A Roma domani, 5 maggio, dalle 18 alle 21, negli spazi della saracenoArtgallery, in via Monserrato 40, inaugura “Archeologia del colore”, la prima personale nella capitale di Gianluca Patti (1977, Monza).
La mostra, visitabile fino al 18 giugno, presenta «opere monocrome e multicolore variamente combinate tra di loro […] e prevede due installazioni», ha anticipato la galleria. Ne abbiamo parlato con Marilena Saraceno, fondatrice e direttrice della saracenoArtgallery, nell’intervista qui sotto.
Come è nata la prima mostra di Gianluca Patti a Roma, negli spazi della saracenoArtgallery?
«Ci siamo conosciuti l’anno scorso e ho trovato il lavoro di Gianluca Patti coerente con la value proposition della galleria: focus su artisti contemporanei con una cifra stilistica ben definita e un buon potenziale di upside».
In quali aspetti la ricerca dell’artista e quella della galleria si incontrano maggiormente?
«Rispondo a questa domanda partendo un po’ da lontano, sia io che Gianluca ci siamo approcciati al mondo dell’arte per passione, Gianluca da autodidatta un bel po’ di anni fa ed io l’anno scorso. Già questa mi è sembrata una buona base per sviluppare un progetto insieme. Quanto alle assonanze tra la ricerca dell’artista e quella della galleria posso sicuramente asserire che Gianluca Patti in un primo momento soddisfa il senso estetico del Bello, ma dietro l’immediatezza con cui il Bello e la sua arte possono essere percepiti si cela molto altro: un costante lavoro di ricerca che lo porta strato dopo strato a rendere poetico il suo vissuto, i suoi ricordi, una sorta di ricerca della sua identità e questo “altro” che costituisce qualcosa di non immediatamente percepibile ma di celato è quello che la saracenoArtgallery ricerca in tutti suoi artisti».
Potete riassumerci, in estrema sintesi, la poetica di Gianluca Patti?
«Il continuo studio del colore e della materia variamente combinati e stratificati tra di loro secondo un processo di addizione e sottrazione permette all’artista di dare forma a ricordi (i contenuti materici delle sue opere e le diverse manipolazioni del colore sono un rimando alle sua famiglia che lavorava nell’edilizia), a fantasie, a sogni, a stati d’animo vissuti o possibili. Come un archeologo (da qui il titolo della mostra Archeologia del colore) Gianluca Patti compone e scompone, i colori sono fluidi, perdono la loro identità, si intensificano e caratterizzano con un processo di sottrazione dello strato di colore precedente e di addizione di altro colore e tutto questo confondersi di cromie ricorda un po’ il nostro percorso di vita; siamo quello che siamo stati ed è bello che le nostre esperienze diventino un magma che può sembrare indistinto, ma ognuna conserva le proprie caratteristiche e la propria identità».
Come sarà articolato il percorso espositivo?
«Il percorso espositivo corre lungo le due direttrici che sintetizzano da sempre il lavoro dell’artista: i monocromi (o “apparenti” monocromi come lo stesso artista li definisce) che compongono la serie frequencies, delle frequenze di colore che sembrano anche delle frequenze sonore; i multicolore noise, come se l’incontro di colori diversi producesse un rumore, un rumore che non riusciamo a sentire ma riusciamo a percepire visivamente. Entrambe le serie hanno in comune il processo di stratificazione di colore e resine. Troviamo poi due installazioni, la prima Flowers costituita da fiori disseminati lungo la parete che viene esposta per la prima volta e costituisce un po’ un omaggio alla vicina Campo de’ Fiori, l’altra The game che ‘rappresenta il gioco del tris che abbiamo fatto un po’ tutti quando eravamo bambini e l’idea è quella di lasciare una partita aperta dove non si sa chi abbia iniziato, quale sia la prossima mossa e vuole essere un po’ la metafora della vita, ossia quella di mettersi costantemente in gioco».
Quali saranno i prossimi progetti dell’artista? E quelli della galleria?
«Il programma espositivo di Gianluca Patti prevede diverse collaborazioni in Italia e all’estero non solo con gallerie ma anche con realtà industriali; quanto alla galleria proseguire nel lavoro di scouting e partecipare a fiere per una crescita della propria customer base».
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