“ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni” è la prima retrospettiva in Italia di Alessandro Lupi (1975, Genova) e è curata da Ilaria Bignotti per das.03, dialoghi artistici sperimentali, con il contributo di Federica Patti.
Inaugurata in queste ore al CUBO Unipol, la mostra, visitabile fino al 28 marzo è tra i main project di Art City 2020, e si articola in quattro installazioni site specific strettamente interconnesse tra loro.
In quest’occasione abbiamo intervistato Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relation del Gruppo Unipol, che ci ha raccontato il rapporto tra l’azienda e l’arte contemporanea.
«Questo in funzione di una mia trasversalità anche professionale, innanzitutto perchè in realtà ho una formazione da giurista, e poi, ho trascorso molto tempo a leggere e a frequentare concerti, mostre, cinema, e mi è tornato utile, perché occorre avere una memoria culturale, e una prospettiva, in relazione a quello che ci circonda».
«Nell’arte io inserisco anche il cinema, c’è stato un lungo periodo in cui ci andavo ogni giorno, il mio autore preferito è Francois Truffaut, quando da ragazzo vedevo i suoi film avrei voluto starci dentro, c’era la Parigi degli anni ’50 e ’60, che mi ha sempre affascinato… Nella pittura, amo Goya, Pollock, amo il divisionismo, Angelo Morbelli, quel quadro incredibile, Asfissia, con i residui della cena…».
«Una realtà consolidata bene, ma personalmente sono proiettato sulla dimensione meno commerciale dell’arte, sulla sua promozione culturale».
«La mercificazione dell’arte mi lascia indifferente, vi leggo un’idea di accumulazione, ma neanche da collezionisti, perchè il collezionista ama l’opera in sé, accumulazione come investimento, e francamente non l’associo all’arte, che per me è la possibilità di diffondere estetica, per le persone. Tu comperi una cosa del genere, te la tieni in casa per rivenderla e lucrarci, tutto molto distante da me…».
«I temi che Lupi tratta sono molto interessanti, la ricerca delle molte realtà mi ricorda i temi dei film di Akira Kurosawa, Rashomon e le molteplici verità . Non sono solo temi artistici, riguardano il rapporto tra le persone, tra soggetto e oggetto, che può essere visto di volta in volta in modo totalmente differente, lo insegna anche Kant, nella Critica del Giudizio. Poi, riguardo a CUBO, non è solo Museo d’impresa, e a sua volta il museo non è solo memoria, è anche continua evoluzione, come il nostro piano strategico, struttura e cultura in evoluzione».
«Sì, il benessere per le persone, la possibilità di condividere sia il momento artistico sia l’intrattenimento, e non solo qui a Bologna, anche a Milano, dove saremo presenti sempre di più».
«Come Direzione Comunicazione interveniamo in campo culturale anche attraverso importanti sponsorizzazioni. In particolare a Milano nel 2020 saremo presenti al MUDEC con la mostra Robot. The Human Project, sulla storia dell’automazione, e a Palazzo Reale, con una retrospettiva sul Realismo italiano. Iniziative coerenti sia con la spinta tecnologica che caratterizza il nostro business sia con i valori del Gruppo. Penso al tema del lavoro che è ben presente nella corrente realistica».
«Sono entrato in Gruppo Unipol quasi cinque anni fa con un altro ruolo (Affari Istituzionali e regolamentari) e ho avuto l’opportunità di lavorare anche nella Direzione Commerciale di Unipolsai, quindi nel business. Con la comunicazione avevo un po’ di dimestichezza per un’intensa attività di media relations con canali televisivi, radio e stampa nella precedente esperienza lavorativa. Naturalmente la comunicazione di un Gruppo così importante è altra cosa. Sono contento che in poco meno di un anno ho potuto già condividere momenti importanti, quali la comunicazione del nuovo piano strategico, inclusi gli incontri territoriali con tutti i dipendenti del Gruppo e con gli agenti Unipolsai, la nuova campagna pubblicitaria e altro. Per quanto riguarda CUBO, sono entrato in sintonia con lo spirito che lo anima con molto piacere».
Alessandro Lupi
“ONE, TOO, FREE. Specchi, ombre, visioni”
A cura di Ilaria Bignotti per das.03 – dialoghi artistici sperimentali con il contributo di Federica Patti
Dal 20 gennaio al 28 marzo 2020
CUBO Museo d’impresa del Gruppo Unipol
Piazza Vieira de Mello 3 e 5, Bologna
Opening: 20 gennaio 2020, alle 18.00
Orari di apertura durante l’arte week:
– martedì 21 gennaio, dalle 9.30 alle 23.30
– dal 22 al 24 gennaio dalle 9.30 alle 20.00
– sabato 25 gennaio, dalle 14.00 alle 24.00
– domenica 26 gennaio, dalle 14.00 alle 20.00
Orari dal 27 gennaio: lunedì dalle 14.00 alle 19.00, martedì dalle 9.30 alle 23.30, mercoledì, giovedì, venerdì dalle 9.30 alle 20, sabato dalle 9.30 alle 14.30 (domenica chiuso). Ingresso libero
www.cubounipol.it
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