è il cavallo di Troia per
la critica e la crescita sociale, con un ironico gioco interattivo da luna park
che diventa metafora della lotta alla contraffazione delle merci.
Dalle
problematiche mondane al cielo. Parenti forse della piuma del famoso Forrest
Gump, due foglie,
casualmente cadute nella vita dell’altra, si rincorrono e volteggiano nella
romantica e coinvolgente installazione di Mario Airò, la cui perfetta parabola
emozionale è l’opera di Gino De Dominicis, collocata nelle immediate vicinanze. E lo sguardo
e la mente per un istante volano davvero alto.
Ancora
con il vuoto sotto i piedi con la videoinstallazione di João Penalva, inserita in una stanza al centro
della sala, dove una fischiettante versione della Sagra della Primavera di Stravinsky e il filmato
dell’ultima fatale performance del funambolo Wallenda diventano espressione
della caduta intesa nella sua accezione fallimentare, un reiterarsi di
tentativi con esiti tragicamente diversi, narrazione di “una sfida
illustrata in azione”.
Citazionista
l’approccio di Susan Hiller, che omaggia il visionario Yves Klein. Invece Rainer Ganahl ci accompagna in bici in un
percorso nel traffico romano, con una telecamera su un’alta struttura metallica
che lo riprende dall’alto. Una visione a prova di mal d’auto.
Il
librarsi di sfere e il cadere geometrico diventano il trait d’union di John
Baldessari, Bruce
Nauman e Tim Lee. Il primo cerca di formare una linea retta con sfere lanciate
in aria, Bruce Nauman le fa rimbalzare dal soffitto al pavimento, mentre Tim Lee sembra che, con la forza della
mente, riesca a sovrastare la forza di gravità. Espressioni del velleitario
desiderio dell’uomo di controllare le leggi fisiche e il caso.
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mostra
visitata il 3 giugno 2010
dal
10 aprile al 10 luglio 2010
Broken
Fall (Geometric)
a
cura di Giovanni Iovane e Alessandra Pace
Galleria Enrico Astuni
Via Barozzi, 3
(zona Mambo) – 40126 Bologna
Orario: da
martedì a sabato ore 10-13 e 15-19; domenica e lunedì su appuntamento
Ingresso
libero
Catalogo
disponibile
Info: tel. +39
0514211132; fax +39 0514211242; info@galleriaastuni.it; www.galleriaastuni.com
[exibart]
una mostra senza emozioni, nonostante il tema