La mostra che si inaugura oggi a Napoli, presso le Gallerie d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, si intitola “Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’impressionismo”, a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca. Nel corso di tutto il XIX secolo, infatti, risulta particolarmente intensa, maggiore a quella di qualsiasi altra scuola italiana, la presenza di artisti napoletani nella capitale francese. Ma prima di addentrarci in una sintetica anteprima di questo progetto espositivo, una considerazione preliminare. Questa mostra, insieme a quella “Filippo Palizzi. L’universo incontaminato di un artista a metà ’800” a cura di Chiara Stefani, in programma dal prossimo 15 dicembre a Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, fotografa una tendenza – un trend, per usare un termine di moda – che ha ormai terminato di sconvolgere vecchi e sciocchi luoghi comuni sulla pittura e scultura italiana del XIX secolo. Vale a dire che conferma la definitiva rivalutazione, anche scientifica, di questo importante capitolo della storia dell’arte nostrana. Rivalutazione che, come già accaduto in altri casi, è stata stimolata dal mercato. Oltre i confini nazionali. Protagonisti case d’asta, art dealer avveduti e gallerie che hanno avuto occhio. Oggi, fortunatamente, pertanto, non si considera più questo fertilissimo periodo come uno sfoggio di maniera ridondante, quasi oleografica. D’altronde l’Ottocento italiano vuol dire la Scapigliatura, i Macchiaioli, il Divisionismo, il Simbolismo, gli Orientalisti, i Vedutisti, la Scuola di Posillipo…
L’Ottocento italiano vuol dire anche il percorso espositivo allestito da oggi a Palazzo Zevallos Stigliano, in quel di via Toledo a Napoli. A partire dalla pittura storica di Domenico Morelli (Bagno pompeiano, La Maddalena) e Gioacchino Toma (Un rigoroso esame del Sant’Uffizio, Le educande al coro, La pioggia di cenere del Vesuvio), per proseguire con la cosiddetta “pittura della vita moderna”, teorizzata da Baudelaire, di cui sono stati protagonisti, insieme agli impressionisti, Francesco Netti e Giuseppe De Nittis, quest’ultimo tra l’altro presente alla prima mostra che, nel 1874, nello studio del fotografo Nadar venne dedicata proprio al neonato impressionismo. Con opere come l’Autoritratto nello studio, Bacco, L’enfant dans un grand fauteuil, uno speciale rilievo è riservato anche ad Antonio Mancini che, dall’assidua frequentazione del salotto di De Nittis a Parigi – dove erano ospiti abituali Edgard Degas, Edmond de Goncourt, Marcel Desboutin, Charles François Daubigny e tanti altri protagonisti delle arti, della cultura e della mondanità – riuscì a cogliere nuove ispirazioni per una pittura della vita moderna originale e alternativa, nella sua attenzione alla realtà popolare rispetto alla celebrazione della società elegante dello stesso De Nittis. Da segnalare, a chiusura della mostra, una sezione dedicata allo scultore Vincenzo Gemito, protagonista dell’ultima stagione naturalistica di fine secolo, di cui vengono esposti numerosi ritratti in terracotta (Ritratto di Francesco Paolo Michetti, di Domenico Morelli, di Giuseppe Verdi ecc) e bronzi (Acquaiolo, Il pescatore, ecc.). (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto e in home: Giuseppe De Nittis, Alle corse di Auteil (Sulla seggiola), 1883. Olio su tela, 107.5 x 57 cm. Barletta, Pinacoteca Comunale Giuseppe de Nittis
INFO
Opening: in occasione dell’inaugurazione, l’accesso alla mostra sarà gratuito dalle ore 20.00 alle ore 22.00 (ultimo ingresso ore 21.30)
DA DE NITTIS A GEMITO. I NAPOLETANI A PARIGI NEGLI ANNI DELL’IMPRESSIONISMO
mostra a cura di Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca
dal 6 dicembre 2017 all’8 aprile 2018
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano
via Toledo 185, Napoli
orari: dal martedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30); sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30), chiuso lunedì
numero verde 800.454229 – www.gallerieditalia.com
biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro