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A Milano è aperto da oggi al pubblico il nuovo spazio di Case Chiuse, in via Rosolino Pilo 14, inaugurato con la collettiva Case Chiuse #8, a cura di Paola Clerico, con Tarek Abbar, A Constructed World, Roberto Coda Zabetta, Gabriele De Santis, Nick Devereux, Tamara Henderson, Carlo Valsecchi e Nico Vascellari.
La sede, ribattezzata headquarter, è un ex negozio, si sviluppa in due sale affacciate sulla strada e in un seminterrato che hanno assunto l’aspetto di una vera e propria galleria, salutata da un affollatismo vernissage.
Abbiamo incontrato Paola Clerico nel fermento della serata dell’opening per alcune domande “in diretta”.
Un primo commento sull’apertura di questo “quartier generale”…
«Sono molto felice che Case Chiuse abbia finalmente uno spazio fisico, mi interessa l’idea di un luogo che sia uno studio e in cui trovino posto anche i materiali. Via Rosolino Pilo diventa l’head quarter di Case Chiuse e con questa mostra presentiamo lo spazio, abbiamo invitato gli artisti a usarlo tutto, poi i vani avranno delle destinazioni, dal nostro studio allo spazio espositivo, e presenteremo alcune mostre all’anno».
Proseguirete anche con le attività al di fuori di questo luogo?
«Continueremo a fare progetti esterni, ma in questo momento mi piace molto l’idea della permanenza. È un momento in cui tutto scorre in modo velocissimo, abbiamo a lungo affrontato la questione del pop up e desideravo un po’ staccarmene, pur proseguendo. Ho sempre lavorato per progetti ben definiti e vorrei che questo aspetto avesse più possibilità di emergesse, non solo nei pop up creati per essere presenti in un dato luogo in un certo momento».
Come hanno risposto gli artisti all’invito a questa mostra?
«Tutti gli artisti invitati a questa mostra sono stati generosissimi, hanno portato opere stupende per un progetto espositivo che offriva la massima libertà».
C’è un progetto futuro che vi sta particolarmente a cuore?
«Vorremmo lavorare anche con gli artisti italiani molto giovani, nei quali abbiamo notato una freschezza e una capacità collaborativa molto più presente, non so se sia per la giovanissima età o per un’evoluzione della mentalità».
Quali interventi avete fatto sul locale?
«Prima era un negozio, abbiamo lasciato sistemato lo spazio da un punto di vista tecnico, ma lo abbiamo mantenuto molto essenziale, dove sia possibile fare ciò che si desidera, anche modificare lo spazio».
La storia del progetto Case Chiuse by Paola Clerico
«Case Chiuse by Paola Clerico è nata nel febbraio del 2014 come piattaforma nomade di produzione artistica. Per cinque anni abbiamo ideato e prodotto mostre occupando luoghi privati e non accessibili, aprendoli al pubblico nel periodo delle esposizioni, sempre realizzate in stretta collaborazione con artisti, gallerie e curatori che ci hanno affiancato con grande passione. Il “vagare”, sia fisico che mentale, è stato fonte di grande libertà e ispirazione e rimarrà come connotazione primaria del lavoro di Case Chiuse, sia per i progetti prodotti nel nuovo spazio sia per tutti quelli che continueremo a realizzare altrove», ha raccontato la fondatrice alla stampa.
Il nuovo spazio
«Case Chiuse #08 inaugura anche l’apertura del nostro studio, un luogo fisico, fulcro delle nostre attività che si articoleranno sempre seguendo i canoni a noi cari di flessibilità, sperimentazione e ricerca di una leggerezza capace di sospenderci, anche per pochi istanti, in un tempo non rigidamente codificato», ha sottolieato Paola Clerico nel comunicato stampa.
La mostra
«Tarek Abbar, A Constructed World, Roberto Coda Zabetta, Gabriele De Santis, Nick Devereux, Tamara Henderson, Carlo Valsecchi e Nico Vascellari sono stati invitati a partecipare lasciando loro completa libertà nel proporre le opere. L’intento è quello di celebrare il lavoro svolto insieme, senza cercare un titolo o un fil rouge. Siete pertanto invitati a varcare la soglia dello spazio e lasciarvi trasportare in una sorta di viaggio dove ognuno troverà il suo personale racconto.
Come nelle precedenti edizioni di Case Chiuse siamo intervenuti nello spazio di via Rosolino Pilo 14 con minimi interventi tecnici e funzionali. Si è trattato di una scelta precisa determinata dalla volontà di non costruire una scatola espositiva predefinita preferendo un luogo flessibile, adattabile e modificabile a seconda delle esigenze degli artisti e dei progetti futuri.
Se esistesse un leitmotiv in tutto questo, oserei cercarlo nel tentativo di ridefinizione del nostro sguardo», ha spiegato Paola Clerico.
Tarek Abbar, A Constructed World, Roberto Coda Zabetta, Gabriele De Santis, Nick Devereux, Tamara Henderson, Carlo Valsecchi, Nico Vascellari
Case Chiuse #8
A cura di Paola Clerico
Dal 13 febbraio al 18 aprile 2020
Case Chiuse HQ
Via Rosolino Pilo 14, Milano
Orario: dal martedì al venerdì, dalle 11.00 alle 19.00 e su appuntamento
www.casechiuse.net