A Roma, negli spazi di Incinque Open Art Monti, inaugura oggi, 15 luglio, “Core”, la bipersonale di Silvia Ottobrini e ReBarbus, alias Vissia Giustarini, curata da Rosanna Accordino e in collaborazione con l’architetto e gallerista Monica Cecchini, che sarà visitabile fino al 22 luglio.
«”Core” – ha spiegato la galleria – è la mostra che racconta un’analisi introspettiva condotta a quattro mani, un’indagine dell’anima spinta fino a scoprire i nervi che compongono il nucleo di ciascuno, saggiando con coraggio la materia di cui è fatto. È una ricerca soggettiva e spesso dolorosa che può far trovare tesori o far emergere ombre. Come scrive Haruki Murakami, “Il cuore umano a me dà l’impressione di un pozzo profondissimo. Nessuno sa cosa ci sia laggiù. Si può solo cercare di immaginarlo dalle cose che ogni tanto vengono a galla.”
«Core – ha ricordato la galleria – è un termine del dialetto romano molto utilizzato che si traduce con la parola cuore e identifica anche il carattere gioioso e goliardico dei romani, il loro spirito appassionato ed euforico, raccogliendo pregi e difetti.
È anche la traduzione in inglese della parola nucleo, la parte interna più compatta e nevralgica che costituisce l’essenza delle cose. Nella cellula, il nucleo è sede di importanti processi e raccoglie la gran parte del patrimonio genetico dell’individuo. A livello astronomico, il nucleo solare assolve alla funzione di riscaldare e di tenere in vita, analogamente al compito del cuore all’interno di un organismo».
«Il progetto “Core” nasce e si sviluppa in maniera del tutto spontanea. Nel mese di ottobre del 2020 le due artiste, Silvia Ottobrini e ReBarbus, hanno partecipato a Paratissima Torino, ma durante l’evento non hanno avuto occasione di incontrarsi. È stata la loro arte a intercedere per loro. Si sono soffermate più volte ad ammirare i reciproci lavori e questo ha permesso a entrambe di riconoscersi nell’opera dell’altra.
L’iniziativa è partita da Silvia Ottobrini che, sentito il forte desiderio di rendere in scultura il collage fotografico “Vissuto corporeo” di ReBarbus, si è messa in contatto con la sua collega. Da subito è nata una forte intesa che ha portato a un confronto quotidiano riguardo idee e sensazioni, fino al racconto dei propri vissuti, incredibilmente somiglianti.
Questo proficuo scambio ha fatto emergere la parte più profonda ed emozionale della loro anima, permettendo di compiere un viaggio fino al cuore, al nucleo della propria persona. La mostra “Core” è il risultato di questo viaggio introspettivo».
«Complici la distanza fisica, da Sestri Levante a Roma, e l’impossibilità di viaggiare liberamente in questo periodo di pandemia, le due artiste hanno lavorato con tutti i mezzi che la tecnologia mette a disposizione: dalle videochiamate, a uno scambio serrato di testi, foto e messaggi. Definito il tema della mostra, ciascuna artista lo ha interpretato secondo il proprio linguaggio e la propria poetica.
Entrambe hanno indagato il concetto di Core inteso come nucleo e centro nevralgico del proprio sé: con ReBarbus l’indagine si è mossa dal corpo fisico fino al nucleo etereo e impalpabile, in cui risiede l’energia che ci crea ogni giorno, per poi tornare al corpo, al contingente e al materiale; il percorso di Silvia Ottobrini ha scandagliato quel vuoto al cui interno, come un antro protettivo, risiede il fanciullino, l’anima pura e incontaminata, che va protetta e incoraggiata a espandersi e fortificarsi, come il seme fa nell’oscurità della terra. Il desiderio comune è di continuare a lavorare su questo progetto per riproporlo in altre occasioni».
«Il percorso espositivo si articola in due tempi, ciascuno dei quali approfondisce la ricerca delle due artiste, accompagnando il fruitore in quel viaggio sofferto che ha rappresentato l’indagine del proprio nucleo, del proprio sé. Cuore della mostra è l’incontro tra l’opera scultorea Senza nome di Silvia Ottobrini e il collage fotografico di ReBarbus, che ne è stato la fonte di ispirazione».
«“Core” fa tappa a Incinque Open Art Monti, cuore pulsante dell’arte contemporanea nel Rione Monti come meta agognata del “sentirsi a casa” dopo un lungo viaggio di ricerca, nel quale la fatica è ripagata dalle emozioni travolgenti delle nuove scoperte.
La condivisione nell’arte è uno degli obiettivi principali della Galleria e la mostra si colloca nella sua linea di ricerca attraverso la contemporaneità che viene espressa con l’interdisciplinarità e con l’incontro tra le arti e le varie espressioni artistiche, che in “Core” si traduce in un vero e proprio accordo di anime, ricordi e vite. La Galleria nei prossimi mesi presenterà una mostra sulla ceramica e le personali di Ezia Mitolo, Giancarlo Savino, Carlos Atoche e Zhanna Stankovich che presenterà la sua visione della Garbatella inaugurando Fo.Ro., il progetto fotografico dedicato a Roma. Nel calendario di eventi, è in programma a ottobre la prima edizione del progetto della Roma Jewelry Week, la settimana dedicata al gioiello contemporaneo».
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