Il 19 agosto il Fellini Museum ha accolto per prima volta i visitatori, registrando il tutto esaurito per le visite guidate del fine settimana inaugurale. Il Fellini Museum è «un polo museale diffuso di nuovissima concezione e il più grande progetto museale dedicato al genio di Federico Fellini», ha spiegato l’istituzione.
Il museo è collocato in tre diversi spazi, uno accanto all’altro, nel cuore della città: Castel Sismondo, Palazzo del Fulgor e Piazza Malatesta.
«Il Fellini Museum non intende interpretare il cinema del regista riminese come opera in sé conclusa, come sacrario o omaggio alla memoria, ma esalta l’eredità culturale di uno dei più illustri registi della storia del cinema, che a Rimini ha avuto i natali nel 1920. Il Fellini Museum è un museo del cinema che mette al centro di tutto l’opera del grande regista, la sua arte, con oltre cinque ore di estratti di film composti in un allestimento immersivo e partecipativo che rende il visitatore protagonista della sua stessa visita. Un repertorio audiovisivo unico, proposto come un percorso nel flusso creativo dell’opera di Fellini, cui si affianca una importante sezione documentale con i disegni di scena originali, gli abiti di Danilo Donati, oggetti e fotografie, i taccuini di Nino Rota», ha proseguito il museo.
Inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali dei beni culturali, il Fellini Museum verrà presentato dal Ministro della Cultura Dario Franceschini in occasione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia martedì 31 agosto 2021, al Lido di Venezia.
«Il progetto è parte di una più ampia azione di rinnovamento infrastrutturale e di valorizzazione del patrimonio culturale e architettonico della città e del suo centro storico, che ha visto in precedenza altre realizzazioni importanti come il restauro del Teatro Galli, il PART – Palazzi dell’Arte di Rimini e porta a compimento una strategia complessiva di valorizzazione della città che ne sta ridisegnando l’immagine e il futuro», ha ricordato il museo.
«Il Fellini Museum si dipana lungo tre punti cardine del centro storico di Rimini, mettendo in connessione diverse realtà in un’unica vocazione di trasmissione del sapere e della scintilla creativa che fu del grande regista italiano. I tre assi interessati sono: Castel Sismondo, la rocca del Quattrocento al cui progetto contribuì Filippo Brunelleschi; Palazzo del Fulgor, un edificio di origine settecentesca, dove a piano terra ha sede il Fulgor, leggendario cinema immortalato in Amarcord e ora riallestito con le scenografie progettate dal tre volte Premio Oscar Dante Ferretti; e Piazza Malatesta, una grande area urbana, con porzioni a verde, arene per spettacoli, installazioni artistiche, un immenso velo d’acqua a rievocare l’antico fossato del castello e una grande panca circolare che, come nel finale di 8½, vuole essere un inno alla vita, alla solidarietà, alla voglia di stare assieme», si legge nel comunicato stampa.
«Abbiamo voluto raccontare Federico Fellini, il suo cinema, il suo immaginario indagandone le radici culturali, le modalità creative, le collaborazioni, e sottolineandone le relazioni con l’Italia del suo tempo. Un’Italia in trasformazione e per molti aspetti in crisi, che Fellini ha osservato a fondo e restituito nel suo visionario linguaggio cinematografico, ma anche con l’acutezza e spesso la preveggenza di un grande intellettuale. Per farlo ci siamo immersi nella ricerca – cinema, fonti documentali, interviste, materiali di repertorio audiovisivo, resi disponibili grazie anche alla collaborazione di vari Archivi pubblici e privati, tra i quali Istituto Luce Cinecittà e Teche Rai – per poi distillare una narrazione che si sviluppa nelle Sale di Castel Sismondo e di Palazzo Valloni attraverso installazioni visuali, sonore, oggettuali, che raccontano e nello stesso tempo evocano, emozionano, lavorando sulla percezione degli spazi storici senza snaturarli ma anzi mettendone in risalto le qualità architettoniche. Un equilibrio reso possibile dalla cifra stilistica di Studio Azzurro, da decenni maestri di una narrazione museale nella quale la tecnologia si accompagna a “messe in scena” contemporanee ma allo stesso tempo da grande artigianato teatrale, con risultati di straordinaria poesia, leggerezza, ironia».
«Abbiamo vinto il bando di concorso internazionale con un raggruppamento composito. La casa di produzione Lumière & Co. si è occupata dei diritti cinematografici. L’architetto Orazio Carpenzano, ordinario di progettazione architettonica e urbana a La Sapienza di Roma, insieme con lo Studio dell’architetto Tommaso Pallaria e con lo Studio Dismisura, è autore del progetto di riqualificazione architettonica. Studio Azzurro, con Leonardo Sangiorgi, storico co-fondatore del gruppo, ha ideato e diretto il progetto artistico e multimediale. Marco Bertozzi, storico del cinema e ordinario allo IUAV di Venezia, ed io, museologa e docente all’Università Uninettuno di Roma, abbiamo lavorato su contenuti, tagli narrativi, ricerca. Un lavoro di squadra tra professionisti che si è rivelato anche uno splendido incontro umano. Il dialogo con l’Amministrazione comunale è stato continuo, così come all’avvio del nostro lavoro ci siamo confrontati con un Comitato scientifico composto da esperti di vari settori. Tra tutti vorrei rivolgere un pensiero particolarmente affettuoso e grato a Paolo Fabbri. Grande semiologo, uomo squisito, purtroppo non è con noi a festeggiare l’apertura del Museo; i suoi indirizzi, le sue parole ci hanno accompagnati e guidati, e a lui abbiamo dedicato una piccola installazione nell’ultima sala di Castel Sismondo».
«Castel Sismondo è lo spazio della scoperta, dell’immersione, della magia. Lo si può percorrere lasciandosi cogliere dallo stupore o, volendo esperire a fondo tutte le installazioni, ci si può rimanere per ore, approfondendo nuclei tematici e seguendo percorsi sonori e visivi. Ed è proprio una trama sonora ispirata ai film di Fellini ad accompagnare il visitatore fino a Palazzo Valloni, sede dello storico cinema Fulgor, attraverso una Piazza Malatesta ora rinnovata dal Comune, con uno specchio d’acqua e – in fase di realizzazione – un “bosco urbano” dedicato a Tonino Guerra. Palazzo Valloni è il luogo dove approfondire filmografia, relazioni professionali, interessi, biografia e geografie di Fellini, dove fare ricerca, interrogare le fonti, grazie alla presenza di disegni originali di Fellini e materiale a stampa provenienti dal Fondo Fellini della Cineteca di Rimini, a postazioni multimediali e ad altri allestimenti tematici immersivi. Uno spazio condiviso con l’Accademia dei mestieri del Cinema, anche questa intitolata a Guerra. Il cinema di Fellini è stato magnifico anche grazie alle grandi professionalità che lo hanno affiancato, e investire sulla formazione è un ulteriore modo di rendergli omaggio». (SC)
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