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A Milano, nello spazio di Via Dolomiti, Dimora Artica, inaugura oggi, 13 gennaio, la collettiva “Holomovement” con lavori di Mattia Barbieri, bn+ BRINANOVARA, Tania Fiaccadori, Valentina Furian, Kamilia Kard, Stefano Perrone e Andrea Samory.
La mostra, curata da Andrea Lacarpia e Francesco Pacelli, che condividono la direzione artistica di Dimora Artica, «unisce le opere di sette artisti emergenti con la volontà di individuare un sentire comune scaturito dalle nuove interpretazioni della realtà in ambito scientifico e filosofico. Il titolo fa riferimento al neologismo creato dal fisico David Bohm per definire la struttura dell’universo come un ologramma dinamico. Il progetto mette in relazione opere realizzate con diversi mezzi, dalla pittura e la scultura al video e all’installazione».
Andrea Lacarpia e Francesco Pacelli ci hanno presentato la mostra.
Come si inserisce la collettiva “Holomovement” nella ricerca di Dimora Artica?
«La volontà che ha dato avvio al progetto di Dimora Artica sei anni fa e che in qualche modo l’accompagna negli anni è identificare una mitografia della nostra epoca e le sue connessioni con la dimensione degli archetipi ancestrali. “Holomovement” è in continuità con l’evoluzione degli ultimi anni di Dimora Artica, che ora concentra la propria ricerca nell’ambito dell’arte emergente, in particolare privilegiando gli artisti che rielaborano e raccontano il presente nella sua complessità».
Da che cosa deriva il titolo?
«Sia il titolo che l’idea generale della mostra sono nati leggendo Iperoggetti di Timothy Morton, in cui viene citata la teoria del fisico David Bohm che vede l’universo come un ologramma in costante trasformazione, in cui il tutto è contenuto in ogni singola parte. Oltre ad essere particolarmente poetica, questa teoria ci è sembrata adatta ad esprimere la sensibilità comune degli artisti della nostra epoca, divisi tra necessità di aggiornare costantemente la propria ricerca e volontà di realizzare opere che possano riassumere l’intero universo, dando un senso di unità alla frammentazione della nostra realtà».
Come avete selezionato gli artisti invitatai? E che cosa accomuna le loro ricerche rispetto al tema della mostra?
«Abbiamo unito artisti che abbiamo già presentato in precedenza e altri che abbiamo conosciuto nell’ultimo anno e che consideravamo coerenti con il progetto. Più che seguire un tema in realtà l’intento è stato quello di individuare una sensibilità comune in artisti dai linguaggi diversi».
Potete svelarci qualche anticipazione sul programma di Dimora Artica per il 2020?
«Nel 2020 l’attività di Dimora Artica proseguirà con delle mostre personali dedicate a due artisti con i quali prosegue una collaborazione già avviata in occasioni precedenti: Nicola Gobbetto e Matteo Gatti».
A febbraio sarà un anno che Dimora Artica si trova nella nuova sede, in via Dolomiti. Potete tracciare un primo rapido bilancio sul “cambio d’indirizzo”?
«Il bilancio del primo anno nel nuovo spazio è sicuramente positivo, la sede più grande e su strada ha dato maggiori possibilità per gli allestimenti e abbiamo visto aumentare il numero di visitatori delle mostre».
Mattia Barbieri, bn+ BRINANOVARA, Tania Fiaccadori, Valentina Furian, Kamilia Kard, Stefano Perrone, Andrea Samory
“Holomovement”
A cura di Dimora Artica
Dal 13 gennaio al 17 febbraio 2020
Via Dolomiti 11, Milano (MM1 Turro)
Opening: 13 gennaio 2020, alle 18.30
Orari: sabato, domenica e lunedì dalle 16.00 alle 20.00, altri giorni su appuntamento
www.dimoraartica.com