Presentato a Milano lo scorso 11 novembre, Bite&Go arriva a St.Moritz nella gioielleria di Andrea Tornaghi. Evoluzione fisica di ARTbite, l’originale profilo Instagram pensato come una vetrina digitale per esporre e promuovere gli artisti, il progetto itinerante di Nicoletta Rusconi Art Projects prosegue l’integrazione della fruizione digitale a quella in presenzaoffrendo nuove vetrine di esposizione e dialogo con il pubblico.
Muovendosi trasversalmente, Bite&Go ha raggiunto la Svizzera, facendo tappa nella gioielleria di Andrea Tornaghi, gemmologo – che ora guida l’azienda – attento e orgoglioso di ogni dettaglio del design, dall’immaginare i pezzi, alla selezione delle pietre preziose, all’esecuzione meticolosamente a mano.
Pensate e volute per promuovere indistintamente i linguaggi dell’arte tout court, le trenta opere in mostra, di diciassette artisti di età e provenienza differenti, sono uniche, inedite, di piccolo e medio formato e a prezzi accessibili.
Nicoletta Rusconi, collezionista, mecenate e fondatrice di Bite&Go, e Andrea Tornaghi della gioielleria Remida Tornaghi ci hanno raccontato il progetto.
Nicoletta, Andrea, come è nato il vostro incontro?
«Condividendo la ferma intenzione di creare un’identità distintiva, di cui fidarsi, di cui non poterne fare a meno», dicono all’unisono Andrea e Nicoletta.
Andrea Tornaghi: «Ogni nostra creazione è pensata per chi considera l’ornamento prezioso non solo come lusso, ma come un modo di rappresentare se stessi. Con Nicoletta abbiamo cercato di costruire una cornice di pezzi esclusivi per chi apprezza gioielli e opere d’arte come un modo di essere, restituendo un grande significato di contemporaneità proprio per la loro capacità di vivere bene insieme regalando forti suggestioni».
Nicoletta Rusconi: «Ho sempre detto di voler portare Bite&Go dove ci avrebbero accolto. La gioielleria di Andrea Tornaghi lo ha fatto, riservandoci la piacevole scoperta di un vero potenziale. Ci accomunano la ricerca accurata e la selezione consapevole. La missione di Andrea Tornaghi è, da più di quarant’anni, quella di progettare prodotti unici che siano classici, moderni e contemporanei allo stesso tempo. C’è una grande affinità con l’intento di Bite&Go di coinvolgere sempre più persone, anche chi ne ha ancora timore, per iniziare a investire a un prezzo ragionato: che sia un giovane o affermato conoscitore che vuole avvicinarsi o avviare una collezione speciale».
Cosa vedremo a St. Moritz di Bite&Go e Tornaghi?
«Ci siamo affidati alle sensazioni che l’esperienza in presenza di un’opera d’arte può regalare per costruire un percorso che potesse emozionare. Abbiamo fatto convivere gioielli con opere di artisti emergenti, mid career ed established in un allestimento istintivo e ragionato al contempo, favorevole al nostro senso della vista. In mostra saranno presentate opere di Aaron Bezzina, Giulia Dall’Olio, Giulio Delvè, Giulio Frigo, Giulia Fumagalli, Eduard Habicher, Yari Miele, Davide Mineo, Francesco Maccapani Missoni, Pierre-Etienne Morelle, Gianluca Patti, Alice Pedroletti, Federico Pepe, Reverie, Vanessa Safavi, Arjan Shehaj, e Henrik Stromberg. Il percorso espositivo è costruito sul dialogo tra questi lavori e i gioielli della collezioni Rock Kensington e Bang».
Nicoletta, che progetti futuri hai per Bite&Go?
«Bite&Go continuerà a evolversi e muoversi nello spazio fisico, portando con sé un nuovo approccio alla ricerca degli artisti e al mercato dell’arte dopo la pandemia. A fine marzo, in concomitanza con MiArt, durante la settimana dell’art dal 30 marzo al 3 aprile, presenteremo il progetto a Milano, in collaborazione con John Taylor. Con Andrea vorremmo continuare questo rapporto appena avviato nel suo spazio a Zurigo, nell’artweek che accompagna Basilea. Nei mesi di maggio e di ottobre saremo invece in campagna, ad Agrate Conturbia, nella sede permanente presso Cascina I.D.E.A. – acronimo di Independent Domus Exhibiting Art -, che quest’anno vedrà protagoniste Belén Uriel e Daiga Grantina. Bite&Go sarà poi nuovamente a Milano a novembre, per festeggiare il suo primo anniversario in presenza. Nel frattempo, volendo continuare a stare con gli artisti e lavorare per loro e con loro, cercherò nuove destinazioni dove creare sempre possibili e infinite prospettive».
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