Da oggi, 27 giugno, la città di Pietrasanta accoglie le monumentali opere di Fabio Viale (1975, Cuneo) nei suoi più suggestivi spazi: con la personale Truly, curata da Enrico Mattei e realizzata con il sostegno della Galleria Poggiali, una serie di sculture in marmo, la maggior parte pensate appositamente per questi luoghi, abiterà piazza del Duomo, la Chiesa di Sant’Agostino e il suo Chiostro e il Pontile di Marina.
«Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia dell’ultima Biennale di Venezia e l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca, con questa mostra Fabio Viale interpreta il senso dei nostri giorni di forzato isolamento, presentando – tra le altre opere – la scultura Le Tre Grazie, allestita in anteprima assoluta all’interno della Chiesa di Sant’Agostino», si legge nel comunicato stampa.
La mostra sarà «il principale evento espositivo dell’Estate 2020 di Pietrasanta a rivendicare il ruolo della cultura quale motore di civiltà e impulso sociale irrinunciabile. Grazie a un artista di fama internazionale, la mostra offrirà un’interpretazione imprescindibile della voglia di ripartenza del nostro territorio, nel rispetto delle regole e con attenzione rigorosa alla sicurezza», ha sottolineato l’Assessore Mallegni.
Nella piazza del Duomo sono collocati alcuni marmi tatuati di grandi dimensioni, mentre nella Chiesa di Sant’Agostino è allestita in prima assoluta la scultura Le Tre Grazie: «la scultura ha come soggetti tre donne originarie di Ghardaia, città algerina di religione islamica ibadita dove la donna indossa il tradizionale haik, un’ampia veste bianca lunga fino ai piedi, avvolta intorno al corpo e al viso che lascia scoperto un solo occhio. Viale, entrato in contatto con questa città durante uno dei suoi frequenti viaggi, desidera porre particolare attenzione sul tema della libertà negata e al contempo sulla percezione scontata che ne hanno gli occidentali, i quali, proprio adesso, in momenti di forte limitazione, ne avvertono la misura.
Rispondendo allo stimolo della nuova iconografia cui tutti noi siamo sottoposti – i cosiddetti dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine sul volto – Le Tre Grazie creano un cortocircuito visivo e semantico che, a dispetto del titolo, non ha alcun riferimento classico: connettendosi alla simbologia del velo e all’esperienza del distanziamento sociale, basato sulla diffidenza verso il prossimo, specie se coperto, la scultura si apre a significati religiosi e comportamentali», si legge nel comunicato stampa.
«Nel Chiostro di Sant’Agostino e nelle sale adiacenti al piano terra sono allestiti una serie di lavori che hanno scandito il percorso dell’artista: da Infinito – scultura in marmo nero che rappresenta le ruote di un SUV intrecciate – a una versione de La Suprema che ritrae due cassette per la frutta con impeccabile effetto legno. A Marina di Pietrasanta infine, posta proprio sul Pontile di Marina comunemente detto “la Piazza al mare” ancora un’opera in marmo bianco», ha proseguito l’organizzazione.
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