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A Napoli nasce Spot Home Gallery. Le parole della fondatrice
Opening
di Silvia Conta
A Napoli, in via Toledo 66, una nuova galleria si presenta al pubblico a partire da oggi, 4 febbraio: è Spot Home Gallery, dedicata alla fotografia e nata da un’idea di Cristina Ferraiuolo, che nell’intervista qui sotto ci ha raccontato il progetto.
Spot home gallery «nasce con l’intento di diffondere e promuovere la fotografia contemporanea e le sue contaminazioni con altri linguaggi espressivi attraverso mostre, proiezioni, incontri e workshops», ha spiegato la fondatrice, che ha aggiunto: «pur consapevoli del generale stato di incertezza e di sospensione, dopo avere rimandato più volte l’inaugurazione nel corso del 2020, abbiamo deciso di aprire Spot Home Gallery. Diffondere arte e bellezza è un’urgenza. Una galleria d’arte è un presidio di senso, deve esistere e resistere.”
Fino al 7 febbraio la nuova galleria si presenta al pubblico con un opening di quattro giorni (dalle 12 alle 20, visita con prenotazione obbligatoria, potete prenotare qui), con “Andamento Lento” (aperta fino al 30 giugno), una collettiva con otto fotografi, a cura di Cristina Ferraiuolo, con scatti di Michael Ackerman (1967, Tel Aviv), Morten Andersen (1965, Norvegia), Luca Anzani (1966, Napoli), Martin Bogren (1967, Svezia), Lorenzo Castore (1973, Firenze), Adam Grossman Cohen (1954, New York City), Richard Pak (1972, Francia) e della fondatrice stessa (1967, Napoli).
Nel percorso espositivo «otto artisti, provenienti da diverse parti del mondo, espongono, per la prima volta a Napoli, una selezione di immagini realizzate nella città partenopea, appartenenti a più estesi lavori di ricerca o anche a progetti puntuali. Otto piccole mostre in un’unica esposizione composta da oltre 100 immagini e da un’installazione audiovisiva in uno spazio dedicato».
Il nome della galleria, Spot, che rende omaggio al vecchio negozio di famiglia, porta con sé molteplici significati: «spot è il riflettore/spotlight, punto luce sulla ricerca fotografica a Napoli; spot è il punto/point, punto rosso, punto focale, punto di vista; spot è punto di partenza e di incontro, luogo fisico e mentale di promozione e diffusione del linguaggio visivo come strumento di ricerca identitaria e riflessione sociale, vivace fulcro e circuito internazionale della fotografia d’autore che mette in connessione varie realtà; spot è anche il posto/place, punto fermo, casa residenza, da dove si parte per ritornare, dove si è accolti per potersi spingere oltre la soglia e immergersi nei meandri di Napoli», usa ricordato la gallerista.
Intervista a Cristina Ferraiuolo, fondatrice di Spot Home Gallery
Come è nata l’idea di fondare Spot Home Gallery?
«Spot è il mio punto rosso, un cerchio che si chiude centrando un sogno, che unisce la mia storia familiare e personale al mio percorso fotografico degli ultimi vent’anni. La galleria è uno spazio di famiglia, un tempo era lo studio dell’attiguo negozio di fotografia di mio padre, Spot 2, divenuto in seguito per molti anni la mia casa. Qui ho ospitato artisti provenienti da ogni parte del mondo che venivano a Napoli a lavorare e alcuni di loro sono oggi accanto a me in questa mostra inaugurale. L’esigenza è anche quella di offrire alla mia città e a un pubblico il più eterogeneo possibile uno spazio dedicato all’arte della fotografia. Una sfida di sensibilizzazione e di promozione della cultura fotografica. Credo che l’atmosfera familiare e accogliente di una home gallery possa contribuire a rendere il rapporto con le opere d’arte più intimo e diretto. Spot vuole offrire inoltre sostegno alla creazione, invitando artisti selezionati a trascorrere un periodo di tempo a Napoli per lavorare in libertà alla propria ricerca in dialogo con un territorio che si presta a essere particolare fonte di ispirazione».
A che tipo di ricerca sarà dedicata la galleria? Come avete scelto gli artisti che rappresentate?
«La ricerca sarà orientata verso fotografi contemporanei affermati o emergenti che, con passione, coraggio, libertà, ora con un approccio più intimo ed emotivo, ora con un approccio più concettuale, portano avanti lavori che siano in grado di emozionare e far riflettere, che sollecitino interrogativi sul mondo e sul tempo che attraversiamo.
La prima mostra rappresenta uno statement che si inscrive in una mia storia personale e in una storia più ampia della fotografia contemporanea. Gli artisti della mostra inaugurale hanno realizzato dei lavori a Napoli nel corso degli ultimi vent’anni che non sono mai stati esposti in città e fanno parte di una ‘famiglia’ di fotografi nella quale i legami affettivi si intrecciano a corrispondenze e assonanze artistiche, a uno stesso approccio alla fotografia intesa come espressione soggettiva ed emotiva del proprio modo di essere e vivere il mondo».
Avete scelto di inaugurare con la mostra “Andamento Lento”. Come sarà articolato il percorso espositivo?
«L’andamento lento è l’approccio emotivo che rifugge la dimensione temporale, è la dimensione interiore, quella di una fotografia che mette al centro l’ascolto di sé e dell’altro. Ed è anche un titolo scelto in omaggio alla musica, passione che unisce tutti gli otto fotografi della mostra.
L’esposizione dedicata a Napoli si articola in otto mostre: una parete per ogni autore e uno spazio ad hoc dedicato ad un’installazione audiovisiva. Un dialogo tra visioni e linguaggi, che pur nella loro diversità, restituiscono un sentimento corale su Napoli, scenario e pretesto di una fotografia tra realtà e finzione».
Quali saranno i prossimi progetti in galleria?
«Considerate le norme sul contingentamento, questa mostra durerà a lungo per accogliere il maggior numero di visitatori possibili, provenienti anche, speriamo presto, da altre parti d’Italia e dall’estero. A maggio, pandemia permettendo, ospiterò negli spazi di Spot il workshop di un grandissimo maestro della fotografia svedese, Anders Petersen, organizzato dal TPW di Carlo Roberti. La prossima mostra sarà una personale di una fotografa italiana».
Interessante discorso sul programma , a Napoli mancava questa scelta della fotografia in galleria.