Furla per l’arte. La celebre maison, nell’ambito del programma “Time after time, space after space” dedicato alla performance artistica, dopo il primo appuntamento con Simone Forti, passa il testimone ad Alexandra Bachzetsis (Zurigo, 1974), l’artista svizzera di origini greche che si muove con disinvoltura tra arti visive, danza, teatro e performance. In una contaminazione di linguaggi che animeranno, questa sera e domani sera, la Sala Fontana del Museo del Novecento di Milano.
Con collaborazioni illustri alle spalle, da Sasha Waltz & Guests a Les Ballets C. de la B., il lavoro della Bachzetsis, tra coreografia e arti visive, rappresenta un crogiuolo dove si amalgamo espressioni, gestualità (come, per esempio, i gesti di una donna a casa), espressioni, indici di codici culturali e fantasie attraverso cui l’uomo contemporaneo ri-crea ciclicamente il proprio corpo e le proprie, camaleontiche identificazioni. Il tutto scomponendo sistematicamente ogni cosa, filtrata poi dalla cultura popolare e restituita, infine, allo spettatore in una fusione degli spazi nei quali il corpo si manifesta, alternandosi tra danza, performance, arti visive e teatro. Questa multiforme artista è notoriamente interessata alla ripetizione, che consegue soprattutto attraverso l’impiego di specchi e di tecniche di sovrapposizione di due persone, che suscitano un senso di sbigottimento e di disagio permanente nel pubblico.
Per venire a quanto andrà in scena oggi e domani nel capoluogo meneghino, partiamo dal titolo: “Private: Wear a mask when you talk to me”. Si tratta di una performance presentata per la prima volta nel 2016 a Brest, in occasione del festival DansFabrik. In questa occasione Alexandra Bachzetsis, unica protagonista, interpreta per 53 minuti personaggi differenti in una sessione performativa/coreografica/sportiva che mette in scena una vasta gamma di posture e gesti stereotipati. I riferimenti che si possono rintracciare sono molteplici: dalle movenze delle drag queen orientali al fitness; dalla pubblicità alle coreografie di Michael Jackson; dalle posizioni yoga a pose del football americano o del porno. Il lavoro, come molte opere dell’artista, esplora i comportamenti di genere e l’identità sessuale a partire da un approccio al corpo e al movimento che omaggia le sperimentazioni condotte dalla danzatrice e coreografa Trisha Brown (1936-2017). “Private: Wear a mask when you talk to me” è un’indagine sulle molteplici immagini della “femminilità”, sulla transizione e il cambiamento, sui processi di depersonalizzazione e i labili confini di un’identità costantemente decostruita ridefinita e modellata attraverso ruoli stereotipati. “Private” è un lavoro in continua evoluzione, dal quale l’artista ha recentemente sviluppato la performance “Private Song” presentata a Documenta 14, ad Atene.
In alto e in homepage: Private: Wear a mask when you talk to me, 2016, © Blommers & Schumm
INFO
Alexandra Bachzetsis. Private: Wear a mask when you talk to me
29-30 novembre 2017
Sala Fontana, Museo del Novecento
Via Marconi, 1 Milano
ingresso ore 19.30, con inizio performance ore 20.00
ingresso libero fino a esaurimento posti
www.museodelnovecento.org – www.fondazionefurla.org