«Siamo su una soglia, è ancora troppo presto per sapere cosa ci riserva il divenire. Questa mostra è un invito a vivere la situazione di attesa senza angoscia, a rompere i ritmi patologici che bloccano la nostra capacità di godimento estetico e a entrare in sintonia con la polifonia di colori, significati, linee di fuga e tocchi alternativi che servono per incontrarci», ha spiegato la galleria.
Del percorso espositivo fa parte anche un omaggio a Hanne Darboven (1941, Monaco di Baviera – 2009, Amburgo), realizzato in collaborazione con L’Arengario Studio Bibliografico, che oggi, nella propria sede di Gussago, a una decina di chilometri dal centro di Brescia, inaugura la mostra “Hanne Darboven 1968 – 1980”, a cura di Valentino Tonini e organizzata con Alex Bacon.
Nelle settimane di apertura di “15 → The Waiting Hall” A+B Galleryorganizzerà anche live performance musicali e presentazioni di libri: il primo evento sarà il 24 ottobre con il concerto di Fabrizio Saiu “Au Language” (alle 20.00, su prenotazione), mentre gli altri verranno annunciati più avanti sul sito della galleria e sui suoi canali social.
Dario Bonetta, gallerista di A+B Gallery, ci ha raccontato il progetto espositivo
Che tipo di mostra inaugura A+B Gallery in questi giorni?
«”15 → The Waiting Hall” è una mostra che indaga il punto di arrivo della ricerca degli artisti della galleria. Si tratta di un momento di attesa che avviene tra due accadimenti, quello che è stato e quello che sarà. Quello che è stato è quanto è accaduto nell’ecosistema di nove anni di galleria, con il focus naturalmente sull’attualità e i più recenti spostamenti nel linguaggio degli artisti; quello che sarà invece è ancora da scrivere… L’ecosistema di “15 → The Waiting Hall” coinvolge varie tipologie di discipline come live performance musicali e presentazioni di libri».
Si tratta della seconda mostra nella nuova sede della galleria, in Corsetto Sant’Agata, in cui vi siete trasferiti pochi mesi fa, osando nonostante la difficile situazione generale. Come vi state trovando nei nuovi spazi e che risposta avete dal pubblico?
«La nuova dimensione della galleria ha permesso la collettiva con tutti gli artisti rappresentati valorizzando ognuno degli interventi. Questa nuova possibilità ha una ripercussione positiva sul rinnovato desiderio di visitare le gallerie. Mi fa piacere vedere la sorpresa e la soddisfazione dell’esperienza di visita che c’è adesso, tutto è molto ben fruibile e aiuta l’approfondimento».
“15 → The Waiting Hall” è una collettiva molto articolata, in cui la quasi totalità delle opere sono inedite e realizzate per la mostra. Secondo te che tracce sta lasciando la pandemia nel lavoro degli artisti della galleria?
«Le prime assolute sono nate da periodi lunghi di ricerca. Simon Laureyns, Tiziano Martini, Marco Gobbi, Michele Lombardelli e Silvia Hell presentano linguaggi e progetti inediti su cui hanno lavorato da molto tempo, in qualche caso da un paio di anni. Novità sono anche le nuove collaborazioni con Marco Neri, presente con l’iconica Mirabilandia, e Hermann Bergamelli con lo sviluppo del suo lavoro. Altre opere precedenti al 2020, sono nate in contesti particolari, come la residenza alla NKD di Dale per Nazzarena Poli Maramotti e quella in Italia di Osamu Kobayashi; mentre per Davide Mancini Zanchi l’elaborazione del progetto del libro in fase di realizzazione. Markus Saile e Max Frintrop presentano dipinti in parallelo a esposizioni museali come quella alla NAK di Aquisgrana di Saile. Per Tobias Hoffknecht una nuova produzione e per Marco La Rosa i sette vizi capitali recentemente esposte in vari contesti. Direi, quindi, che è ancora presto per capire gli strascichi di quanto accaduto, anche perché lo stiamo ancora vivendo. Certamente, invece, incide sul modo di pensare al futuro».
Per questa mostra avete attivato anche una collaborazione con l’Arengario Studio Bibliografico. Come è nata e in che cosa consiste?
«Il mondo bibliografico e documentaristico è una recente e personale scoperta. Ho la fortuna di aver conosciuto Bruno Tonini e la sua conoscenza estesa e precisa di questo mondo proveniente dallo studio delle fonti dell’arte contemporanea è per me un punto di vista inedito. Questa collaborazione vede coinvolto anche Valentino Tonini che ha selezionato alcuni libri d’artista e documenti originali di Hanne Darboven dagli anni ’80 in poi, un proseguo della loro attuale mostra sugli anni ’60-’70 nella loro sede di Gussago».
Quali saranno i prossimi progetti della galleria?
«Il 24 Ottobre “Ode Au Language”, live performance di Fabrizio Saiu, un ritorno in galleria. Seguirà Artissima nella nuova veste, ArtVerona, ad oggi confermata, e la personale di Hermann Bergamelli a dicembre inoltrato».
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