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16
giugno 2009
fino al 21.VI.2009 Federico Solmi Napoli, NotGallery
napoli
L’artista, si sa, ama esser protagonista. E desidera che si parli di lui. Nel bene o nel male. Per eccitarsi e far divertire. Oppure scandalizzare. Qualsiasi cosa, purché se ne parli...
Da Dante in poi, mettere i papi all’inferno fa scalpore. Lo sa bene Federico Solmi (Bologna, 1973; vive a New York) che, mutatis mutandis, ha suscitato grande schiamazzo per aver presentato all’Artefiera di Bologna 2009 un’installazione composta da alcuni video e un dipinto in stile trecentesco, abitati da Pope Urban LXIX, un papa satanico e osceno. Il titolo? The Evil Empire, l’Impero del Male, ambientato nel cuore della Viatic-anal City nell’anno solare 2046.
Un’attenzione – per una data lanciata nel futuro – che da sola non è bastata a proteggere la pubblica morale. Sul finire della manifestazione, infatti, mentre gli espositori erano intenti al lavoro di smontaggio, la pala papalina fu sequestrata dai carabinieri per due specifiche motivazioni: “Offesa per vilipendio a una confessione religiosa” ed “esposizione di oggetti osceni”. L’accaduto divenne un caso e la stampa cominciò largamente a occuparsene, per la gioia di chi avrebbe voluto – ma forse non si aspettava – tanta eco.
Poi, in seguito a qualche riesame, l’opera ritornava a casa tra mille perplessità, mentre la patria d’adozione (Federico Solmi vive da dieci anni nella Grande Mela) ne suggellava il trionfo dell’inventiva, riconoscendo all’artista il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship per la video arte 2009.
Così, la galleria napoletana ci riprova in casa, riesponendo l’opera proibita all’interno di una versione ancor più ricca, dal titolo Walking with the devil, dove un’inquietante carrellata di sangue, martiri, fuoco, armi, macchine da guerra ed erotismo imbriglia l’influente personaggio con la mitria, rendendolo vittima e carnefice allo stesso tempo di tentazioni incontenibili, alle quali nessun uomo – neppure lui – può sottrarsi.
Tiro al bersaglio, insieme ad altri simboli di potere universale, tra svastiche di destra e falci con martello di sinistra, in una giostrina ruotante di morte, risucchiata a suon di rivoltella dal rosso scarlatto del sangue, dentro un’aria irrespirabile di responsabilità ed errori storici imperdonabili. Nel cui marasma generale è infilato anche il luccichio di Hollywood, come treno diretto – ma, ahinoi, senza ritorno – per la felicità. Oh my God…
L’artista dice di non essere un cronista dei nostri tempi e di servirsi delle cose che accadono e che sono accadute per confondere con squisito divertimento lo spettatore, mirando ad allargare – se fosse possibile – il comune senso di disorientamento e smarrimento che sembra attanagliare tutti in questo momento storico. Come un magma rosso e infernale, cui nessuno può più sfuggire.
Le videoanimazioni sono vivide di contenuti, luminose di colori, ben fatte; mix di effetti che si perde nei disegni singoli che Solmi ama stampare (scripta manent) per difendersi dalle continue evoluzioni tecnologiche.
L’ingresso libero è limitato alla sola anticamera; la main room con la pala d’altare e la saletta caveau con le sue ultime interpretazioni sono a disposizione dei soli maggiorenni. “In forma rigorosamente privata e previa sottoscrizione di un formale documento che renda noti i contenuti dei lavori in mostra”.
Un’attenzione – per una data lanciata nel futuro – che da sola non è bastata a proteggere la pubblica morale. Sul finire della manifestazione, infatti, mentre gli espositori erano intenti al lavoro di smontaggio, la pala papalina fu sequestrata dai carabinieri per due specifiche motivazioni: “Offesa per vilipendio a una confessione religiosa” ed “esposizione di oggetti osceni”. L’accaduto divenne un caso e la stampa cominciò largamente a occuparsene, per la gioia di chi avrebbe voluto – ma forse non si aspettava – tanta eco.
Poi, in seguito a qualche riesame, l’opera ritornava a casa tra mille perplessità, mentre la patria d’adozione (Federico Solmi vive da dieci anni nella Grande Mela) ne suggellava il trionfo dell’inventiva, riconoscendo all’artista il John Simon Guggenheim Memorial Fellowship per la video arte 2009.
Così, la galleria napoletana ci riprova in casa, riesponendo l’opera proibita all’interno di una versione ancor più ricca, dal titolo Walking with the devil, dove un’inquietante carrellata di sangue, martiri, fuoco, armi, macchine da guerra ed erotismo imbriglia l’influente personaggio con la mitria, rendendolo vittima e carnefice allo stesso tempo di tentazioni incontenibili, alle quali nessun uomo – neppure lui – può sottrarsi.
Tiro al bersaglio, insieme ad altri simboli di potere universale, tra svastiche di destra e falci con martello di sinistra, in una giostrina ruotante di morte, risucchiata a suon di rivoltella dal rosso scarlatto del sangue, dentro un’aria irrespirabile di responsabilità ed errori storici imperdonabili. Nel cui marasma generale è infilato anche il luccichio di Hollywood, come treno diretto – ma, ahinoi, senza ritorno – per la felicità. Oh my God…
L’artista dice di non essere un cronista dei nostri tempi e di servirsi delle cose che accadono e che sono accadute per confondere con squisito divertimento lo spettatore, mirando ad allargare – se fosse possibile – il comune senso di disorientamento e smarrimento che sembra attanagliare tutti in questo momento storico. Come un magma rosso e infernale, cui nessuno può più sfuggire.
Le videoanimazioni sono vivide di contenuti, luminose di colori, ben fatte; mix di effetti che si perde nei disegni singoli che Solmi ama stampare (scripta manent) per difendersi dalle continue evoluzioni tecnologiche.
L’ingresso libero è limitato alla sola anticamera; la main room con la pala d’altare e la saletta caveau con le sue ultime interpretazioni sono a disposizione dei soli maggiorenni. “In forma rigorosamente privata e previa sottoscrizione di un formale documento che renda noti i contenuti dei lavori in mostra”.
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dal 14 maggio al 21 giugno 2009
Federico Solmi – Walking with the Devil
NotGallery Contemporary Art Factory
Piazza Trieste e Trento, 48 (zona Chiaia) – 80132 Napoli
Orario: dal martedì al sabato ore 16-20 e su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0810607028; fax +39 0812140986; info@notgallery.com; www.notgallery.com
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