Categorie: Opening

Canova, la Musa e Hitler

di - 29 Settembre 2017
Venezia. Gallerie dell’Accademia. Istituzione gloriosa, vanto nazionale dedicato alla grandezza e coerenza della tradizione pittorica lagunare. Solo per dare due numeri recenti, 320 opere esposte e, da gennaio a settembre di quest’anno, oltre 230.000 visitatori. Ed è tempo di festeggiamenti. Siamo, infatti, al secondo centenario dalla loro apertura. Ricorrenza che viene celebrata in pompa magna con una mostra intelligente, a tratti sorprendente. Comunque illuminante. Da oggi aperta al pubblico. Questa mostra rievoca quella stagione di rilancio culturale cominciata nel 1815, con il ritorno da Parigi delle opere simbolo della città, i cavalli e il leone della colonna sul molo di San Marco, sottratti nel 1798 dall’esercito di Napoleone. Stagione che si concluse nel 1822 con la morte, avvenuta proprio a Venezia, di Antonio Canova.
Il regista indiscusso di questa favorevole congiuntura fu il conte Leopoldo Cicognara, intellettuale e presidente dell’Accademia di Belle Arti, impegnato allo stesso tempo nella salvaguardia e nella valorizzazione del passato e nel sostegno all’arte contemporanea di quegli anni.
La mostra, con oltre 130 opere, allestita negli spazi al pianterreno del museo, mette in luce le figure dei protagonisti di questa esaltante pagina di storia. Leopoldo Cicognara, quindi, che poté sempre contare sul sostegno dell’amico Antonio Canova (allora considerato il maggiore artista vivente). Entrambi supporter di Francesco Hayez, convinti com’erano che quest’ultimo avrebbe restituito alla pittura italiana l’antica grandezza. Quella, cioè, a cui Canova aveva riportato la scultura.
Nel percorso espositivo, organizzato in dieci sezioni, colpisce la riunione e il ritorno a Venezia, dopo ben duecento anni, della serie di manufatti inviati nel 1818 alla corte di Vienna per il quarto matrimonio dell’imperatore Francesco I e noti come l’”Omaggio delle Provincie Venete”.
Riunione che annovera dipinti, gruppi scultorei, due are e altrettanti grandi vasi di marmo, un tavolo realizzato in bronzo e legno con il piano ricoperto da pregiati vetri di Murano e preziose rilegature, opera dei migliori artisti e artigiani veneti dell’epoca. Ma tra tutti c’è lei, la Musa Polimnia di Canova, la cui rocambolesca storia viene raccontata in questa occasione per la prima volta. Correva l’anno 1898 quando, dopo la morte dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, la scultura passa nella collezione della nipote, l’Arciduchessa Elisabetta Maria d’Austria, figlia di Rodolfo d’Asburgo-Lorena. Nel 1943 la Musa Polimnia passa nuovamente di mano. Per una cifra esorbitante, dopo 2 anni di trattative. A un acquirente che si chiama Adolf Hitler. Che la vuole per il suo Führermuseum di Linz. Ritrovata dagli Americani (i famosi Monuments Men) nel 1945 in un castello, viene portata a Monaco, in Germania. Solo nel 1958 la Musa rientra in Austria, grazie al testamento dell’Arciduchessa che la lascia in eredità allo Stato austriaco. E, nel 1964, finalmente fa ritorno a Hofburg, nelle stesse sale che l’avevano ospitata sino al 1929. Da oggi però, per qualche mese, è in trasferta a Venezia. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Antonio Canova, La musa Polimnia (1812-1817). Marmo. Vienna, Bundesmobilienverwaltung, Hofburg, Kaiserappartements. Foto: Tina King

In home: Francesco Hayez, Rinaldo e Armida (1812-1813). Olio su tela. Venezia, Gallerie dell’Accademia. Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia, su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia

INFO
Canova, Hayez, Cicognara
L’ultima gloria di Venezia
dal 29 settembre 2017 al 2 aprile 2018
Gallerie dell’Accademia
Campo della Carità, Venezia
Orari: Lunedì: 8.15-14.00 (chiusura biglietteria alle 13.00); martedì-domenica: 8.15-19.15(chiusura biglietteria alle 18.15)
www.mostrabicentenariogallerie.it – www.mostracanovahayezcicognara.it

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