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22
maggio 2009
La complessa e amplissima mostra Futurismo 1909-2009 ha indotto la sezione didattica a un’operazione pedagogica di tipo fortemente selettivo; infatti, l’attività proposta è, tutto sommato, monografica e si concentra intelligentemente sulla figura di Fortunato Depero, affrontando così tutte le tematiche e le arti care all’ambiente futurista: il teatro, la scenografia, il giocattolo, il costume, la pittura, la musica e la pubblicità.
L’attività comincia con l’accoglimento degli officianti all’interno di una stanza semibuia, ove al centro, illuminato, giace il raffinato, affascinante e colorato libro-installazione costruito dallo scenografo Toporao. Un oggetto, come sempre nelle ideazioni di Fiorenza Mariotti e del suo gruppo di lavoro, oltre che esteticamente bello, anche didatticamente intelligente. Infatti, diviene l’espediente attraverso cui l’operatore racconta le parole di Depero e tramite il quale si chiede ai bimbi, sedotti dall’oggetto, di ascoltare i testi dell’artista, di leggere una parola futurista, con il sottofondo di Anhiccam 2000.
In circa mezz’ora, i piccoli colgono il senso del movimento futurista, proprio perché i temi affrontati con loro sono quelli essenziali: la ricostruzione dell’Universo e il meraviglioso futurista, la luce, il suono, il rumore, la parola in libertà, il nuovo teatro futurista e la fantasia. Attraverso semplici azioni, senza mai tradire i bambini, senza mai abbassare il livello del linguaggio, ecco che La casa del mago si trasforma in un perfetto mezzo per stupire, per meravigliare, per indurre a guardare in modo differente il mondo e, soprattutto, per stimolare la fantasia e la costruzione di sogni.
![Libro-installazione di Toporao per l'attività didattica La casa del mago](https://www.exibart.com/foto/67156.jpg)
Per i più piccoli è stato invece di recente inaugurato un silente e fascinoso nido dal nome Sforzinda. Arredato con un progetto raffinato, a misura di bambino, incomincia il percorso attraverso l’ascolto della vera storia di Gian Giacomo Trivulzio.
Dopo le parole ascoltate, che introducono i piccoli uditori nella società cortigiana e contadina del Rinascimento lombardo, viene donato a ogni bimbo un cestino contenente vari oggetti di questo mondo: un frutto od ortaggio, una spiga, una ghirlanda, del grano e un legnetto. Si prosegue, poi, nella Sala della Balla dove, oggi, sono custoditi gli arazzi di Trivulzio e, davanti ai quali, alcuni mesi (dicembre, maggio, luglio e ottobre) vengono raccontati attraverso la ritualità di gesti semplici ma significativi: la lettura viene alternata ad azioni, coerenti con l’opera, che ogni bimbo deve compiere, o donando l’oggetto richiesto dall’operatrice o mettendo in scena il mese, seguendo precise indicazioni date dall’adulto (guardo il sole con occhiali speciali, giro in tondo, costruisco un focolare, offro un dono).
![Sforzinda, l’interno della stanza didattica al Castello Sforzesco di Milano](https://www.exibart.com/foto/67154.jpg)
L’attività didattica si rivela quindi una sorta di vera e propria pièce, di tableau vivant in cui ognuno si sente partecipe e protagonista del momento cultural-educativo e dove, attraverso la lettura delle tante facce del sole, l’arazzo muta in testo ricco di segni e simboli, in scrigno di affascinanti storie antiche, emblema e pretesto di un invito necessario all’ascolto, alla riflessione e all’approfondimento.
Speciali e preziosi i doni finali per ogni partecipante: un piccolo scrigno trasparente contenente un filo di lana e uno di seta, simboli dell’arazzo, e quattro stampe colorate e raffinate delle “vere facce del sole”.
L’attività comincia con l’accoglimento degli officianti all’interno di una stanza semibuia, ove al centro, illuminato, giace il raffinato, affascinante e colorato libro-installazione costruito dallo scenografo Toporao. Un oggetto, come sempre nelle ideazioni di Fiorenza Mariotti e del suo gruppo di lavoro, oltre che esteticamente bello, anche didatticamente intelligente. Infatti, diviene l’espediente attraverso cui l’operatore racconta le parole di Depero e tramite il quale si chiede ai bimbi, sedotti dall’oggetto, di ascoltare i testi dell’artista, di leggere una parola futurista, con il sottofondo di Anhiccam 2000.
In circa mezz’ora, i piccoli colgono il senso del movimento futurista, proprio perché i temi affrontati con loro sono quelli essenziali: la ricostruzione dell’Universo e il meraviglioso futurista, la luce, il suono, il rumore, la parola in libertà, il nuovo teatro futurista e la fantasia. Attraverso semplici azioni, senza mai tradire i bambini, senza mai abbassare il livello del linguaggio, ecco che La casa del mago si trasforma in un perfetto mezzo per stupire, per meravigliare, per indurre a guardare in modo differente il mondo e, soprattutto, per stimolare la fantasia e la costruzione di sogni.
![Libro-installazione di Toporao per l'attività didattica La casa del mago](https://www.exibart.com/foto/67156.jpg)
Per i più piccoli è stato invece di recente inaugurato un silente e fascinoso nido dal nome Sforzinda. Arredato con un progetto raffinato, a misura di bambino, incomincia il percorso attraverso l’ascolto della vera storia di Gian Giacomo Trivulzio.
Dopo le parole ascoltate, che introducono i piccoli uditori nella società cortigiana e contadina del Rinascimento lombardo, viene donato a ogni bimbo un cestino contenente vari oggetti di questo mondo: un frutto od ortaggio, una spiga, una ghirlanda, del grano e un legnetto. Si prosegue, poi, nella Sala della Balla dove, oggi, sono custoditi gli arazzi di Trivulzio e, davanti ai quali, alcuni mesi (dicembre, maggio, luglio e ottobre) vengono raccontati attraverso la ritualità di gesti semplici ma significativi: la lettura viene alternata ad azioni, coerenti con l’opera, che ogni bimbo deve compiere, o donando l’oggetto richiesto dall’operatrice o mettendo in scena il mese, seguendo precise indicazioni date dall’adulto (guardo il sole con occhiali speciali, giro in tondo, costruisco un focolare, offro un dono).
![Sforzinda, l’interno della stanza didattica al Castello Sforzesco di Milano](https://www.exibart.com/foto/67154.jpg)
L’attività didattica si rivela quindi una sorta di vera e propria pièce, di tableau vivant in cui ognuno si sente partecipe e protagonista del momento cultural-educativo e dove, attraverso la lettura delle tante facce del sole, l’arazzo muta in testo ricco di segni e simboli, in scrigno di affascinanti storie antiche, emblema e pretesto di un invito necessario all’ascolto, alla riflessione e all’approfondimento.
Speciali e preziosi i doni finali per ogni partecipante: un piccolo scrigno trasparente contenente un filo di lana e uno di seta, simboli dell’arazzo, e quattro stampe colorate e raffinate delle “vere facce del sole”.
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gisella vismara
la rubrica didattica è diretta da annalisa trasatti
Palazzo Reale – Sezione Didattica
Piazza Duomo, 12 – 20122 Milano
Info: tel. +39 02860649; fax +39 02877415
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