Alla MAAB Gallery di Milano inaugura oggi, 26 settembre, la mostra dedicata ad una serie di opere su tavola e su carta di Antonio Calderara (1903, Abbiategrasso, Milano – 1978, Lago d’Orta) che, ha spiegato la galleria, «permettono di ripercorrerne l’avventura artistica dalle prime opere figurative fino agli esiti astratto-geometrici che contraddistinguono la sua produzione dalla fine degli anni Cinquanta al 1978».
Michael Biasi, fondatore di MAAB Gallery, ci ha raccontato la mostra di Antonio Calderara.
Come è nata la mostra dedicata alla ricerca di Antonio Calderara?
«L’idea di questa esposizione, come in altre occasioni, nasce dal mio passato. Fin da ragazzo ho vissuto delle esperienze da cui oggi mi rendo conto di avere ricevuto molto e che spesso mi stimolano e regalano degli spunti per lo sviluppo dei progetti espositivi. 
Una di queste esperienze, di cui ho un ricordo molto nitido, è di aver passato diverse ore all’interno di un luogo in costruzione, in allestimento, assieme a mio padre molto indaffarato, e di essere rimasto per lunghi momenti ad aspettare, annoiato ma incuriosito da quel frenetico lavoro che mi circondava.
Ricostruendo quel ricordo ho scoperto che era il 1986 ed ero a Venezia vicino all’Arsenale, nello stesso anno e luogo in cui venivano esposti anche dei lavori di Calderara.
Ad ogni inaugurazione della Biennale mi torna sempre in mente questo ricordo e non nascondo che mi suscita delle forti emozioni.
Calderara è uno di quei nomi con cui sono cresciuto, su un muro di casa c’era un suo lavoro, di piccole dimensioni, elegante e raffinato.
A volte andavo a cercare nella libreria di casa per avere maggiori notizie e per capire meglio gli artisti con cui sono “cresciuto” e di Calderara trovai la documentazione del 1961 per la mostra organizzata nello Studio N.
Anche per questo nel momento in cui ho avuto la possibilità di sviluppare un progetto su Calderara non ci ho pensato un attimo».
A quali aspetti della ricerca dell’artista avete scelto di dedicare maggiore attenzione?
«Calderara per tutta la sua carriera ha lavorato molto su piccole dimensioni, questo ci ha permesso di presentare una significativa selezione di lavori dal 1928 al 1975, che ben rende ragione del suo originale percorso di graduale trapasso dal figurativo all’astrazione. In particolare esponiamo un dipinto del 1930 dove i volti sono vuoti, senza occhi, bocca e naso. Tutti i particolari nell’opera sono bidimensionali e ciò nonostante è come fossero presenti. Un’assenza molto presente!».
Come si inserisce la mostra di Calderara nella programmazione della Galleria MAAB?
« La Galleria lavora alternando mostre di artisti storici con artisti mid-career, sono convinto che questo metodo aiuti me e anche chi mi segue in questa passione a non farsi distrarre dal nuovo senza tener conto della storia, ritengo che sia sempre necessario tenere questa relazione forte e presente.
A volte ho l’impressione che l’offerta di contemporaneo tenga poco presente questa regola.
Questo lo dico perché sono prima di tutto un collezionista, anche di contemporaneo, e trovo l’offerta sempre un po’ eccessiva rispetto la qualità ».
Quali saranno le mostre dei prossimi mesi?
«Per quanto riguarda le prossime mostre abbiamo già in programma quella di Aldo Mondino, con una selezione di sculture, e poi presenteremo Nahum Tevet, artista israeliano con cui abbiamo iniziato a lavorare e che rimane ancora da rivalutare sul mercato internazionale, nonostante una sua significativa vicenda di ricerca artistica internazionale fin dagli anni Settanta».
Antonio Calderara
(Testo critico in catalogo a cura di Gianluca Ranzi)
Dal 26 settembre al 15 novembre 2019
MAAB Gallery
Via Nerino 3, Milano
Opening: 26 settembre 2019, dalle 12.00 alle 19.00
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 10.30 alle 18.00 (sabato su appuntamento)
www.artemaab.com
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