La potente dichiarazione visiva di Edson Luli, in copertina del nuovo exibart on paper 122 (che potete scaricare qui), non solo impone un processo di memoria e di critica del presente – più che mai necessario alla luce del nuovo tragico conflitto in Medio Oriente e del ritorno minaccioso del terrorismo in Europa – ma ci ricorda una pratica, quella dell’ascolto, ormai obsoleta. L’ascolto, scrive Giulia Ronchi: «implica da una parte il silenzio, la disponibilità a ricevere, ad ospitare dentro di sé, mentre dall’altra la necessità di incontro, di comunità, di stare insieme mettendosi su un piano di orizzontalità e orizzonte costruttivo. E allora, forti di quella meravigliosa responsabilità che ha la rivista, quella di accogliere il presente e gettare semi per una prospettiva futura, abbiamo pensato alla parola come linea guida di questo nuovo numero».
Il tema della parola è stato declinato passando dalla letteratura, ripercorrendo l’immaginario artistico che ha nutrito la produzione letteraria di Italo Calvino nel centenario dalla sua nascita, alle nuove tecnologie: intelligenza artificiale sì o no? Numero Cromatico tenta di fare chiarezza sulla vera natura di quest’ultima frontiera tecnologica all’interno di un dibattito che rischia spesso di assumere toni catastrofisti. Critici, curatori, artisti, docenti e ricercatori sono stati invitati a scegliere un vocabolo con cui intrattengono un rapporto amoroso e necessario. Dialogo, tecnologia, corpo, meraviglia, contingenza e spazio: ne è nato un glossario collettivo che alimenta l’immaginario delle arti visive e ci traghetta in un incontro a tu per tu con Edson Luli, che parla del linguaggio come «uno dei simboli più comuni che usiamo per dare un significato e comunicarlo agli altri». Come nascono i suoi lavori? Come trasforma un’idea, un input, una sensazione, in un’opera d’arte? Ce lo racconta nella cover story con un’anticipazione: «Prendo in prestito tutto, soprattutto le idee. Quando un’idea transita in me, intorno o attraverso me, inizio a contemplarla nel contesto della mia presenza e a esplorare se esiste un possibile dialogo che possa manifestarla nel nostro mondo materiale».
«Dobbiamo oggi rinnovare la crescita del nostro immaginario per creare più autentiche forme di comprensione della realtà. L’arte è così una fabulazione potente, capace di esercitare una forza di cambiamento, una cura che diventa convinzione e urgenza di responsabilità» è il messaggio di Luigi Fassi, Direttore di Artissima, nell’imminente apertura della nuova edizione della fiera, che rimarca il carattere sperimentale e di ricerca delle più interessanti realtà d’arte contemporanea presenti sulla scena internazionale. Si parla anche di arti performative e di design: da Ilenia Caleo, che da oltre dieci anni, in coppia con Silvia Caderoni, indaga il tema del corpo, delle relazioni, delle comunità e delle minoranze attraverso uno sguardo politico e non conferme che emerge nel suo racconto a partire da The present is not enough alle relazioni tra arte e fashion, sempre più esplicite nella sfera degli spazi di vendita, che diventano luoghi esperienziali. Last, but not least, c’è spazio anche per una fuga in Romania, al museo di Timisoara, Capitale Europea della Cultura, che ripercorre la storia personale e artistica dell’iconico artista Constantin Brâncuși, indagando la relazione tra la sua ricerca formale e le tradizioni popolari locali nella mostra Brâncuși: Romanian Sources and Universal Perspectives.
E tanto, tanto altro ancora, che potrete scoprire nel nostro stand ad Artissima, dove presenteremo l’installazione di Edson Luli, A change of meaning is a change of being a cura di Elsa Barbieri.
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